31 agosto 2012

Glutammina, performance e stimolo anabolico

del dott. Mauro di Pasquale
Singoli aminoacidi o loro combinazioni selezionate possono servire come integratori per la performance e per stimolare l'anabolismo. Un esempio è l’aminoacido glutammina. La glutammina è l’aminoacido più abbondante nel corpo e costituisce fino al 50% degli aminoacidi intracellulari ed extracellulari. La glutammina riveste un ruolo importante nella funzionalità epatica, serve come carburante cellulare ai muscoli e ad altri tessuti del corpo e può regolare la sintesi proteica. Inoltre precede la sintesi degli aminoacidi, delle proteine, dei nucleotidi e di molte altre molecole biologicamente essenziali. Rafforza pure il sistema immunitario contro il calo della funzione immunitaria vista come risultato di un allenamento intenso.



La cosa più importante per gli atleti agonisti ed i semplici appassionati di fitness ed allenamento con i pesi è che aumentare la produzione di proteine (per l’anabolismo muscolare) e la riduzione della degradazione proteica (che comporta il catabolismo muscolare), sono due cose dipendenti entrambe dall’entità del pool di glutammina presente in una cellula muscolare. Se la glutammina è elevata, altri aminoacidi non saranno forzati a produrla e resteranno a disposizione per la sintesi proteica. Viene risparmiata anche la muscolatura scheletrica, che potrebbe anch’essa essere utilizzata per rimpiazzare la glutammina. La glutammina agisce quindi per conservare l’equilibrio degli aminoacidi nel corpo permettendo in tal maniera al corpo stesso di sintetizzare una quantità maggiore di proteine e possibilmente ridurre i sintomi del superallenamento.

Anche le cellule della mucosa del tratto intestinale usano la glutammina. Anzi, il tratto intestinale consuma gran parte della glutammina presente negli alimenti e anche di quella rilasciata dal tessuto muscolare. Come risultato, pochissima glutammina orale oltrepassa lo stomaco a meno che non ne vengano utilizzate grosse quantità (due grammi o più) in una sola volta.

Nondimeno, se usata ad alte dosi, la glutammina è un eccellente stimolatore anabolico. Per quanto io consigli spesso di assumere cinque grammi o più di glutammina sia prima che dopo l’allenamento, per chi non si allena con intensità elevata e carichi submassimali, può essere sufficiente una quantità minore.

Di fatto, un recente studio ha riscontrato che perfino l'assunzione di pochi grammi di glutammina peptidica aumentano i livelli plasmatici dell’ormone della crescita, ecco perchè può essere un'ottima idea assumerla prima di coricarsi, magari assieme ad una piccola porzione di caseine.

Articolo tratto da “La dieta metabolica” del Dott. Mauro di Pasquale –  Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved

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29 agosto 2012

L'importanza degli aminoacidi per l'atleta natural

del dott. Mauro di Pasquale

Gli aminoacidi sono i costituenti delle proteine ed il materiale con cui vengono costruiti i muscoli. Gli aminoacidi sono diventati i principali protagonisti dell’industria degli integratori per l’interesse mostrato dai bodybuilder e dagli atleti degli sport di forza. Non sorprende che siano stati anche alla base di affermazioni indiscriminate e di enormi profitti da parte dei produttori. Alcune persone hanno utilizzato le formule di aminoacidi come alternativa agli alimenti e agli integratori iperproteici. Purtroppo è una cosa che ha poco senso in termini di portafoglio e di praticità. Una scatoletta di tonno vi nutre ugualmente mantenendo il vostro bilancio finanziario maggiormente attivo.

Ma gli aminoacidi possono essere usati anche come fonte energetica e per migliorare la performance, contribuendo direttamente alla crescita muscolare. Uno dei principali motivi per cui i bodybuilder e gli altri atleti sono stati tra i primi a capire l’importanza degli aminoacidi è stata l'idea che potessero aumentare il rilascio dell’ormone della crescita. Si dà il caso che quest'idea fosse ben fondata. È stato mostrato infatti sperimentalmente che un certo numero di aminoacidi può elevare la secrezione dell’ormone della crescita. È stato anche indicato che possono liberare il glucagone pancreatico e l’insulina, stimolando in tal modo lo sviluppo muscolare.

Io consiglio l’impiego di aminoacidi ai bodybuilder natural ed a tutti gli altri atleti di sport di forza e potenza con cui lavoro. Anche se probabilmente la maggioranza di voi li eviterà, coloro che si propongono obiettivi più avanzati che vanno oltre il blando modellamento del corpo e si prefiggono il bodybuilding tradizionale, potrebbero volere prendere in considerazione l’utilizzo degli aminoacidi. Tenendo presente questo, vi darò un breve quadro generale dell’argomento.

A prima vista, è importante osservare che il genere e la quantità di aminoacidi, e la loro struttura chimica, hanno un notevole effetto sulle quantità che il corpo ne userà. Normalmente, gran parte degli aminoacidi che passano nel fegato dall’apparato digerente sono resi inutilizzabili perché vengono catabolizzati in urea, tranne gli aminoacidi ramificati (BCAA), così chiamati perché strutturalmente invece di formare una linea hanno una ramificazione con un’altra catena di atomi. Una quantità minore è rilasciata nella grande circolazione sotto forma di aminoacidi liberi.


Esiste un modo per aggirare questa situazione, comunque. Inondando il corpo con grosse quantità dei giusti aminoacidi, si può creare un effetto di “traboccamento” nel fegato. Essendo il fegato incapacitato ad occuparsene, gli aminoacidi vengono assorbiti velocemente nel torrente ematico dove possono contribuire alla crescita muscolare. Questo effetto può essere spiegato con una formula “ad ampio spettro” che impiega tutti e 12 gli aminoacidi essenziali sotto forma di piccoli peptidi, compresi gli aminoacidi dipeptidi e tripeptidi (aminoacidi che sono strutturalmente collegati insieme in catene con 2 o 3 legami). Gli aminoacidi ad ampio spettro sono assorbiti più velocemente quando si trovano in piccole catene rispetto agli aminoacidi in “forma libera” composti da catene più lunghe. Questo è essenziale perché avete bisogno di estrarre gli aminoacidi dallo stomaco e convogliarli subito nel torrente ematico dopo una sessione d’allenamento.

