Le proteine si trovano in molti cibi e carni diversi.
Pesce, manzo e pollo ad esempio ne sono le fonti più salubri e popolari. Ma delle molte fonti di
proteine che si possono utilizzare per costruire massa muscolare, la migliore in assoluto è la proteina del
siero. Il siero è un derivato del latte, ottenuto per separazione nel processo di conversione
del latte in formaggio. La proteina del siero è riconosciuta avere un ruolo
essenziale nella costruzione e nel mantenimento del tessuto muscolare grazie alla
sua capacità di fornire direttamente all’organismo amminoacidi a catena ramificata.
29 marzo 2013
26 marzo 2013
Le molteplici qualità della glutammina
La glutammina, amminoacido non essenziale ma fondamentale, potrebbe
essere tanto importante per dare la spinta al nostro sistema immunitario quanto
lo è per la spinta energetica. Da tempo nota come sostanza in grado di fornire
energia ai bodybuilder, la glutammina potrebbe, secondo i più recenti studi scientifici,
rivelarsi altrettanto utile per le persone che lottano contro problemi di peso
e resistenza all’insulina.
Recenti studi provenienti dal Brasile hanno
confermato che la glutammina induce resistenza all’insulina nelle cellule
adipose, ma non nelle cellule muscolari. Stimolando l’azione dell’insulina nei
muscoli, la glutammina contribuisce pertanto a convertire il grasso in carburante
per i muscoli stessi; si dimostra di aiuto nel disporre di grassi e zuccheri
ematici e rende più difficile l’immagazzinamento di grasso.
Questo effetto energizzante sembra essere capace di
aiutarci a cambiare forma e composizione corporea e spingerci efficacemente
verso una combinazione massa magra/massa grassa più ottimale. Se state lottando
contro il peso, la resistenza all’insulina o la sindrome X, dovete provare a
supplementare con glutammina per il semplice motivo che è così efficace nello
stimolare l’azione dell’insulina all’interno dei muscoli e così utile nel
gestire l’uso di grassi e zuccheri ematici.
Un allenamento intenso esaurisce la glutammina. Per
alcuni atleti instancabili, l’allenamento intenso o anche solo lo stress di un
programma di allenamento intenso può essere causa di depressione del sistema immunitario
e portare con sé influenze e raffreddori. Gli studi condotti in Brasile hanno mostrato che,
senza alcun effetto collaterale noto, la supplementazione con glutammina può
essere l’aiuto ideale per stimolare il nostro sistema immunitario e mantenerci in
salute. Ed è certo che ci fornirà una notevole spinta energetica.
Vale la pena fare un tentativo per aiutare un corpo
affaticato che lotta contro il sopraggiungere di influenze e raffreddori. Gli
amminoacidi sono i meravigliosi mattoni che costruiscono il nostro corpo. La
glutammina sembra svolgere questa funzione in un modo particolarmente utile per
noi, che si sia bodybuilder, o atleti di vertice di altri sport o,
semplicemente, persone comuni che si allenano o che lottano con problemi di
peso e salute.
Articolo pubblicato su Olympian's News n° 101 by Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
22 marzo 2013
Carico della creatina: problemi e soluzioni
di Jerry Brainum
La creatina continua a essere uno degli integratori per il bodybuilding più popolari. Il corpo sintetizza la creatina da tre
amminoacidi (glicina, metionina e arginina) al ritmo di circa 1 g il giorno,
solitamente un altro grammo è assunto dalle fonti alimentari, specialmente dalla
carne rossa. La ricerca pubblicata nel corso degli ultimi anni ha mostrato che
fornire una dose extra di creatina integrativa migliorava la prestazione
sportiva e fisica, in particolare nelle attività che coinvolgono l’alta
intensità ed i sistemi energetici anaerobici. La creatina ha dimostrato di essere un integratore molto
efficace. Anche quelli che dicono che la maggior parte degli integratori intesi
per le persone attive è superflua, sono costretti ad ammettere che la creatina fa
eccezione alla regola.
Eppure, la creatina non produce benefici in circa il 30%
degli utilizzatori, senza che se ne sappia la ragione. La spiegazione data più
comunemente è che quelli che mangiano quantità generose di alimenti ricchi di
creatina, come la carne rossa, rispondono probabilmente meno all’integrazione
con creatina. Questo aspetto dell’uso della creatina è supportato da studi che
mostrano che i vegetariani, che hanno le riserve corporee di creatina più
basse, generalmente rispondono molto meglio all’integrazione con creatina.
