Ecco per voi una domanda a bruciapelo: qual è il
farmaco maggiormente utilizzato dai bodybuilder? La risposta non riguarda l’uso
di steroidi anabolizzanti o di ormone della crescita, né si parla di tiroide,
beta-agonisti o altri ormoni anabolizzanti. Il farmaco più utilizzato dai
bodybuilder è anche quello più diffuso nel mondo: la caffeina.
Negli Stati
Uniti, circa 4 persone su 5 mangiano, bevono o assumono un prodotto che
contiene caffeina. La caffeina è molto diffusa in natura ed è presente in oltre
60 piante conosciute. Le fonti principali di caffeina sono il caffè e il tè,
però si trova anche nelle bevande con cola, nei farmaci e in altri prodotti.
Però il 75% della caffeina assunta è ingerita con il caffè, mentre l’altro 25%
è tratto soprattutto da tè e prodotti con cacao. Il caffè, con in media 100 mg
di caffeina per tazza, contiene il doppio della caffeina del tè. Una bottiglia
da 330 ml di una bevanda con cola contiene fra 35 e 55 mg di caffeina, in gran
parte aggiunta.
La ragione
per cui gran parte delle persone assume alimenti contenenti caffeina è
l’ottenimento di una serie di benefici associati alla sostanza. Questi
comprendono l’aumento della vigilanza, l’elaborazione cognitiva più rapida e la
riduzione dell’affaticamento. Altri effetti non particolarmente perseguiti
dalle persone comprendono: stimolazione del cuore, maggiore secrezione di acidi
gastrici e aumento della produzione di urina.
Dal punto di
vista atletico, la caffeina è considerata un aiuto ergogeno, perché può
migliorare la prestazione atletica. Uno studio recente ha esaminato alcune
delle proprietà brucia grassi della caffeina durante il riposo1. Lo
studio ha scoperto che l’assunzione di caffeina ha aumentato il dispendio
energetico del 13%. Altri effetti comprendono l’aumento del 24%
dell’ossidazione dei grassi, con il riciclo del 76%, probabilmente a causa
della condizione di riposo utilizzata nello studio. Gran parte di questi
effetti è stata attribuita all’aumento dell’attività del sistema nervoso
simpatico, o al rilascio di ormoni simpatici, come l’adrenalina e la
noradrenalina, a seguito dell’assunzione di caffeina.
L’aumento
del rilascio di acidi grassi indotto dalla caffeina può interferire con
l’attività insulinica, causando problemi di insensibilità all’insulina.
Tuttavia, studi mostrano che l’attività fisica sembra alleviare questo problema
specifico. In effetti, uno studio recente ha mostrato che bere caffè produce
effetti protettivi contro la comparsa del diabete tipo-22. I
ricercatori che hanno condotto questo studio suggeriscono che i nutrienti
presenti nel caffè, come il magnesio, e non la caffeina, possono essere i
fattori protettivi presenti nel caffè.
Un altro
studio recente ha scoperto un effetto protettivo della caffeina contro la
comparsa del morbo di Alzheimer3. Questo perché la caffeina ha
ridotto gli effetti tossici di una proteina cerebrale, detta beta-amiloide, sui
neuroni cerebrali. L’accumulo di beta-amiloide è considerato uno degli effetti
scatenanti per la comparsa del morbo di Alzheimer.
Poiché la
caffeina favorisce il rilascio di ormoni simpatici, che hanno un’attività
stimolante nel corpo, non sorprende che la caffeina possa causare molta ansia
in alcune persone. Infatti, questo effetto della caffeina, detto anche
“caffeinismo” è così problematico per alcuni che circa il 20% delle persone non
può tollerare gli alimenti che contengono caffeina. Tuttavia, uno studio ha
scoperto che l’attività fisica può alleviare l’ansia indotta da alte dosi di
caffeina4.
Il rilascio
di ormoni simpatici indotto dalla caffeina può stimolare il cuore e aumentare
la pressione ematica. Alcuni farmaci spesso prescritti dai medici per curare le
malattie cardiovascolari, noti come beta-bloccanti, agiscono bloccando gli
effetti degli ormoni simpatici sul cuore e sul sistema cardiovascolare. La
caffeina sembra essere problematica per i suoi effetti sul sistema
cardiovascolare. Però gran parte degli studi non ha riscontrato effetti
negativi significativi della caffeina sulla funzione cardiovascolare, se non
sono assunte quantità eccessive.
Per esempio,
uno studio5 ha esaminato gli effetti della caffeina sui livelli di
omocisteina nel corpo. L’omocisteina è un sottoprodotto tossico del metabolismo
dell’amminoacido essenziale metionina. L’omocisteina è collegata ai problemi
cardiovascolari e ad altre malattie. Nello studio sulla caffeina, volontari
sani hanno assunto un litro al giorno di caffè filtrato e 24 dei 25 soggetti
hanno mostrato incrementi rilevanti dell’omocisteina nel sangue. Lo studio
prevedeva di bere oltre un litro di caffè al giorno per un mese. Assumere i
nutrienti vitamina B12, acido folico e vitamina B6 neutralizza gli effetti
dell’omocisteina, convertendola in una sostanza innocua che è espulsa dal
corpo.