La finestra per questa opportunità rimane aperta fino a due ore, anche se è più marcata nella prima ora, subito dopo una sessione durante la quale i vostri muscoli hanno avuto intenso bisogno degli aminoacidi. Il corpo è impegnato nel radunare tutte le sostanze nutritive e i “mattoni da costruzione” delle proteine che riesce a trovare per riparare e incrementare il volume muscolare in modo da adattarsi allo stress della sessione appena terminata e prepararsi alla successiva.


Per rendere correttamente disponibili gli aminoacidi dovete trovare il modo per farli andare in circolo velocemente e farceli rimanere. Ecco perché gli aminoacidi a spettro completo e con piccoli peptidi sono assolutamente necessari se state spingendo al massimo il vostro allenamento o il vostro programma di esercizi ricercando lo sviluppo muscolare. Oltre a cercare formule di aminoacidi a spettro completo e con piccoli peptidi, dovreste dare un’occhiata anche ai BCAA. Si sono distinti in vari studi per la loro capacità di stimolare la sintesi proteica e inibire il catabolismo, promuovendo in tal modo la crescita muscolare.

Come magari potreste dire, il settore degli aminoacidi può essere confuso e complesso. Ecco perché molti produttori hanno fatto grossi profitti vendendo prodotti di qualità inferiore. Per quanto troverete un’intera schiera di formule sugli scaffali di ogni negozio di integratori a voi vicino, alcune funzioneranno e altre no.

Conclusione, le formule migliori di aminoacidi dovrebbero incrementare la massa muscolare intensificando la sintesi delle proteine e riducendone la perdita o l’utilizzo come fonte energetica. Questo lo fa l’aumento della disponibilità del pool di aminoacidi e dei fosfati altamente energetici e dà una forma alternativa di energia in modo che le proteine non vengano catabolizzate mentre l’allenamento procede.

Gli integratori di aminoacidi non sono per tutti. La maggioranza di voi raggiungerà il tipo di calo ponderale, di livello di fitness e di forma fisica desiderati continuando a seguire una buona dieta iperproteica ed un programma di allenamento di intensità moderata. Ma per coloro tra voi che si vogliono impegnare al massimo nella ricerca di un fisico veramente superiore, gli aminoacidi possono rappresentare un forte alleato.

Articolo tratto da “La dieta metabolica” del Dott. Mauro di Pasquale –  Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved

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27 agosto 2012

L'acido folico per la salute del cuore

del dott. Mauro di Pasquale

L'acido folico, unica forma attiva dei folati alimentari assorbita dall'organismo, è una vitamina idrosolubile del gruppo B necessaria per tutte le reazioni di sintesi, riparazione e metilazione del DNA, per il metabolismo dell'omocisteina (rimetilazione), e di altre importanti reazioni biochimiche, specialmente quando sono implicati intensi periodi di divisione cellulare in caso di crescita rapida.

L’acido folico ha fatto notizia nei mesi passati e per un buon motivo. Si è dimostrato che questa vitamina del complesso B previene i difetti congeniti nei nascituri e può anche prevenire le malattie cardiache negli adulti. Alcuni anni fa la FDA ha indicato l’acido folico come una sostanza nutritiva essenziale che, a causa dei processi industriali di produzione degli alimenti può venire a mancare dalle nostre diete. L’acido folico è stato pertanto incluso nella lista crescente di vitamine e sali minerali essenziali  che si aggiunge alle scorte alimentari fondamentali della nazione.

In origine ciò è stato motivato dal dato di fatto scientificamente provato che la sua assunzione da parte delle donne fertili preveniva terribili difetti di nascita del tubo neurale, come la spina bifida, problema che può affliggere fino ad un neonato su 1000. Il tranello è che sebbene la maggioranza delle donne inizi ad assumere alcune vitamine e sali minerali, compreso l’acido folico, una volta che scopre di essere in stato interessante, la necessità di acido folico diventa molto più importante nel primo mese dopo il concepimento, durante il primo allattamento. Pertanto è importante che tutte le donne nella fascia d’età riproduttiva lo integrino sempre. Ecco spiegato il motivo per cui piccole quantità di acido folico vengono aggiunte adesso ad alcuni alimenti venduti negli Stati Uniti.

Ma come al solito la storia non finisce qui. È possibile che l’integrazione di acido folico possa anche ridurre la percentuale di patologie cardiache tra la popolazione più anziana. Questo perché l’acido folico riduce i livelli nel sangue di un aminoacido potenzialmente pericoloso chiamato omocisteina. È stato dimostrato che l’omocisteina è dannosa per i vasi sanguigni, comportando aumenti dell’arteriosclerosi e degli infarti miocardici o ictus. Livelli elevati di omocisteina sono collegati ad un incremento del rischio di malattie cardiache. L’acido folico riduce l’omocisteina nel sangue trasformandone una parte in metionina. Studi precedenti avevano già indicato che l’acido folico poteva essere utile come parte della cura generale di pazienti che hanno subito infarti miocardici. In ogni caso, si ritiene adesso che una carenza di acido folico potrebbe innescare parte degli infarti miocardici,  e degli ictus che si verificano ogni anno tra gli uomini dei paesi occidentali.

Per concludere tanto gli uomini quanto le donne hanno bisogno di acido folico. Pertanto, visto che l’aggiunta di acido folico negli alimenti e in molte formule vitaminiche è molto meno che ottimale, io di solito consiglio a tutti gli adulti di usare integratori multiminerali e multivitaminici contenenti acido folico, e comunque di assumerne almeno 1 mg al giorno (arrivando al massimo a 4/5 mg al giorno), senza distinzione di sesso o di età.

Articolo tratto da “La dieta metabolica” del Dott. Mauro di Pasquale –  Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved

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25 agosto 2012

Gli effetti benefici del Potassio

del Dott. Marco Ceriani


Il potassio, un minerale essenziale nell’alimentazione dello sportivo, viene facilmente perso con il sudore e le urine. La carenza di potassio è un problema soprattutto per le donne che, a causa del flusso mestruale e della ritenzione e perdita di fluidi nel corpo, possono riscontrarne spiccate variazioni. Di conseguenza molte donne sono costantemente vicine ad una carenza di potassio. Le donne impegnate in un programma d’allenamento impegnativo in particolare possono andare incontro ad un vero e proprio problema di salute a causa della combinazione di mestruazioni, fluidi e sudorazione in allenamento.