Gli
studi iniziali sulla creatina per l’uso sportivo mostravano che i risultati migliori
dall’integrazione si ottenevano quando era assunta con un modello di carico; cioè, assunta in più dosi molte volte il giorno per
5-6 giorni, dopodiché si passava ad una piccola dose di mantenimento. Il regime
di carico solitamente suggerito per la creatina prevedeva 4-5 dosi il giorno e
ogni dose consisteva di un cucchiaino da tè circa o 5 g di creatina. Dopo 5
giorni, i muscoli erano saturi di creatina e la dose era ridotta a 3-5 g il
giorno.
La ricerca successiva ha mostrato che nel muscolo è presente un
conduttore della creatina ovvero una proteina trasportatrice e che questa
proteina determina il deposito della creatina nei muscoli. Cosa interessante,
questa trasportatrice della creatina è attivata dall’insulina. Basandosi su
questa scoperta, le nuove indicazioni per il carico di creatina prevedono la
combinazione della creatina con un carboidrato semplice per favorire l’aumento
del rilascio di insulina che, a sua volta, attiva il sistema di trasporto
della creatina nel muscolo.
La ricerca successiva sulla creatina ha
identificato molte sostanze che aiutano od ostacolano l’assorbimento della creatina
nel corpo. Oltre all’insulina, anche il fattore di crescita insulino-simile 1
(IGF-1) sembra favorire l’assorbimento della creatina, cosa non sorprendente
considerando che l’IGF-1 è strutturalmente simile all’insulina, come indica il
nome. Anche gli ormoni tiroidei favoriscono l’assorbimento della creatina, come
fanno i farmaci beta-agonisti, come il clenbuterolo. Infatti, uno studio ha
mostrato che il clenbuterolo incrementa la creatina muscolare del 30%.
La
carenza di vitamina E sembra inibire l’assorbimento della creatina nel
corpo. Alcuni studi mostrano che la caffeina può interferire con l’attività
energetica della creatina, anche se questo aspetto del metabolismo della creatina
è spesso messo in dubbio. Un noto ricercatore della creatina ha anche notato
che nei primi studi che hanno mostrato i benefici della creatina per l’attività
fisica, la creatina era disciolta in una bevanda calda, precisamente nel tè,
che contiene caffeina.
La ricerca sulla creatina ha continuato a evolversi
portando ad alcune scoperte interessanti e forse utili. Per esempio, gli studi
che hanno misurato l’escrezione della creatina durante una fase di carico hanno
scoperto che la gran parte dell’assorbimento della creatina si verificava nei
primi due giorni del carico. Dopo ci ciò, più della metà di tutta la creatina
ingerita attraversava semplicemente il corpo ed usciva con le feci. Altri studi hanno mostrato che
ingerire la creatina con le proteine era efficace quasi quanto assumerla con i carboidrati
per favorirne l’assorbimento.
Basandosi su queste rivelazioni sull’assunzione e
sull’assorbimento della creatina, un gruppo di ricercatori spagnoli ha
suggerito quello che è considerato un tipo di carico della creatina più
scientifico (1). Vedendo che una singola dose di 5 g di creatina aumenta i livelli di
creatina per 5-7 ore, suggeriscono che per massimizzare l’assunzione e l’assorbimento
durante il primo giorno di carico le dosi di creatina andrebbero distanziate con
intervalli di 5-7 ore. Nel corso di quel primo giorno, consigliano anche che le
4 dosi del carico di creatina siano accompagnate dall’ingestione di 500 ml di
liquidi contenenti 90-100 g di carboidrati semplici per favorire la secrezione
di insulina. Però dicono che bisognerebbe assumere i carboidrati 30 minuti dopo
l’assunzione della creatina per far coincidere l’assunzione della creatina con
il rilascio di insulina. Nel secondo giorno del carico, questi scienziati
dicono che dovreste ingerire le 4 dosi giornaliere di creatina insieme a 47 g di
carboidrati e 50 g di proteine perché ciò favorisce un rilascio dell’insulina
simile a quello che si verifica assumendo quantità maggiori di carboidrati
semplici da soli. Questa variante è suggerita perché ingerire così tanti
carboidrati semplici può rivelarsi non appetibile per molte persone. Il terzo
giorno inizia la fase di mantenimento, perché la ricerca mostra che continuare
a caricare la creatina per oltre 2 giorni è inutile, perché a quel punto la
gran parte di essa è semplicemente espulsa. Perciò, non dovreste assumere più
di 3-5 g di creatina il giorno insieme a carboidrati semplici (i carboidrati andrebbero assunti 30
minuti dopo la dose di creatina). Gli scienziati dicono che siccome la creatina
satura velocemente il tessuto muscolare, non si ha bisogno di dosi di
mantenimento giornaliere, ma di ingerire la creatina 3-4 volte la settimana. I
ricercatori dicono anche che usare questo regime ottimizzato per la creatina si
tradurrà probabilmente in un effetto simile al carico della creatina nel
muscolo, insieme a un minore tasso di escrezione della creatina.
