di Jerry Brainum
Tutte le fonti energetiche alimentari, che siano derivate dai carboidrati, dalle proteine o dai grassi, subiscono, una volta all’interno dell’organismo, una serie di reazioni cellulari per cui, in ultima analisi, vengono trasformate in adenosin trifosfato (ATP). L’ATP è la più fondamentale tra le forme d’energia e, in quanto tale, l’organismo cerca di riciclarla nel modo più efficiente possibile. Per esempio, l’ATP libera energia quando viene rilasciata la porzione fosfata della struttura dell’ATP.
L’ATP diventa adenosin difosfato, fino al momento in cui si aggiunge un altro gruppo fosfato. Questo gruppo fosfato viene generalmente donato dalla fosfocreatina contenuta nei muscoli, spiegazione del motivo per cui si ritiene che la creatina sia ergogena. Anche il cosiddetto materiale da costruzione dell’ATP, i ben noti nucleotidi dell’adenina, deve essere rimesso in circolazione.
L’organismo ha un sistema tutto suo per fare questo, conosciuto con il termine di “riconversione dei nucleotidi dell’adenina”. Questo sistema opera riconvertendo la parte purinica dell’ATP (adenina e ipoxantina). Tuttavia esso non è molto efficiente in condizioni di sforzo dovuto ad un allenamento ad alta intensità. In simili condizioni, gran parte dei nucleotidi dell’adenina finiscono per essere escreti dal corpo e, in questo caso, la sintesi dell’ATP non è completa, dando luogo a sistemi energetici inefficienti.
In uno studio ad opera di scienziati dell’Università del Missouri, che aveva come soggetti dei topi, gli studiosi mostrarono come il sistema più efficace per intensificare la riconversione dei nucleotidi dell’adenina consistesse nel fornire al limitato materiale da costruzione uno zucchero presente un po’ dappertutto nell’organismo, il cosiddetto ribosio. La ricerca mise alla luce che l’aggiunta di ribosio permetteva di aumentare di ben 6 volte la riconversione dei nucleotidi tramite la maggiore attività di un enzima noto con il nome di 5-fosforibosil-ribosio, che ha bisogno del ribosio per funzionare. Questo aumento del processo di riconversione risultò particolarmente intenso nelle fibre muscolari a contrazione veloce, come quelle interessate nell’allenamento con i pesi. Questo maggiore effetto di riconversione si verificò anche nelle fibre a contrazione lenta, ovvero aerobiche, seppure in minor grado (3-4 volte).
Questo studio ci ha quindi permesso di scoprire che i tassi di riconversione dei nucleotidi sono diversi a seconda del tipo di fibra muscolare e che il fattore limitante è l’integrazione di ribosio. Sotto il profilo pratico, questo significa che l’integrazione di ribosio dovrebbe aumentare la sintesi dell’ATP che, a sua volta, velocizzerebbe il recupero muscolare soprattutto dopo un allenamento intenso.
Il dosaggio consigliato per gli atleti va da 2 a 5 grammi di ribosio al giorno, fino ad un massimo di 10 g per allenamenti estremamente pesanti o per quelli di atleti di elìte.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 3“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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