Il problema può essere grave anche negli uomini a causa delle grosse quantità perse con il sudore durante gli esercizi. Una lieve carenza può portare ad affaticamento e alla perdita della performance in palestra. Una carenza consistente può portare invece a problemi cardiaci come tachicardie e battiti irregolari. Questo è uno dei motivi per il quale troverete il potassio incluso in un buon integratore multivitaminico a titolo preventivo.

Per di più un recente studio ha mostrato che la carenza di potassio inibisce la sintesi proteica e in tal modo può sabotare alcuni degli effetti di tonificazione e modellamento che state cercando di conseguire attraverso l’allenamento in palestra ed un’alimentazione adeguata. Il potassio si trova in varie formule presso i negozi di alimentari e quelli di integratori. Di solito consiglio una dose di partenza quotidiana di 50-100 mg di semplice potassio fino ad un massimo di 600 mg al giorno.

Sebbene sia importante assumere del potassio per garantire che non ci siano carenze alimentari, è altrettanto importante non prenderne troppo. La moderazione è il segreto perché troppo potassio può darvi alcuni dei problemi che si possono verificare quando ne prendete troppo poco, compreso un battito cardiaco irregolare ed altri problemi cardiaci.

Articolo tratto da “Bella Forza Advanced” di Marco Ceriani. Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati

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23 agosto 2012

Alimenti proteici contro integratori proteici

del Dott. Mauro di Pasquale

Le fonti alimentari di proteine possono essere alimenti completi, soprattutto uova, carne, pesce e latticini. Gli integratori proteici sono solitamente poco costosi e contengono una o più di una delle seguenti proteine: soia, proteine del latte e delle uova, proteine idrolizzate con percentuali variabili di di-, tri- e polipeptidi, miscele di aminoacidi. L’opinione condivisa è che non esiste alcun valido studio scientifico o clinico che mostri che gli integratori di proteine intere diano un vantaggio anabolico rispetto ad alimenti proteici di alta qualità.

I vantaggi solitamente citati per l’impiego degli integratori proteici sono solitamente i seguenti:

1. Praticità nella preparazione, nella conservazione e maggiori tempi di scadenza.

2. Sostituzione delle proteine nella dieta per coloro che desiderano ridurre i grassi nella propria alimentazione.

3. Capacità di aumentare la quota proteica per coloro che desiderano tenere al minimo la quantità globale di cibo introdotta.

4. Aumento delle proteine introdotte con la dieta per coloro che non riescono a consumare il volume di alimenti necessario per assicurare una quota proteica adeguata o un suo incremento.

5. In alcuni casi, il costo degli integratori proteici è più basso dei corrispondenti alimenti ricchi di proteine.

Sebbene si tratti di valide giustificazioni, gli integratori proteici possiedono altri precisi vantaggi rispetto agli alimenti proteici interi nelle diete ipocaloriche, isocaloriche ed ipercaloriche.

Molti studi hanno mostrato che le proteine del latte possiedono effetti ergogeni. I risultati di questi studi indicano che le proteine degli integratori migliorano significativamente la situazione fisiologica, portano ad una migliore prestazione atletica e hanno come risultato incrementi rilevanti della massa magra e della forza. Nondimeno hanno mostrato che gli atleti che usano integratori proteici conseguivano un risultato superiore per l’aumento di muscolatura rispetto a coloro che prendevano semplicemente dal cibo la medesima quantità di proteine.

Inoltre, gli integratori proteici arricchiti con altri ingredienti, come la creatina monoidrata, la taurina e la L-glutamina, esaltano l’aumento di massa magra. I prodotti sostitutivi dei pasti (MRP), che siano per la perdita o per l’aumento di peso, vi forniscono i macro e i micronutrienti standard con diversi mix totali. Possono essere convenienti e anche più o meno costosi rispetto agli alimenti completi che si possono acquistare al supermercato. In ogni caso, essendo formule complete, sono solitamente più convenienti e permettono un’alimentazione migliore di quella che molti di noi fanno attraverso pasti a base di junk food e spuntini pieni di porcherie, e carenti di sostanze nutritive.

Eppure, se state attenti a ciò che acquistate e mangiate e desiderate investire tempo ed energia, potete cavarvela altrettanto bene, se non meglio, acquistando proprio gli alimenti completi e programmando la vostra dieta per l’incremento di peso o per il dimagrimento.

Alcuni dei più nuovi integratori completi di sostanze nutritive, ad ogni modo, come le miscele di proteine del siero del latte, caseine miscellari, proteine dell'albume d'uovo e lattoferrine, presentano indubbiamente un vantaggio rispetto alle diete preparate ancora più meticolosamente. Per avere livelli farmacologici di alcune delle sostanze nutritive presenti in questi prodotti, dovreste consumare una quantità irrealistica di certi alimenti con un introito energetico ed un incremento di grasso corporeo assai maggiori di quanto desiderato.

I migliori integratori proteici pertanto sono quelli che presentano combinazioni specifiche di varie proteine di qualità elevata. Assumere una combinazione di integratori proteici non solo aumenta le proteine introdotte con l’alimentazione, che dovrebbero essere addirittura più elevate quando si cerca di perdere peso e adipe rispetto ad ogni altro caso, ma darà pure una forte spinta al vostro metabolismo, all’ormone tiroideo e al tasso metabolico.

Come già ripetuto più volte, è importante fare in modo di assumere quotidianamente come minimo 2,2 g quotidiani di proteine per ogni chilogrammo di massa magra. È meglio suddividere la quota ad intervalli che non superino le tre ore durante il giorno. Prendetene un po’ prima di andare a dormire e appena vi svegliate per ridurre gli effetti catabolici del digiuno di otto ore circa che fate dormendo. Se vi svegliate durante la notte per andare al bagno, è il momento giusto per prendere un po’ di proteine in più e ridurre ulteriormente il catabolismo muscolare.

Quindi, per certi effetti e certi risultati, gli integratori alimentari di attenta progettazione e al massimo dell’innovazione sono meglio delle fonti proteiche rappresentate dagli alimenti tradizionali e possono essere impiegati in tutta sicurezza e con efficacia per aumentare la quota di proteine introdotte con l’alimentazione e come pasti sostitutivi fino a due volte al giorno.

Articolo tratto da “La dieta metabolica” del Dott. Mauro di Pasquale –  Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved

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21 agosto 2012

Allenamento e fabbisogno proteico

del Dott. Mauro Di Pasquale

L’allenamento accresce il fabbisogno proteico? Gli atleti lo affermano da anni consumando alimenti ricchi di proteine e aggiungendo integratori proteici alla loro dieta quotidiana. La maggioranza delle fonti mediche e scientifiche del passato ha cercato di screditare questa idea. Esse affermano che le diete iperproteiche non sono necessarie e che la RDA per le proteine ne prescrive più di quanto basti per ciascuno di noi, atleti compresi.