(1) Mesa J, et al. Oral creatine supplementation and skeletal muscle metabolism in physical exercise. Sports Medicine 2002;32:903-944.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 5“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!
19 marzo 2013
Nuove informazioni su carnitina e colina
di Jerry Brainum
Similmente alla creatina, l’L-carnitina è un sottoprodotto degli
amminoacidi, sintetizzata nel fegato dagli amminoacidi lisina e metionina,
benché debbano essere presenti molti altri nutrienti, come la niacina e la
vitamina C, affinché si verifichi la reazione di sintesi. Scoperta nella carne dai
ricercatori russi nel 1905, la ricerca successiva ha mostrato che la carnitina
è necessaria per trasportare gli acidi grassi nell’area cellulare dei
mitocondri, dove il grasso è ossidato, ovvero bruciato. Dato che la carnitina è
necessaria per l’ossidazione dei grassi, spesso è presentata come un
integratore alimentare “brucia grassi”.
Il problema di questo concetto è che il
corpo sintetizza facilmente la carnitina, se sono presenti sia gli amminoacidi
precursori sia i nutrienti accessori. Un altro problema è che alcuni studi
mostrano che le persone obese hanno in realtà livelli ematici di carnitina più
alti in confronto alle persone più magre. Probabilmente la ragione di ciò è che
il corpo delle persone obese deve lavorare quantità maggiori di grassi, da qui
la maggiore sintesi di carnitina. I tanti studi che esaminano i possibili
effetti energetici o brucia grassi della carnitina sono molto contraddittori,
alcuni mostrano effetti benefici, altri non mostrano nessun effetto. Negli
studi che non mostrano nessun effetto, la ragione solitamente data per questa mancanza
dell’attività della carnitina è che i soggetti dello studio avevano già
abbastanza carnitina nel corpo e che la carnitina addizionale sotto forma
integrativa è stata espulsa rapidamente. Gli studi che mostrano buoni effetti dall’uso della carnitina
hanno quasi sempre coinvolto malati di cuore o persone con malattie genetiche
che erano causa di livelli di carnitina inferiori al normale.
Come detto, le fonti
alimentari migliori di carnitina sono la carne e i latticini; una porzione di
150 g di manzo contiene 60 mg di carnitina. Ma che succede se una persona
normale senza patologie preesistenti assume grosse dosi di carnitina, ciò
influenzerebbe positivamente il metabolismo dei grassi? Uno studio (1), condotto su 5 donne sane e 5 uomini sani ha esaminato questo
aspetto del metabolismo della carnitina. Questi soggetti hanno ingerito una
forma liquida orale di carnitina, alla dose di 1 g tre volte il giorno per 10 giorni.
Hanno ingerito anche un acido grasso marcato radio attivamente per tracciare il
processo di uso dei grassi durante l’assunzione della carnitina integrativa. L’esame
usato per misurare l’uso dei grassi in questo studio prevedeva l’esalazione
dell’anidride carbonica e i risultati hanno mostrato un chiaro incremento dell’ossidazione
dei grassi nei soggetti dopo l’assunzione della carnitina.
Un altro studio (2) ha esaminato cosa
è successo dopo che una combinazione di carnitina, colina e attività fisica è stata somministrata ad un gruppo di 19 donne. Alcune di queste donne sono state assegnate
a un gruppo placebo e non hanno ricevuto integratori attivi. Gli autori di
questo studio avevano dimostrato precedentemente che somministrare agli animali
una combinazione di carnitina, colina e caffeina sembrava esercitare un potente
effetto di mobilitazione dei grassi quando combinata con l’attività fisica.