Un altro
studio recente6 ha scoperto che 4 tazze di caffè filtrato al giorno
per un mese hanno aumentato i livelli ematici di colesterolo. Studi precedenti
avevano mostrato che bere caffè non filtrato aumentava i livelli di
colesterolo. Gli scienziati hanno ricondotto questo effetto agli elementi
chiamati diterpeni presenti nel caffè. I filtri per caffè servivano a
trattenere queste sostanze, rendendo il caffè filtrato sicuro, o almeno così
pensavano. Tuttavia, l’aumento del colesterolo con l’assunzione di caffè è
rilevante solo per chi presenta già livelli di colesterolo elevati. Per gli
altri, l’effetto è insignificante.
Bere più di
5 tazze di caffè al giorno può causare insonnia, in particolare se il caffè è
assunto la sera. Il caffè, oltre a contenere caffeina, contiene anche altre
sostanze, come la teofillina, che è un farmaco comune usato per curare l’asma
bronchiale. Il farmaco agisce dilatando i tubi bronchiali o respiratori, e lo
stesso fa il caffè. Recentemente, è stato scoperto che un altro ingrediente del
caffè chiamato teobromina è in grado di calmare la tosse più di quanto fanno i
farmaci da banco contro la tosse. La caffeina non causa danni agli organi e
raggiunge il picco nel sangue circa 2 ore dopo l’assunzione. La sostanza è
metabolizzata nel fegato e poi espulsa dai reni.
Il caffè è
considerato esercitare i suoi effetti di stimolazione cerebrale bloccando i
recettori cerebrali per una sostanza chiamata adenosina. L’adenosina agisce
rallentando l’attività delle cellule attive nel cervello, cioè i neuroni.
Quindi, bloccando l’adenosina, la caffeina produce una sensazione di chiarezza
e concentrazione mentale. D’altra parte, la caffeina costringe i vasi ematici
nel cervello, riducendo il flusso ematico e l’attività metabolica nel cervello.
Poiché la
caffeina è un farmaco, è logico pensare che ci sia un prezzo da pagare se si
interrompe bruscamente l’assunzione di caffeina. Gli effetti dello stop della
caffeina comprendono mal di testa, sonnolenza, stanchezza. Molti di questi
effetti sono dovuti a un incremento dei recettori dell’adenosina nel cervello
indotto dall’assunzione continua di caffeina. Quando la caffeina è interrotta
bruscamente, nel cervello si verifica un’attività eccessiva dell’adenosina, che
causa i sintomi dell’interruzione della caffeina.
Come altri
farmaci, gli effetti fisiologici della caffeina dipendono dalla dose. Assumere
100-200 mg di caffeina, cioè la quantità presente in una tazza di tè, aumentala
la vigilanza mentale e riduce la stanchezza. Con 1 g di caffeina compaiono gli
effetti del caffeinismo, come ansia eccessiva, disturbi lievi del ritmo
cardiaco e disturbi gastrointestinali. Se per una qualche ragione folle doveste
assumere 10 g di caffeina, cioè la caffeina presente in 100 tazze di caffè,
morireste.
Molti degli
integratori “brucia grassi” più popolari venduti sul mercato contengono una
qualche forma di caffeina. Fra gli ingredienti che contengono caffeina tipici
di queste formule c’è il guaranà, una pianta brasiliana che contiene il 7% di
caffeina, contro il 2% del caffè. Un integratore stimolante molto popolare
negli anni ‘970 chiamato “Zoom” era fatto totalmente di guaranà e la sua
attività lo dimostrava. Un’altra forma tipica di caffeina presente negli
integratori è il mate, sempre dal Sudamerica (come lo è la cocaina).
L’aggiunta
della caffeina agli integratori brucia grassi ha senso, perché favorisce il
rilascio di ormoni simpatici, come l’adrenalina e la noradrenalina. Questi
ormoni favoriscono il rilascio di grasso dalle cellule grasse avviando una
cascata biochimica. La combinazione di efedrina, che favorisce anche il
rilascio di ormoni simpatici, e caffeina era considerata la combinazione brucia
grassi naturale più efficace. Però la cattiva fama dell’efedrina ha alla fine
indotto l’FDA ha vietarla. È possibile che il fatto che i test comparativi fra
la combinazione efedrina/caffeina e alcune pillole dimagranti popolari abbiano
determinato la superiorità della combinazione efedrina/caffeina sia correlato
alla messa al bando dell’efedrina? Senza dubbio.
Come detto
prima, la caffeina è considerata così ergogena che è stata bandita dai giochi
olimpici quando trovata in determinate quantità nel sangue. L’idea era che
l’unico modo per raggiungere quel livello di caffeina fosse per usarla
appositamente come mezzo per aumentare la prestazione. Si dice che alcuni
ciclisti d’élite abbiano usato supposte di caffeina.
Si pensa che
l’effetto ergogeno della caffeina sia correlato al rilascio di più grasso nel
sangue, salvaguardando le riserve limitate di glicogeno nel muscolo. In questo
modo aumenta la durata muscolare. Studi sugli atleti di durata hanno dimostrato
costantemente gli effetti di aumento della durata prodotti dalla caffeina. Le
prove degli effetti sull’attività anaerobica, come il bodybuilding, sono meno
chiare. Tuttavia, studi recenti mostrano che nel caso dell’attività fisica
anaerobica l’assunzione di caffeina sembra aumentare la durata muscolare e
ridurre l’affaticamento. Un punto importante di questi studi è che coinvolgono
tutti l’uso di caffeina pura e non di prodotti che contengono la caffeina, come
il caffè. Gli effetti della caffeina pura sono considerati più attendibili.
Autore Jerry Brainum
Tratto da Iron Man magazine edizione italiana
Foto di Binas Begovic
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