Negli ultimi anni invece alcuni studi effettuati tanto con atleti di sport di forza quanto con quelli di endurance hanno riscontrato che l’attività fisica alza davvero, e di molto, il fabbisogno proteico. Anche se i valori indicati nelle RDA possono essere sufficienti per mantenere in vita soggetti sedentari e non in forma, non è più scientificamente accettabile sostenere che sono sufficienti per un atleta.

Sembra infatti assai probabile che l’intenso stimolo muscolare dell’allenamento con i pesi elevi sia il catabolismo delle proteine sia il loro impiego come fonte energetica. Una dieta iperproteica protegge le proteine che devono essere utilizzate per tonificare e modellare il corpo evitando che, tra le altre cose, siano utilizzate come ulteriore fonte energetica durante l’allenamento. Il corpo brucerà queste proteine al posto di quelle all’interno delle cellule muscolari.

Uno studio condotto su animali ha visto che le proteine introdotte con l’alimentazione stimolavano direttamente lo sviluppo muscolare limitando il catabolismo proteico e incrementando i composti anabolici. Effetti simili sono stati riscontrati nell’uomo. Si è anche visto che le bevande proteiche prese dopo l’allenamento con i pesi possono portare ad un aumento della produzione di insulina e ormone della crescita ed avere così un notevole effetto anabolico sullo sviluppo del corpo. Pare inoltre ragionevole sostenere che quando l’intensità dello sforzo è elevata ed il corpo è stimolato ad adattarsi all’aumento di muscolatura, le proteine dovranno essere alzate per provvedere all’aumento di massa magra e di muscolatura.

La mia opinione è che una volta che vi siete allenati oltre un certo livello di intensità, le proteine introdotte attraverso l’alimentazione diventano molto importanti. Se vi state allenando in maniera davvero intensa, avrete bisogno di quantità aggiuntive di proteine per ottenere quell’ulteriore effetto sulla muscolatura che state ricercando. Se non vi state allenando a quel livello, allora probabilmente non vi serviranno così tante proteine.

E qual è la più semplice fonte alimentare di proteine per coloro che ne hanno bisogno? Uova, carne e latticini; quegli alimenti che la dieta con più grassi e meno carboidrati vi prescrive di consumare. In questa maniera, la dieta con più grassi e meno carboidrati funziona doppiamente bene nel fornire alla persona che segue questo regime nutrendo il massimo delle ambizioni per un modellamento corporeo superiore.

Benché ci siano state alcune preoccupazioni sugli effetti per i reni di un’assunzione elevata di proteine attraverso la dieta, non sembra esserci alcun motivo reale di timore per quanto riguarda la quantità di proteine prescritta dalla maggior parte delle diete iperproteiche (fino a 2,2 g al giorno di proteine per ogni chilogrammo di massa magra). Anzi, alcuni studi condotti su animali hanno indicato un effetto positivo delle diete iperproteiche sulla funzionalità renale. Nessuno degli studi fino ad oggi effettuati sul consumo di proteine ha dimostrato che un’assunzione elevata di proteine comprometta la salute dei reni delle persone sane.

Articolo tratto da “La dieta metabolica” del Dott. Mauro di Pasquale –  Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved

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19 agosto 2012

I fitoestrogeni per un seno più bello

del Dott. Marco Ceriani

Esistono sul mercato supplementi appositamente formulati sia per la tonificazione, sia per l’incremento di volume del seno. Si tratta in genere di formulazioni basate su di un’elevata concentrazione in fitoestrogeni.  I fitoestrogeni sono sostanze naturali, contenute in modo particolare in alcune piante, che hanno un’azione simile agli estrogeni, gli ormoni femminili, utili per il mantenimento del benessere e la promozione della longevità (vivere meglio e più a lungo).

I fitoestrogeni sono definiti anche estrogeni deboli, poiché, pur possedendo una struttura chimica simile agli ormoni femminili, hanno un’attività biologica mille volte inferiore agli estrogeni prodotti dal corpo umano. Gli estrogeni vegetali (o fitoestrogeni) stimolano la crescita del tessuto ghiandolare in modo tale da produrre un effetto positivo sui ricettori del seno, che attraggono naturalmente gli estrogeni assunti come supplemento alimentare, inducendo una reazione simile a quella che si verifica durante la pubertà: sviluppo e crescita del tessuto ghiandolare con conseguente aumento della dimensione del volume del seno. Con un’assunzione regolare e costante di fitoestrogeni, il seno acquisisce maggior turgore e pienezza con un effetto estetico desiderabile.

I supplementi oggi in commercio sono basati sull’azione di estratti e fibre di vegetali come: luppolo, segale, malto, orzo, finocchio e grano saraceno; ad essi, in genere, è solitamente associata anche L-Ornitina per un migliore effetto sinergico. I fitoestrogeni sono oggi considerati composti utili anche nella protezione delle forme tumorali e, al contempo, sono in grado di sviluppare nuovo tessuto nelle ghiandole mammarie. Inoltre, alcuni vegetali come il luppolo contengono potenti molecole (xanthohumol) ad elevata azione protettiva verso i tumori.

In genere le donne più giovani avvertono un migliore effetto sull’aumento e rassodamento del seno (in alcuni casi si può arrivare anche ad alcune taglie in più). I fitoestrogeni sono invece meno efficaci sulle donne in pre-menopausa, in menopausa e post menopausa.



I fitoestrogeni agiscono positivamente anche sulla crescita di capelli e delle unghie, inoltre aiutano a mantenere una pelle più levigata, migliorando la regolarità del ciclo mestruale, e in molti casi portano anche ad una diminuzione dei livelli di colesterolo. In pre-menopausa l’assunzione di fitoestrogeni può essere utilizzata validamente come una terapia sostitutiva agli ormoni naturali (con effetti migliorativi anche sulla traspirazione notturna e diminuzione della secchezza della pelle).

Infatti analizzando la diversa composizione della dieta tradizionale dei Paesi orientali, dove la sintomatologia della menopausa è estremamente ridotta, si è scoperto come una alimentazione a base di soia (ricca di fitoestrogeni) è in grado di diminuire gli effetti negativi legati al periodo della menopausa.