La colina è considerata da molto tempo un nutriente lipotropo, ciò
significa che aiuta il corpo a utilizzare i grassi. Infatti, una forte
deficienza di colina causa un effetto di infiltrazione dei grassi nel fegato e
ciò è considerato il primo passo verso l’incapacità epatica. La colina è anche
un elemento importante della lecitina, necessaria per la formazione della
membrana cellulare. Per quanto riguarda l’attività fisica, la colina è il
precursore immediato dell’acetilcolina, il neurotrasmettitore dei motoneuroni
che permettono di muovere i muscoli.
Come per la carnitina, quasi sempre il corpo può sintetizzare facilmente la colina dagli amminoacidi metionina o serina. L’assunzione consigliata di colina è 425 mg il giorno per le donne e 525 mg il giorno per gli uomini. È interessante notare che uno degli alimenti più ricchi di colina naturale è il tuorlo. Ogni tuorlo contiene circa 300 mg di colina. Eppure, spesso i body builder scartano questa parte dell’uovo perché preoccupati dai grassi presenti nel tuorlo, perciò mangiano solo l’albume, che sono proteine pure. In ogni caso, la ricerca precedente sugli animali ha mostrato che combinare la carnitina con la colina diminuiva l’espulsione della carnitina con l’urina, incrementando la ritenzione da parte del corpo, in particolare nel tessuto muscolare.
Il nuovo studio sulle donne presentato qui ha confermato questo effetto nell’essere umano. Il gruppo di donne che hanno ingerito sia la colina sia la carnitina ha mostrato non solo una minore espulsione della carnitina ma anche un incremento dell’ossidazione dei grassi in confronto alle donne del gruppo placebo e l’effetto è continuato per 10 giorni dopo la cessazione degli integratori.
Il modo in cui la colina conserva la carnitina è interessante. La colina sembra rafforzare il meccanismo di assorbimento della carnitina presente nella maggior parte dei tessuti del corpo. In questo ricalca l’effetto dell’insulina su un altro prodotto degli amminoacidi, la creatina. L’insulina è nota per favorire l’assorbimento della creatina incrementando le proteine che trasportano la creatina nel muscolo.
Come per la carnitina, quasi sempre il corpo può sintetizzare facilmente la colina dagli amminoacidi metionina o serina. L’assunzione consigliata di colina è 425 mg il giorno per le donne e 525 mg il giorno per gli uomini. È interessante notare che uno degli alimenti più ricchi di colina naturale è il tuorlo. Ogni tuorlo contiene circa 300 mg di colina. Eppure, spesso i body builder scartano questa parte dell’uovo perché preoccupati dai grassi presenti nel tuorlo, perciò mangiano solo l’albume, che sono proteine pure. In ogni caso, la ricerca precedente sugli animali ha mostrato che combinare la carnitina con la colina diminuiva l’espulsione della carnitina con l’urina, incrementando la ritenzione da parte del corpo, in particolare nel tessuto muscolare.
Il nuovo studio sulle donne presentato qui ha confermato questo effetto nell’essere umano. Il gruppo di donne che hanno ingerito sia la colina sia la carnitina ha mostrato non solo una minore espulsione della carnitina ma anche un incremento dell’ossidazione dei grassi in confronto alle donne del gruppo placebo e l’effetto è continuato per 10 giorni dopo la cessazione degli integratori.
Il modo in cui la colina conserva la carnitina è interessante. La colina sembra rafforzare il meccanismo di assorbimento della carnitina presente nella maggior parte dei tessuti del corpo. In questo ricalca l’effetto dell’insulina su un altro prodotto degli amminoacidi, la creatina. L’insulina è nota per favorire l’assorbimento della creatina incrementando le proteine che trasportano la creatina nel muscolo.
Bibliografia
1) Muller DM, et al. Effects of oral L-carnitine supplementation on in vivo long-chain fatty acid oxidation in healthy adults. Metabolism 2002;51:1389-91.
1) Muller DM, et al. Effects of oral L-carnitine supplementation on in vivo long-chain fatty acid oxidation in healthy adults. Metabolism 2002;51:1389-91.
2)Hongu N, et al. Carnitine and choline supplementation with exercise alter carnitine profiles, biochemical markers of fat metabolism and serum leptin concentrations in healthy women. J Nutr 2003;133:84-89.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 5“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!
