16 aprile 2018

Il farmaco più diffuso al mondo


Ecco per voi una domanda a bruciapelo: qual è il farmaco maggiormente utilizzato dai bodybuilder? La risposta non riguarda l’uso di steroidi anabolizzanti o di ormone della crescita, né si parla di tiroide, beta-agonisti o altri ormoni anabolizzanti. Il farmaco più utilizzato dai bodybuilder è anche quello più diffuso nel mondo: la caffeina.


 
     Negli Stati Uniti, circa 4 persone su 5 mangiano, bevono o assumono un prodotto che contiene caffeina. La caffeina è molto diffusa in natura ed è presente in oltre 60 piante conosciute. Le fonti principali di caffeina sono il caffè e il tè, però si trova anche nelle bevande con cola, nei farmaci e in altri prodotti. Però il 75% della caffeina assunta è ingerita con il caffè, mentre l’altro 25% è tratto soprattutto da tè e prodotti con cacao. Il caffè, con in media 100 mg di caffeina per tazza, contiene il doppio della caffeina del tè. Una bottiglia da 330 ml di una bevanda con cola contiene fra 35 e 55 mg di caffeina, in gran parte aggiunta.

     La ragione per cui gran parte delle persone assume alimenti contenenti caffeina è l’ottenimento di una serie di benefici associati alla sostanza. Questi comprendono l’aumento della vigilanza, l’elaborazione cognitiva più rapida e la riduzione dell’affaticamento. Altri effetti non particolarmente perseguiti dalle persone comprendono: stimolazione del cuore, maggiore secrezione di acidi gastrici e aumento della produzione di urina.

     Dal punto di vista atletico, la caffeina è considerata un aiuto ergogeno, perché può migliorare la prestazione atletica. Uno studio recente ha esaminato alcune delle proprietà brucia grassi della caffeina durante il riposo1. Lo studio ha scoperto che l’assunzione di caffeina ha aumentato il dispendio energetico del 13%. Altri effetti comprendono l’aumento del 24% dell’ossidazione dei grassi, con il riciclo del 76%, probabilmente a causa della condizione di riposo utilizzata nello studio. Gran parte di questi effetti è stata attribuita all’aumento dell’attività del sistema nervoso simpatico, o al rilascio di ormoni simpatici, come l’adrenalina e la noradrenalina, a seguito dell’assunzione di caffeina.


     L’aumento del rilascio di acidi grassi indotto dalla caffeina può interferire con l’attività insulinica, causando problemi di insensibilità all’insulina. Tuttavia, studi mostrano che l’attività fisica sembra alleviare questo problema specifico. In effetti, uno studio recente ha mostrato che bere caffè produce effetti protettivi contro la comparsa del diabete tipo-22. I ricercatori che hanno condotto questo studio suggeriscono che i nutrienti presenti nel caffè, come il magnesio, e non la caffeina, possono essere i fattori protettivi presenti nel caffè. 

     Un altro studio recente ha scoperto un effetto protettivo della caffeina contro la comparsa del morbo di Alzheimer3. Questo perché la caffeina ha ridotto gli effetti tossici di una proteina cerebrale, detta beta-amiloide, sui neuroni cerebrali. L’accumulo di beta-amiloide è considerato uno degli effetti scatenanti per la comparsa del morbo di Alzheimer.

     Poiché la caffeina favorisce il rilascio di ormoni simpatici, che hanno un’attività stimolante nel corpo, non sorprende che la caffeina possa causare molta ansia in alcune persone. Infatti, questo effetto della caffeina, detto anche “caffeinismo” è così problematico per alcuni che circa il 20% delle persone non può tollerare gli alimenti che contengono caffeina. Tuttavia, uno studio ha scoperto che l’attività fisica può alleviare l’ansia indotta da alte dosi di caffeina4.

     Il rilascio di ormoni simpatici indotto dalla caffeina può stimolare il cuore e aumentare la pressione ematica. Alcuni farmaci spesso prescritti dai medici per curare le malattie cardiovascolari, noti come beta-bloccanti, agiscono bloccando gli effetti degli ormoni simpatici sul cuore e sul sistema cardiovascolare. La caffeina sembra essere problematica per i suoi effetti sul sistema cardiovascolare. Però gran parte degli studi non ha riscontrato effetti negativi significativi della caffeina sulla funzione cardiovascolare, se non sono assunte quantità eccessive.

     Per esempio, uno studio5 ha esaminato gli effetti della caffeina sui livelli di omocisteina nel corpo. L’omocisteina è un sottoprodotto tossico del metabolismo dell’amminoacido essenziale metionina. L’omocisteina è collegata ai problemi cardiovascolari e ad altre malattie. Nello studio sulla caffeina, volontari sani hanno assunto un litro al giorno di caffè filtrato e 24 dei 25 soggetti hanno mostrato incrementi rilevanti dell’omocisteina nel sangue. Lo studio prevedeva di bere oltre un litro di caffè al giorno per un mese. Assumere i nutrienti vitamina B12, acido folico e vitamina B6 neutralizza gli effetti dell’omocisteina, convertendola in una sostanza innocua che è espulsa dal corpo.