Articolo tratto da “Bella Forza Advanced” di Marco Ceriani. Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati

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17 agosto 2012

Vitamine e minerali: la guerra dei dosaggi raccomandati

del Dott. Marco Ceriani 

Il fabbisogno giornaliero di vitamine e minerali è stabilito dai vari organismi di nutrizione nazionali e internazionali. I primi a redigere un protocollo di assunzione sono stati gli americani che hanno messo a punto, già dal primo dopoguerra, le RDA (Recommended Dietary Allowance, razione dietetica raccomandata).

L’RDA tuttavia è uno standard di base che non tiene conto dei valori nutrizionali finalizzati all’effettivo benessere della persona. Ulteriori fabbisogni dovuti ad esempio a una vita attiva e agonistica non sono neppure lontanamente presi in considerazione da questo indicatore. Quindi l’RDA, dal momento che rappresenta il minimo indispensabile di ciascun nutriente necessario per la sopravvivenza, non è lo standard corretto per indicare i valori che ogni persona, sulla base delle sue proprie caratteristiche morfologiche e livello di attività svolta, dovrebbe assumere per essere in buona salute. Nonostante questo viene riportato come parametro di riferimento su quasi tutte le confezioni di prodotti alimentari!

All’RDA sono seguiti i LARN (Livelli di Assunzione Raccomandati di energia e Nutrienti) italiani e le indicazioni europee che purtroppo differiscono, anche se di poco, dalle RDA americane. I LARN si ispirano ai criteri di quantificazione dei fabbisogni nutrizionali seguiti dal Comitato Scientifico dell’Unione Europea che hanno addirittura portato alla definizione di valori generalmente inferiori a quelli stabiliti con le RDA.

Nel 1997 sono state introdotte le RDI (Reference Daily Intake) ad opera dell’Istituto di Medicina americano “National Academy” che hanno introdotto un nuovo concetto di dosaggio passando dai livelli raccomandati (intesi come apporto minimo di nutrienti sufficiente solamente per non sviluppare malattie a causa della loro carenza) a un concetto più evoluto e complesso di livelli di assunzione “adeguati” dei nutrienti, arrivando anche a definire i limiti superiori di sicurezza per macro e micronutrienti. Si può dire che si è passati da un livello minimo di sussistenza ad uno maggiormente basato al concetto di salute, prevenzione e benessere.

Le RDI sono in pratica una raccolta di indicazioni sulla nutrizione, redatte dal Ministero dell’Agricoltura degli Stati Uniti, destinate ai professionisti del settore medico-sanitario ed alla divulgazione.

Le indicazioni includono notizie ed approfondimenti per:

• l’etichettatura degli alimenti (per Stati Uniti e Canada)

• la ristorazione collettiva (scuole, ospedali, ecc.)

• la produzione di alimenti

• personale statale addetto alla sanità pubblica.

Da notare che anche in questo caso non sono state prese in considerazione le esigenze di chi pratica sport sia a livello agonistico che dilettantistico.

Oggi sono allo studio, in America, nuovi standard (ODA = Optimal Dietary/Daily Allowance) maggiormente orientati a valutare il livello di nutrienti che risulti ottimale per la popolazione. Purtroppo per noi ancora una volta gli atleti sono stati esclusi da qualunque considerazione!

Articolo tratto da “Bella Forza Advanced” di Marco Ceriani. Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati

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15 agosto 2012

Glucosammina e condroitina per la salute delle articolazioni

del Dott. Marco Ceriani

Glucosammina e condroitina solfato sono molecole dotate di un’azione sinergica dalla bibliografia scientifica sterminata.

La glucosammina deriva dal glucosio e dalla glutammina. È nota in differenti declinazioni solfato, HCl (glucosammina idrocloridrato) e N-acetil-glucosammina (NAG). La glucosammina solfato è la forma in cui è meglio assorbita nell’uomo (circa il 90% di quella supplementata) utilizzata ad esempio nel trattamento delle osteoartrosi, la forma HCl è invece impiegata in ambito veterinario. La glucosammina dovrebbe sempre essere assunta con degli alimenti solidi per minimizzare i possibili disturbi gastro-intestinali. Nota: non abbinare mai l’assunzione di glucosammina con i diuretici!

La condroitina solfato costituisce il componente primario della cartilagine che subisce un progressivo e inarrestabile deterioramento con l’avanzare dell’età. Grazie alla sua capacità di richiamare acqua, la condroitina solfato aiuta a lubrificare le articolazioni. L’assimilazione della condroitina supplementata è molto bassa (10% circa di quella ingerita).

L’abbinamento glucosammina-condroitina solfato rappresenta un classico nelle terapie delle osteoartriti e costituisce un’ottima prevenzione agli infortuni osteoarticolari (favoriti nella pratica sportiva dal superlavoro articolare che crea stress da sovraccarico funzionale). La supplementazione regolare dei due composti aiuta a prevenire l’usura della cartilagine e stimola la produzione di cartilagine in quelle zone articolari usurate tramite la sintesi di glicosaminoglicani.

Sono molto diffusi anche supplementi a base di estratti di sottoprodotti dei pesci (cartilagine di squalo), ma si tratta di prodotti nei quali è in genere impossibile stabilire la qualità, la purezza e la concentrazione dei composti attivi ed è quindi impossibile stabilire il quantitativo di assunzione.

I supplementi di glucosammina e condroitina solfato sono indicati per il mantenimento del trofismo cartilagineo negli atleti, nelle persone attive e in chiave mantenimento dopo i 40 anni. Il Collagene di tipo II e la Glucosammina sono dotati di proprietà positive, oltre che sul fisiologico mantenimento del trofismo delle cartilagini articolari, anche sulla naturale stimolazione dei processi finalizzati alla loro autoriparazione.

Articolo tratto da “Bella Forza Advanced” di Marco Ceriani. Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati

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13 agosto 2012

Gli effetti benefici della caffeina

del dott. Marco Ceriani

Il caffè è una bevanda tonico-nervina che apporta alcune molecole dotate di azione farmacologica come la caffeina (presente anche in altre bevande e alimenti comuni come: cola, tè, cioccolata e cacao).

Oggi gli studi scientifici più che ad un uso indiscriminato della parola caffè, tendono a distinguere i vari tipi di bevanda.

Alcuni studi hanno dimostrato una relazione diretta tra l'assunzione di alcune molecole presenti nella caffeina, chiamate diterpeni, e l'aumento del colesterolo LDL ematico. Questo effetto si verifica in particolare con l'assunzione di caffè espresso, da moka o francese. Quello all’americana non presenta invece nessuna controindicazione perché le molecole che innalzano il colesterolo (i diterpeni) restano nel filtro.