15 marzo 2013
Mantenete intatta la vostra riserva di aminoacidi
del dott. George L. Redmon
Assumeteli fra i pasti, subito dopo
l'allenamento e anche nei giorni di
riposo per accelerare il recupero e
la crescita
|
Una volta che questi legami chimici sono formati, la sequenza unica di aminoacidi che li compone delinea o determina esattamente ciò che quella proteina deve fare. E' questo processo fisiologico che ha portato a creare il termine "blocchi di costruzione delle proteine". Sappiate che questi legami peptidici possono essere formati dalla combinazione di solo 2, ma anche di varie migliaia di aminoacidi.
Ora, per conservare il vostro pool di aminoacidi dovete assumerne costantemente una quantità adeguata per mantenerne stabili i livelli ematici, in modo che le proteine possano svolgere tutte le loro funzioni. E' per questo che è importante assumere pasti contenenti proteine ad intervalli di alcune ore, altrimenti il corpo continuerà a disgregare il tessuto muscolare esistente per rifornire le riserve di aminoacidi e, naturalmente, questo può avere un impatto negativo sui vostri sforzi per costruire e riparare il tessuto muscolare danneggiato dall'allenamento.
Dato che questi ragazzacci sono così importanti per il mantenimento della salute in generali, non è una buona idea svuotare la vostra riserva di aminoacidi. Assumeteli tra i pasti, subito dopo l'allenamento ed anche nei giorni di riposo per accelerare il recupero e la crescita.
Un numero crescente di dati mostra che l'assunzione di aminoacidi non serve solo per la crescita muscolare ed il recupero generale. Sempre più prove indicano che, se presenti in quantità adeguata,queste sostanze si comportano come chiavi che entrano, si attaccano o si modificano per agire come precursori che sono, poi, trasformati nella proteina necessaria, funzionano come attivatori anabolici e contribuiscono direttamente ad assicurare che tutte le reazioni metaboliche fisiologiche siano adeguate.
Articolo tratto da Olympian's News n° 139 Marzo/Aprile 2013. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
12 marzo 2013
Glutammina per eseguire più ripetizioni a tutta?
di Jerry Brainum
La glutammina può massimizzare la risposta immunitaria, può
aiutare la sintesi proteica muscolare e può aiutare il ripristino delle riserve
di glicogeno muscolare. Può anche favorire una risposta di rilascio dell’ormone
della crescita, grazie alle variazioni nell’equilibrio acido/base nel corpo. L’aumento
dell’acidità durante l’attività anaerobica ad alta intensità, tipica degli
allenamenti di bodybuilding, ostacola l’attività degli enzimi muscolari
coinvolti nella produzione energetica. Alla fine di una serie sentite una
sensazione di bruciore; in effetti, la sensazione di bruciore annuncia la
conclusione di una serie.
Dato che la glutammina può avere delle proprietà di tamponatura dell’acido, può favorire l’incremento della produzione di lavoro durante l’attività anaerobica. Questa teoria è stata messa alla prova in uno studio recente che ha coinvolto sei uomini che si allenavano con i pesi (1). Un’ora prima dell’allenamento i soggetti hanno assunto o la glutammina o un altro amminoacido, la glicina, in una dose di 0,3 mg per chilogrammo di peso corporeo, ovvero circa 23 g di glutammina. Alcuni hanno bevuto un placebo. Poi i soggetti hanno eseguito due serie di leg press fino all’incapacità totale, seguite da due serie di distensioni su panca fino all’incapacità totale.
Dato che la glutammina può avere delle proprietà di tamponatura dell’acido, può favorire l’incremento della produzione di lavoro durante l’attività anaerobica. Questa teoria è stata messa alla prova in uno studio recente che ha coinvolto sei uomini che si allenavano con i pesi (1). Un’ora prima dell’allenamento i soggetti hanno assunto o la glutammina o un altro amminoacido, la glicina, in una dose di 0,3 mg per chilogrammo di peso corporeo, ovvero circa 23 g di glutammina. Alcuni hanno bevuto un placebo. Poi i soggetti hanno eseguito due serie di leg press fino all’incapacità totale, seguite da due serie di distensioni su panca fino all’incapacità totale.
Non ci sono state differenze nel numero di ripetizioni eseguite
dal gruppo glutammina/glicina e quello del gruppo placebo. Cosa interessante,
anche se gli autori pensavano che la glutammina potesse offrire dei benefici ergogeni
abbassando i livelli di acidità muscolare indotta dall’attività fisica, questi
livelli non sono stati misurati. Dato che la glutammina non ha prodotto nessun
effetto sulla produzione di lavoro, hanno pensato che i risultati parlassero da
soli.