     Un altro studio recente6 ha scoperto che 4 tazze di caffè filtrato al giorno per un mese hanno aumentato i livelli ematici di colesterolo. Studi precedenti avevano mostrato che bere caffè non filtrato aumentava i livelli di colesterolo. Gli scienziati hanno ricondotto questo effetto agli elementi chiamati diterpeni presenti nel caffè. I filtri per caffè servivano a trattenere queste sostanze, rendendo il caffè filtrato sicuro, o almeno così pensavano. Tuttavia, l’aumento del colesterolo con l’assunzione di caffè è rilevante solo per chi presenta già livelli di colesterolo elevati. Per gli altri, l’effetto è insignificante.

     Bere più di 5 tazze di caffè al giorno può causare insonnia, in particolare se il caffè è assunto la sera. Il caffè, oltre a contenere caffeina, contiene anche altre sostanze, come la teofillina, che è un farmaco comune usato per curare l’asma bronchiale. Il farmaco agisce dilatando i tubi bronchiali o respiratori, e lo stesso fa il caffè. Recentemente, è stato scoperto che un altro ingrediente del caffè chiamato teobromina è in grado di calmare la tosse più di quanto fanno i farmaci da banco contro la tosse. La caffeina non causa danni agli organi e raggiunge il picco nel sangue circa 2 ore dopo l’assunzione. La sostanza è metabolizzata nel fegato e poi espulsa dai reni.

     Il caffè è considerato esercitare i suoi effetti di stimolazione cerebrale bloccando i recettori cerebrali per una sostanza chiamata adenosina. L’adenosina agisce rallentando l’attività delle cellule attive nel cervello, cioè i neuroni. Quindi, bloccando l’adenosina, la caffeina produce una sensazione di chiarezza e concentrazione mentale. D’altra parte, la caffeina costringe i vasi ematici nel cervello, riducendo il flusso ematico e l’attività metabolica nel cervello.

     Poiché la caffeina è un farmaco, è logico pensare che ci sia un prezzo da pagare se si interrompe bruscamente l’assunzione di caffeina. Gli effetti dello stop della caffeina comprendono mal di testa, sonnolenza, stanchezza. Molti di questi effetti sono dovuti a un incremento dei recettori dell’adenosina nel cervello indotto dall’assunzione continua di caffeina. Quando la caffeina è interrotta bruscamente, nel cervello si verifica un’attività eccessiva dell’adenosina, che causa i sintomi dell’interruzione della caffeina.

     Come altri farmaci, gli effetti fisiologici della caffeina dipendono dalla dose. Assumere 100-200 mg di caffeina, cioè la quantità presente in una tazza di tè, aumentala la vigilanza mentale e riduce la stanchezza. Con 1 g di caffeina compaiono gli effetti del caffeinismo, come ansia eccessiva, disturbi lievi del ritmo cardiaco e disturbi gastrointestinali. Se per una qualche ragione folle doveste assumere 10 g di caffeina, cioè la caffeina presente in 100 tazze di caffè, morireste.

     Molti degli integratori “brucia grassi” più popolari venduti sul mercato contengono una qualche forma di caffeina. Fra gli ingredienti che contengono caffeina tipici di queste formule c’è il guaranà, una pianta brasiliana che contiene il 7% di caffeina, contro il 2% del caffè. Un integratore stimolante molto popolare negli anni ‘970 chiamato “Zoom” era fatto totalmente di guaranà e la sua attività lo dimostrava. Un’altra forma tipica di caffeina presente negli integratori è il mate, sempre dal Sudamerica (come lo è la cocaina).

     L’aggiunta della caffeina agli integratori brucia grassi ha senso, perché favorisce il rilascio di ormoni simpatici, come l’adrenalina e la noradrenalina. Questi ormoni favoriscono il rilascio di grasso dalle cellule grasse avviando una cascata biochimica. La combinazione di efedrina, che favorisce anche il rilascio di ormoni simpatici, e caffeina era considerata la combinazione brucia grassi naturale più efficace. Però la cattiva fama dell’efedrina ha alla fine indotto l’FDA ha vietarla. È possibile che il fatto che i test comparativi fra la combinazione efedrina/caffeina e alcune pillole dimagranti popolari abbiano determinato la superiorità della combinazione efedrina/caffeina sia correlato alla messa al bando dell’efedrina? Senza dubbio.

     Come detto prima, la caffeina è considerata così ergogena che è stata bandita dai giochi olimpici quando trovata in determinate quantità nel sangue. L’idea era che l’unico modo per raggiungere quel livello di caffeina fosse per usarla appositamente come mezzo per aumentare la prestazione. Si dice che alcuni ciclisti d’élite abbiano usato supposte di caffeina.

     Si pensa che l’effetto ergogeno della caffeina sia correlato al rilascio di più grasso nel sangue, salvaguardando le riserve limitate di glicogeno nel muscolo. In questo modo aumenta la durata muscolare. Studi sugli atleti di durata hanno dimostrato costantemente gli effetti di aumento della durata prodotti dalla caffeina. Le prove degli effetti sull’attività anaerobica, come il bodybuilding, sono meno chiare. Tuttavia, studi recenti mostrano che nel caso dell’attività fisica anaerobica l’assunzione di caffeina sembra aumentare la durata muscolare e ridurre l’affaticamento. Un punto importante di questi studi è che coinvolgono tutti l’uso di caffeina pura e non di prodotti che contengono la caffeina, come il caffè. Gli effetti della caffeina pura sono considerati più attendibili.

Autore Jerry Brainum

Tratto da Iron Man magazine edizione italiana
Foto di Binas Begovic


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