Uno studio recente (A. James Greenberg, American Journal of Clinical Nutrition, 03-2007) ne esalta le proprietà antiossidanti dovute ai composti fenolici, mentre altri ne evidenziano gli effetti positivi sul diabete di tipo II, che sembra migliorare il metabolismo del glucosio riducendone l’assorbimento intestinale e stimolando la secrezione dell’ormone intestinale che favorisce la secrezione dell’insulina dal pancreas.

Non vi sono validi motivi per rinunciare a questa bevanda (nella dose di 1-2 tazzine al giorno); è sconsigliabile invece l’assunzione frequente per i soggetti con stati d’ansia, aritmie cardiache o infartuati. 

Gli atleti devono tenere presente che la caffeina:

• è considerata, a dosaggi elevati, una sostanza dopante (azione stimolante)

• può causare una blanda azione diuretica che può peggiorare le performance sportive (a elevata temperatura e umidità)


La caffeina è considerata un supplemento alimentare in ambito agonistico per la sua dimostrata azione stimolante (attenua il senso di fatica), in grado di migliorare le prestazioni aerobiche moderate. L’aumento della frequenza respiratoria conseguente all’assunzione di caffeina, può determinare un miglioramento dell’ossigenazione cellulare negli sport di endurance, oltre a effetti stimolanti a carico del sistema nervoso centrale (stimolazione diretta e indiretta) e di quello muscolare.

Valutazioni effettuate su nuotatori hanno evidenziato come un’assunzione di caffeina prima della pratica sportiva sia in grado di migliorare le performance di durata inferiore ai 20 minuti. Altri test condotti su atleti supplementati con caffeina (10 mg per kg di peso corporeo) un’ora prima di svolgere attività aerobica su tapis roulant, hanno evidenziato miglioramenti fino al 20% rispetto ad atleti con placebo e senza caffeina.

La caffeina è metabolizzata rapidamente nel tratto intestinale (i picchi di concentrazione nel plasma sono raggiunti in meno di un’ora). Assunta prima dell’attività fisica, la caffeina accelera il metabolismo dei grassi, riducendo al contempo l’ossidazione dei carboidrati. 

CONTENUTO IN CAFFEINA NELLE BEVANDE A BASE DI CAFFÈ

Moka (tazzina da 50 ml)......................................................80 mg

Espresso (tazzina da 30 ml)................................................40 mg

Americano (150 ml) .........................................................115 mg

Caffè istantaneo (150 ml)....................................................65 mg

Decaffeinato (150 ml)...........................................................3 mg

Bibite a base di cola (33 cl) .................................................46 mg

Cioccolata (150 ml).........................................................2-20 mg

Tè classico (150 ml) ...........................................................40 mg

Tè freddo (150 ml)..............................................................45 mg 

Fonte: CoSIC (Coffee Science Information Centre) www.cosic.org

Articolo tratto da "Bella Forza Advanced" di Marco Ceriani. Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati

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11 agosto 2012

Il grasso ostinato: come eliminarlo (quarta parte)

di Ori Hofmekler

Ricapitolando quanto detto nella terza parte di questo articolo, è possibile prevenire il grasso ostinato:

1. evitando le variazioni di peso;
2. evitando di mangiare alimenti ai quali siamo intolleranti;
3. riducendo al minimo il consumo di alimenti non biologici;
4. bevendo acqua pura e filtrata;
5. evitando gli alimenti ed i liquidi che odorano di plastica;
6. evitando il consumo eccessivo di alcol;
7 controllando i livelli di insulina e riducendo al minimo l’assunzione di carboidrati;
8. facendo un regolare esercizio fisico.

Se avete del grasso ostinato (in genere gli uomini lo hanno intorno alla pancia e al petto e le donne intorno ai fianchi, alle natiche ed alle cosce) e ve ne volete liberare definitivamente, dovreste prendere in considerazione la possibilità di provare alcuni integratori naturali che possono aiutarvi a metabolizzarlo. 

Bloccanti degli estrogeni: bioflavonoidi degli agrumi e flavoni della soia

I bioflavonoidi degli agrumi hanno la proprietà naturale di bloccare gli estrogeni e sono presenti in abbondanza nello strato bianco e spugnoso della buccia degli agrumi. I flavoni della soia, invece, hanno lievi proprietà estrogene. Infatti, si pensa che i flavoni della soia si leghino con i recettori degli estrogeni nei tessuti, impedendo, così, a questi recettori di legarsi con l’estradiolo, un ormone estrogeno molto potente, che infatti viene chiamato “l’estrogeno cattivo”, perché può avere seri effetti negativi sull’organismo, come ritenzione idrica, gonfiore, accumulo di grasso corporeo, femminilizzazione negli uomini (come formazione di seno), formazione di grasso sottocutaneo e di grasso ostinato intorno al petto e alla pancia.

Esperimenti condotti in Italia hanno mostrato che combinare i bioflavonoidi degli agrumi con i flavoni della soia può essere un metodo naturale molto efficace per bloccare gli effetti estrogeni sull’organismo. Infatti, è stato visto che la combinazione di bioflavonoidi degli agrumi e flavoni della soia creava una difesa più efficace contro gli estrogeni rispetto ai soli flavoni della soia.

Oggi è pratica diffusa assumere i flavoni della soia come aiuto preventivo naturale contro il cancro causato dagli estrogeni, ma penso che una combinazione di bioflavonoidi degli agrumi con ortica e lignani dei semi di lino sia ancora più efficace. Inoltre, i flavoni della soia possono avere effetti estrogenici su alcune persone.

Infine, vorrei ricordare che coloro che sono sensibili alla soia devono consultare il proprio medico prima di assumere integratori contenenti flavoni della soia.

Nutrienti antiaromatasi: crisina, quercetina, lignani ed ortica 

Crisina. La crisina è un flavone che viene estratto dalla pianta della Passiflora, ovvero dal fiore della passione, ed è chimicamente simile al flavonoide quercetina. Ci fu un grande boom della crisina alcuni anni fa, quando si pensava che fosse un’ottima sostanza antiaromatasi naturale. Ma recenti studi hanno messo in dubbio la sicurezza della crisina. Infatti, alcuni ricercatori pensano che possa causare l’inibizione irreversibile degli enzimi vivi.