Nonostante la mancanza di effetti a breve termine, i ricercatori non
escludono la possibilità che la glutammina possa dare dei benefici a quelli
impegnati nell’attività fisica regolare. Questo perché altri effetti della
glutammina, come il rafforzamento del sistema immunitario, l’aumento del volume
cellulare e un generale effetto anticatabolico nel muscolo, possono offrire
benefici a lungo termine significativi.
(1) Antonio, J., et al. (2002). The effect of high-dose glutamine ingestion on weightlifting performance. J Strength Cond Res. 16:157-160.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 5“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!
8 marzo 2013
Il funzionamento della creatina è un mistero
del Dott. Bryan Haycock
È stato studiato l’effetto del carico della creatina (25 g al
giorno per 5 giorni) sulla disgregazione e la risintesi della fosfocreatina
(PCr) muscolare e sulla prestazione muscolare durante le contrazioni muscolari
intermittenti ad alta intensità. È stato eseguito uno studio incrociato a
doppio cieco su alcuni giovani sani. Prima e dopo 2 e 5 giorni di integrazione
con un placebo o con la creatina sono state eseguite la spettroscopia P-NMR del
gastrocnemio e la dinamometria isocinetica della forza di estensione del
ginocchio.
In confronto al placebo, 2 e 5 giorni di integrazione con creatina
hanno aumentato rispettivamente dell’11% e del 16% la concentrazione a riposo
di fosfocreatina muscolare. Inoltre, la produzione di forza durante le
estensioni massimali intermittenti del ginocchio, compresa la prima serie di
contrazioni, è aumentata del 5-13% nei giorni 2 e 5 di integrazione con
creatina. Comunque, durante le contrazioni isometriche il ritmo di disgregazione
e risintesi della PCr non era molto diverso da quello del gruppo placebo. L’integrazione con creatina aumenta le concentrazioni
intracellulari di fosfocreatina (PCr) fino al 20% oltre il valore di base. È
stato ipotizzato che questo incremento della PCr permetta alla cellula
muscolare di risintetizzare l’ATP dall’ADP e dalla PCr più rapidamente
aumentando la risintesi di PCr. Questo e altri studi precedenti indicano che
questa ipotesi può non essere vera.
Nel corso degli ultimi anni gran parte delle ricerche si sono
concentrate sull’analisi dell’effetto ergogeno del carico della creatina. Sono
certo che molti di quelli che stanno leggendo questo articolo possono attestare
gli effetti della creatina. La maggior parte di questi studi ha mostrato
effetti positivi del carico della creatina sulla prestazione dell’attività
fisica intermittente ad alta intensità. Da qui è nata l’ipotesi dell’aiuto
della creatina alla rigenerazione di PCr.
In questo studio è stato mostrato che
l’integrazione con creatina non ha prodotto un incremento della risintesi della
PCr. Anche se non si è verificato un incremento della risintesi della PCr, il
carico della creatina ha mostrato degli effetti ergogeni aumentando la forza massima
e la potenza anaerobica. Infatti, sono stati necessari solo 2 giorni di carico
per aumentare la forza massima e altri 3 giorni di carico non hanno aumentato ulteriormente
la produzione di forza. Ciò indica che 2 giorni di carico possono essere tutto
quanto necessario per produrre un effetto ergogeno.
Gli studi che hanno
mostrato l’incremento maggiore della PCr rispetto al valore di base hanno anche
mostrato i progressi maggiori nella prestazione. Anche questo studio lo ha
dimostrato. Molti studi hanno mostrato solo piccoli incrementi della risintesi
della PCr con il carico della creatina anche in presenza di incrementi sostanziali
dei livelli di PCr oltre il valore di base. Quindi resta la domanda, “In che
modo il carico della creatina aumenta la prestazione?”.
Questi ricercatori hanno
avanzato un’ipotesi interessante. Nel loro laboratorio hanno mostrato che il
carico della creatina accorcia il tempo di rilassamento delle fibre muscolari. Forse
vi state chiedendo come ciò può aumentare la risposta muscolare ad alta
intensità. Dunque, durante lo sprint i fusi muscolari agiscono per modulare la
contrazione muscolare in modo riflesso. A causa di ciò, la contrazione rapida
di un gruppo muscolare, come i quadricipiti, causa una contrazione riflessa dei
muscoli posteriori della coscia. Ne risultano dei cicli di attivazione muscolare
contrazione/rilassamento molto rapidi.
