18 settembre 2012

Gli effetti anticatabolici dell'HMB

di Jerry Brainum


L’HMB, ovvero beta-idrossi-beta-metilbutirrato, è un metabolita della leucina, un aminoacido a catena ramificata. Parecchie ricerche pubblicate in questi ultimi anni hanno mostrato come l’HMB, in dosi giornaliere di 3 grammi, possa aiutare ad evitare un’eccessiva disgregazione proteica dopo un intenso esercizio fisico. Studi più recenti mostrano che questo effetto può verificarsi con più facilità nei soggetti che iniziano ad allenarsi e che esso non sia altrettanto evidente in atleti o bodybuilder più esperti.

Ciononostante, gli scienziati dell’Università dello Iowa, che detiene la patente d’uso sull’HMB, si sono uniti ad un altro gruppo di ricercatori del Pennington Biomedical Research Center a Baton Rouge, in Louisiana, per verificare se l’HMB possa contribuire ad evitare il processo di atrofia muscolare che si ha in una situazione di completa inattività, come, per esempio, durante il riposo forzato a letto. A tale fine, i ricercatori hanno fatto rimanere a letto, in posizione distesa, 12 uomini sani, per un totale di 25 giorni. Si spera che questi poveri disgraziati avessero perlomeno una televisione o una connessione internet a loro disposizione!

Per accelerare l’effetto di atrofia muscolare, i soggetti hanno ingerito 25 mg al giorno di T3, ovvero di ormone tiroideo attivo. Gli uomini sono stati suddivisi in un gruppo ad HMB (3 g giornalieri) e in un gruppo a placebo. I risultati hanno mostratoche ambedue i gruppi persero almeno il 10% della massa muscolare delle cosce. In ogni caso, una prova di forza, consistente in estensioni delle gambe, permise di notare come la forza delle cosce dei soggetti appartenenti al gruppo a placebo fosse diminuita del 27%, mentre si era ridotta del 17% in quello ad HMB. In base a quanto scoperto, la conclusione di questo studio è stata che l’HMB può contribuire a conservare la forza muscolare nei periodi di riposo a letto, se assunto unitamente all’ormone tiroideo.

La ricerca in oggetto è stata finanziata dalla NASA e da Metabolic Technologies, Inc., la divisione commerciale dell’Università dello Iowa, possessore del brevetto d’uso dell’HMB. La NASA è chiaramente interessata nel progetto, proprio perché direttamente interessata a qualsiasi sostanza in grado di aiutare a mantenere la forza muscolare durante permanenze prolungate nello spazio, quali, per esempio, un soggiorno su laboratori spaziali orbitanti o un viaggio su Marte. Sappiamo come l’assenza di peso nello spazio induca una rapida perdita della forza muscolare, al punto che alcuni astronauti hanno addirittura avuto dei problemi nella deambulazione dopo essere rientrati da lunghi viaggi spaziali o dopo una prolungata permanenza nella Mir, la stazione spaziale sovietica. 

L’aspetto interessante di questo studio è che l’HMB (beta-idrossibeta- metilbutirrato) sembra poter aiutare a conservare la forza muscolare senza, tuttavia, alcun effetto di prevenzione nei confronti dell’atrofia muscolare. Questo è un processo simile a quanto sperimentato da molti bodybuilder che hanno fatto uso di integratori di HMB. Questa sostanza sembra anche migliorare il recupero muscolare, anche se non si sono quasi notati aumenti di misura muscolare nella maggioranza delle persone. Come già sottolineato, recenti ricerche mostrano che l’HMB sembra funzionare meglio nei soggetti che si allenano da poco tempo, rispetto ad altri con maggiore pratica ed esperienza.


Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 2“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!


Nessun commento:

Posta un commento