Quercetina. La quercetina è un flavonoide che serve come base per la formazione di molti altri flavonoidi, compresi i flavonoidi degli agrumi. Secondo me, la quercetina può essere un buon agente antiaromatasi se preso insieme ad altri bioflavonoidi degli agrumi. Infatti, questi flavoni e flavonoidi sono molto efficaci se combinati insieme, mentre non lo sono più se vengono presi da soli. L’effetto sinergico di queste sostanze combinate insieme è ciò che le rende così efficaci. Così appaiono in natura e così devono essere assunte per ottenere risultati positivi.

Lignani. Secondo Udo Erasmus, i lignani presenti nella parte fibrosa dei semi di lino, hanno proprietà antiestrogene. Non è chiaro se bloccano soltanto i recettori degli estrogeni o se bloccano anche l’enzima aromatasi, tuttavia è stato dimostrato che i legnani possono essere un valido aiuto naturale contro i problemi dovuti agli estrogeni. Il modo migliore per assumere lignani di semi di lino in maniera naturale è consumare olio di semi di lino ad elevato contenuto di lignani oppure pasti a base di semi di lino. Entrambi possono essere acquistati nei negozi di alimentazione naturale.

Ortica. L’ortica è un’erba che ha buone potenzialità come aiuto naturale contro l’aromatasi. In passato, i semi e le radici di ortica venivano usati per aumentare la potenza sessuale. Infatti, quest’erba può avere effetti afrodisiaci sugli uomini incrementando i livelli di testosterone nel sangue. Le proprietà anti-aromatizzanti dell’ortica derivano probabilmente dalla sua capacità di legarsi con l’enzima aromatasi e quindi neutralizzarlo. Recenti studi hanno mostrato che questa pianta può essere utile anche per curare l’ingrossamento della prostata. Se decidi di assumere ortica, segui sempre il dosaggio indicato sulla confezione. L’ortica può essere anche un buon aiuto per le donne contro l’accumulo di grasso ostinato dovuto agli estrogeni. Inoltre, sempre per le donne, grazie al suo elevato contenuto di lignani, quest’erba può aiutare a bloccare gli effetti dell’estradiolo.

Depuratori per il fegato: indole-3-carbinolo, cardo mariano, radici di tarassaco e S-adenosilmetionina (SAMe)

Come ho detto prima, una delle cause di un’eccessiva attività estrogenica nell’organismo è il malfunzionamento del fegato. Infatti, il fegato funziona da filtro, il cui compito è di smaltire o neutralizzare le tossine, evitando così che raggiungano il sangue. Ma un eccessivo consumo di alcol, per esempio, può bloccare l’enzima epatico che distrugge l’estrogeno. In questo caso, quindi, i derivati tossici dell’estrogeno vanno direttamente nel flusso sanguigno, provocando effetti estrogenici negativi. Questa è una delle ragioni per cui molti forti bevitori e alcolisti hanno problemi di accumulo di grasso ostinato dovuto agli estrogeni.

L’indole-3-carbinolo è un flavone che si trova nei broccoli, nel cavolfiore, nei cavolini di Bruxelles, nel ravizzolo ed in altre verdure della famiglia delle crocifere e che sembra sia un aiuto naturale per il metabolismo degli estrogeni nel fegato. Ma bisognerebbe mangiare grandi quantità di crocifere per ottenere risultati positivi e ciò può non essere piacevole, se non sgradevole, perché consumare grandi quantità di broccoli, per esempio, può causare formazione di gas intestinali oppure far correre al bagno. Ma oggi è possibile acquistare una forma attiva di indole-3-carbinolo, brevettato sotto il nome di “Dim” e distribuito con il marchio Indolplex. Tuttavia, mangiare crocifere periodicamente è un modo semplice e naturale per proteggere il fegato. A coloro che hanno problemi epatici dovuti all’alcol, consiglio di assumere degli integratori; mentre le persone sane, secondo me, dovrebbero essere in grado di proteggersi semplicemente mantenendo un’alimentazione corretta.

Cardo Mariano e radici di tarassaco. Coloro che vogliono accelerare la depurazione ed il recupero del fegato possono assumere del cardo mariano e delle radici di tarassaco, perché è stato dimostrato che queste erbe possono aiutare il fegato a depurarsi e a recuperare. La radice di tarassaco è un’erba diuretica e leggermente lassativa, quindi fai attenzione a quanta ne assumi. Inizia con piccole dosi, guarda come reagisci e poi aumenta leggermente. Entrambe queste erbe si possono trovare sotto forma di tè, tintura e capsule.

La S-adenosilmetionina (SAMe), infine, è un integratore relativamente nuovo. La sua funzione principale è quella di alleviare la depressione, ma può essere utile anche per depurare il fegato, soprattutto per coloro che soffrono di intossicazione da estrogeni. L’organismo umano produce naturalmente S-adenosilmetionina, ma coloro che hanno problemi metabolici, o carenze di nutrienti, possono non produrne a sufficienza. Tuttavia, è possibile trovare questo integratore nei negozi di alimenti per la salute e nei negozi specializzati nella vendita di vitamine.


Articolo liberamente tratto da “The Warrior Diet” di Ori Hofmekler, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!


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9 agosto 2012

Il grasso ostinato: come evitarlo (terza parte)

di Ori Hofmekler

Ci sono varie cose che si possono fare per evitare il grasso ostinato:

1. evitare le diete strette e quelle diete che fanno prima perdere grasso e poi riprenderlo: il grasso di seconda generazione è più ostinato di quello di prima generazione ed inoltre più variazioni di peso si hanno, più grasso ostinato si accumula;

2. evitare di consumare alimenti ai quali si può essere sensibili od allergici. Alcuni sono intolleranti a certi alimenti, come il frumento, i latticini o la soia. Se pensi di essere tra queste persone, fai un controllo per le intolleranze alimentari;

3. mangiare cibi biologici il più possibile, evitando così molte sostanze estrogene presenti negli alimenti, come petrolio ed altri fertilizzanti, pesticidi, erbicidi chimici (presenti nei prodotti non biologici) ed ormoni presenti nella carne, nel pollame, nei latticini e nelle uova di produzione non biologica;

4. bere acqua pura e filtrata. Non bere e non cucinare con l’acqua del rubinetto, perché non è filtrata;

5. se il cibo od i liquidi odorano di plastica, evitare di usarli;

6. ridurre al minimo il consumo di alcol. Infatti, un eccessivo consumo di alcol può compromettere la capacità del fegato di smaltire ed eliminare i derivati degli estrogeni e se ciò avviene, queste sostanze penetrano nel sangue provocando sintomi sgradevoli, come sensazione di gonfiore, ritenzione idrica ed accumulo di grasso ostinato. Inoltre, se queste tossine non vengono tenute sotto controllo possono causare malattie croniche e persino il cancro;

7. controllare i livelli di insulina. Cerca di ridurre al minimo ed in maniera naturale la quantità di carboidrati assunti riservandoli per la parte finale del pasto. Inoltre, se necessario, puoi integrare l’alimentazione con tutti i nutrienti essenziali necessari per stabilizzare i livelli di insulina, come acidi grassi essenziali, vitamine e minerali;

8. fare regolare attività fisica. Infatti, un’alimentazione completa ed un regolare esercizio fisico sono la prima difesa contro l’accumulo di grasso ostinato.