Se non è disponibile abbastanza ATP
alcuni inserimenti dei ponti crociati restano accoppiati fino a che è
disponibile altro ATP permettendo ai capi della miosina di dissociarsi dai
filamenti di actina. Ciò crea una resistenza contro la trazione dei
quadricipiti rendendo la loro contrazione meno potente. Ciò crea anche un affaticamento
maggiore e più rapido di entrambi i gruppi muscolari.
Aumentando la capacità
dei gruppi muscolari di rilassarsi fra le contrazioni muscolari si riduce la
resistenza posta sulla contrazione dell’agonista oltre a ridurre le contrazioni
eccentriche involontarie del gruppo muscolare antagonista. Oggigiorno le
ricerche sulla creatina sono molto di moda. È difficile trovare un’università
in cui nessun laureando, in alimentazione o fisiologia dell’attività fisica, sta
preparando una tesi sulla creatina. Dobbiamo solo aspettare un po’, poi
riusciremo a comprendere completamente la creatina. Per il momento sappiamo che funziona e non c’è motivo per non avvantaggiarsene, anche se non sappiamo come funziona.
Titolo: La
risintesi di fosfocreatina non è influenzata dal carico di creatina.
Ricercatori: Vandenberghe K., Van Hecke P., Van Leemputte M., Vanstaple F.,
Hespel P. Università Cattolica di Liegi, Belgio.
Fonte: Med.
Sci. Sports Exerc., 31 (2), pp. 236-246, 1999.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 5“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!
5 marzo 2013
Più muscoli con l'aceto di mele?
di Jerry Brainum
Gli
allenamenti di bodybuilding sono alimentati principalmente dal glicogeno depositato
nel muscolo. Il glicogeno non è nient’altro che una lunga serie di catene di
glucosio ripetute. Quando si ha bisogno di energia il glicogeno viene
disgregato con un procedimento chiamato glicolisi. Il glicogeno depositato nel
fegato è usato per mantenere il glucosio ematico fra i pasti entro livelli
precisi perché il cervello e il sistema nervoso dipendono da un afflusso
costante di glucosio per mantenere i motori accessi. Il modo migliore per
ripristinare le riserve di glicogeno esaurite è assumere carboidrati. Infatti,
la velocità e l’efficienza con cui il corpo ripristina le riserve di glicogeno
nel muscolo determina in larga parte il ritmo del recupero dall’attività fisica.
Negli
ultimi anni molte tecniche hanno migliorato la normale assunzione dei
carboidrati dopo l’allenamento per ripristinare i livelli di glicogeno
muscolare ed epatico. Uno prevede l’uso di una combinazione di carboidrati e
proteine, solitamente con un rapporto 3:1 fra i carboidrati e le proteine. La
cosa funziona perché prevede l’uso di carboidrati con carico glicemico alto, o
semplici, che stimolano il rilascio massimo di insulina. L’insulina, a sua
volta, favorisce l’aumento dell’attività dell’enzima limitante necessario per la
sintesi del glicogeno. Aggiungere le proteine del siero ai carboidrati produce un
rilascio di insulina ancora maggiore e, di conseguenza, un ripristino più
efficiente del glicogeno.
Gli scienziati giapponesi credono di aver scoperto un
altro modo per aumentare la sintesi di glicogeno muscolare ed epatico dopo l’allenamento.
In uno studio condotto sulle cavie gli scienziati hanno scoperto che
somministrare l’acido acetico ai roditori aumentava l’efficienza del ripristino
del glicogeno muscolare ed epatico (1). La fonte più comune di acido acetico è l’aceto e lo studio ha
scoperto che la stessa quantità di aceto utilizzata con il cibo forniva abbastanza acido
acetico per svolgere il lavoro.
L’aceto
contiene acido acetico a una concentrazione del 3-9% e gli alimenti come il
sushi, le carni marinate e le verdure condite con l’aceto contengono 0,2-1,5 g
di acido acetico. L’aceto di mele è una buona fonte di acido acetico ed è usato
da molti anni come cura popolare. Una dieta ancora in voga su internet vede
come ingrediente chiave l’aceto di mele.
Il modo
in cui l’acido acetico aumenta il ripristino del glicogeno è complicato e il
processo epatico è diverso da quello muscolare. Comunque, entrambi i processi
modificano i sistemi enzimatici e il risultato finale è un maggiore ripristino
del glicogeno. Anche se lo studio iniziale ha usato come soggetti le cavie, non
c’è motivo per pensare che la tecnica non funzioni anche nel corpo umano che
usa gli stessi enzimi nel sistema di ripristino del glicogeno. Quelli che vogliono
provare l’acido acetico possono usare l’aceto di mele oppure delle compresse o
delle capsule, sono economiche e di facile utilizzo.
(1) Fushimi, T., et ali (2001). L’assunzione dell’acido acetico aumenta il
ripristino del glicogeno nel fegato e nei muscoli scheletrici delle cavie. J Nutr. 131, pp. 1973-1977.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 5“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!
1 marzo 2013
Ripristinare le scorte di fosfocreatina
di Marianne Karinch
La
fosfocreatina è naturalmente presente nel corpo umano. La sua principale funzione
consiste nel ripristinare le scorte energetiche all’interno dei muscoli. Quando
c’è bisogno di un veloce apporto di energia, la via metabolica anaerobica scompone
la fosfocreatina per fornire altro ATP ai muscoli. In questo modo arriva l’energia
necessaria per uno sforzo intenso e di breve durata, ma l’ATP si esaurisce in
8-10 secondi.
Gli integratori a base di creatina sono ideati come sostegno alle
riserve del corpo di fosfocreatina utilizzabile a scopi energetici. Come
corollario, possono contribuire all’aumento della massa muscolare – un pompaggio
indotto dalla creatina – e migliorarne la prestazione. La creatina non ha però
alcun effetto sui valori del testosterone.
Nel corso degli
anni gli integratori a base di creatina sono diventati molto più sofisticati ed
utili per gli atleti. La FSI Nutrition, ad esempio, ha tentato di fare
aumentare il tasso di assorbimento della creatina per mezzo dell’effervescenza,
brevettando un sistema di trasporto. La descrizione fornita dalla FSI sui
vantaggi che la loro creatina offre negli sport di forza rende chiaro almeno
uno dei motivi che ha spinto la NCAA a considerarla un integratore per l’aumento
della massa muscolare.
I benefici per la performance della creatina effervescente consistono in un aumento della capacità di allenarsi ad alta
intensità nel breve termine. Questo è il medesimo beneficio offerto dalla
creatina monoidrato ma in misura significativamente maggiore. Lo stimolo ad
allenarsi di più comporta una vera e propria ipertrofia muscolare non solo ritenzione
idrica o “volumizzazione”. Il miglioramento della AWC [Anaerobic Work Capacity,
capacità di lavoro anaerobico, N.d.T.] rilevato nello studio pilota svolto
presso la Creighton University per opera del dottor Jeff Stout è stato pari al
195% sopra rispetto alla creatina monoidrato e all’84% con una miscela di
creatina monoidrata e carboidrati (Sakurada, Pharm, and Carnazzo 1999).
Gli
atleti che usano la creatina possono ottenere molti altri importanti benefici,
soprattutto per aiutare a proteggere il cervello (Sullivan
et al. 2000). Il meccanismo di protezione segue il medesimo corso nei muscoli
quanto nel cervello. I muscoli sono impoveriti dall’ossigeno durante l’allenamento
e ciò, a sua volta, fa consumare tutta la creatina. In maniera analoga, durante
un trauma cranico, il cervello viene privato dell’ossigeno. Ma il cervello deve
pur bruciare qualcosa: se contiene una quantità relativamente alta di creatina,
brucerà quella prima di intaccare i tessuti.
Attenzione ai dosaggi!! Si può eccedere con la creatina. Anche per un atleta di 114 kg, integrare la creatina a 10 g per volta può essere eccessivo e comportare problemi quali crampi e ritenzione idrica, a meno di non essere correttamente idratati. Ricordatevi due cose. La prima è che l’uso cronico, eccessivo, della creatina monoidrata può avere una certa ripercussione sui siti recettoriali che vi occorrono per assimilarla. Vi ritroverete a doverne assumere sempre di più per avere il medesimo effetto. Una soluzione consiste nell’usarla durante la stagione delle gare ma non nell’off-season. Un’altra strategia potrebbe essere usare una dose di mantenimento relativamente bassa dopo un carico della durata di una settimana. La seconda cosa che dovete ricordare è che se ne prendete più di quanta ne usate, potreste anche non riscontrare alcuni effetti collaterali, ma sprecherete comunque l’eccesso.
Articolo liberamente tratto da "Diete progettate per gli atleti" di Marianne Karinch. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore- All rights Reserved.
Powered by Olympian's News. Clicca qui per abbonarti.
Iscriviti a:
Post (Atom)