Udo Erasmus, il professionista “esperto dei grassi buoni”, sostiene che molte fibre plastiche contengono sostanze chimiche estrogene dannose per la salute. Secondo me, evitare totalmente la plastica non è pratico e quasi impossibile, visto il suo grande uso. Quindi, consiglio a tutti di controllare il tipo di plastica usato prima di acquistare e consumare i prodotti confezionati o imbottigliati, ed inoltre, come ho detto prima, usa i tuoi sensi, cioè se un alimento od un liquido odora di plastica, evita di usarlo. Inoltre, gli alimenti acidi, come succo di limone, aceto, salsa di pomodoro e vino non dovrebbero essere confezionati o conservati in contenitori di plastica, perché le sostanze acide reagiscono con certi tipi di materiali plastici.

Personalmente prendo sempre alcune precauzioni, come:

1. togliere un po’ dello strato superiore dei cibi (come il formaggio, per esempio) che sono stati confezionati nella plastica;

2. conservare i cibi e le bevande in contenitori di vetro o di  ceramica.

Quello della plastica è un argomento molto controverso. Infatti, il suo uso per confezionare cibi, bevande ed oli è molto diffuso. La maggior parte di queste bottiglie di plastica è in polietilene (un tipo di plastica che è stato dimostrato essere sufficientemente sicura come materiale per confezionare alimenti ed oli), ma sul mercato oggi si possono trovare anche alcuni tipi di plastica che sono tossici.

L’esercizio fisico, infine è vero che da un lato aumenta il metabolismo, riduce i sintomi legati allo stress e quindi accelera gli effetti della dieta. Tuttavia, evita di superallenarti. Infatti, stressare eccessivamente l’organismo può causare l’effetto opposto e rallentare il metabolismo, quindi valuta bene il giusto rapporto tra volume di allenamento, intensità e frequenza!

Nella prossima ed ultima parte di questo articolo vi elencherò alcune strategie integrative che, se applicate assieme ai consigli che vi ho dato, vi potranno aiutare ad eliminare il grasso ostinato!

Articolo liberamente tratto da “The Warrior Diet” di Ori Hofmekler, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!

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7 agosto 2012

Il grasso ostinato: perché si forma (seconda parte)

di Ori Hofmekler

Ci sono molte ragioni per cui si può avere accumulo di grasso ostinato. Sia negli uomini sia nelle donne, per esempio, può essere la conseguenza di un’alimentazione scorretta, dell’incapacità da parte del fegato di eliminare i derivati degli estrogeni oppure di una particolare sensibilità a certi alimenti o alle sostanze chimiche in essi contenute. Ma l’accumulo di grasso è associato anche all’insensibilità all’insulina e ad un eccessivo consumo di carboidrati. Infatti, consumare troppi carboidrati, soprattutto zuccheri e carboidrati raffinati, stimola il pancreas a produrre insulina per abbassare i livelli di zuccheri nel sangue ed un’eventuale iperinsulinemia può causare insensibilità all’insulina.

Quando ciò avviene, l’organismo converte questi carboidrati in eccesso in trigliceridi e grassi.



Ma l’insensibilità all’insulina può essere causata anche da una carenza di certi nutrienti come vitamine e minerali, quali vitamine del gruppo B, cromo, magnesio, zinco e l’acido grasso essenziale omega-3 (cioè, acido alfalinoleico) e ciò può compromettere il metabolismo dei grassi nei mitocondri (composti presenti nelle cellule responsabili della produzione di energia e del metabolismo dei grassi).

L’accumulo di grasso ostinato può essere anche dovuto ad una carenza di proteine. I vegetariani ed i vegetaliani sono i più soggetti a soffrire di carenze proteiche e soprattutto dell’aminoacido essenziale lisina. La lisina, che si trova in abbondanza nelle proteine animali, ma non nei cereali, si converte nell’organismo in L-carnitina, che è un aminoacido fondamentale per il metabolismo dei grassi. La carnitina si trova soltanto negli alimenti animali, soprattutto nella carne rossa, e senza quantità sufficienti di carnitina e degli enzimi ad essa collegati la capacità di bruciare grassi viene seriamente compromessa.

Per quanto riguarda gli uomini, il grasso ostinato può anche essere un problema legato all’età. Infatti, più gli uomini invecchiano, più il testosterone viene convertito in estrogeno (questo processo si chiama aromatizzazione). Inoltre, più gli uomini invecchiano, più l’enzima aromatasi diventa attivo. I tessuti adiposi producono questo enzima, quindi accelerano il processo che converte il testosterone in estrogeno.

Anche nelle donne, in genere, si ha un accumulo di grasso ostinato andando avanti con l’età, soprattutto sui fianchi, sulle cosce e sulle natiche, ma in alcune donne si accumula anche nella parte superiore delle braccia e su tutte le gambe. La causa di questo problema nelle donne può essere dovuta a fluttuazioni ormonali oppure ad un aumento dei recettori degli estrogeni nei tessuti.

Inoltre, insensibilità all’insulina dovuta all’età, stress cronico, malfunzionamento del fegato, diminuzione dell’attività tiroidea, permeabilità vascolare ed esaurimento delle ghiandole surrenali possono aggravare questo problema sia nelle donne che negli uomini.

In ogni caso sappiate che ci sono metodi naturali che possono bloccare questo processo di creazione ed accumulo di grasso ostinato. Per conoscerli dovrete attendere la terza parte di questo articolo!

Articolo liberamente tratto da “The Warrior Diet” di Ori Hofmekler, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!

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