di Jerry Brainum
Gli acidi grassi omega-3, presenti in via naturale nei pesci grassi, come le sardine, il salmone e l’eglefino (pesce simile al merluzzo) possiedono degli effetti preventivi o terapeutici nei confronti di patologie quali i tumori, le malattie cardiovascolari e l’artrite. Aumentando la sensibilità all’insulina, questo tipo di grassi possono inoltre rivelarsi utili nel trattamento del diabete e dell’obesità. La ricerca precedente aveva già stabilito con sicurezza l’esistenza di simili effetti. In ogni caso, un nuovo studio presentato da gruppi della Purdue University e della Colorado State University (Università Statale del Colorado) mostra che un particolare tipo di acido grasso omega-3 può rivelarsi utile nel processo di riparazione e guarigione dei legamenti.
La ricerca si incentra su fibroblasti isolati (cellule del tessuto connettivo), ottenuti da un legamento collaterale mediale, un legamento del ginocchio facile alle lesioni. Le cellule vennero esposte per 4 giorni ad un acido grasso omega-6 (acido arachidonico ovvero acido eicosatetraenoico) o altresì ad un acido grasso omega-3, l’acido eicosapentaenoico (EPA), per subire poi una ferita al giorno. Ambedue gli acidi grassi risultarono accelerare il processo di riparazione cellulare, a confronto di una sostanza di controllo durante le prime 72 ore. Tuttavia, gli acidi grassi omega-6, che sono generalmente di natura infiammatoria, ridussero la formazione del collagene e la deposizione proteica totale, mentre gli acidi grassi omega-3 mostrarono effetti opposti aumentando, in pratica, la formazione di collagene (indice di un processo di guarigione più rapido) e la formazione delle proteine.
Una prostaglandina infiammatoria, la PGE-2, aumentava con gli acidi grassi omega-6, ma diminuiva con quelli omega-3. L’espandersi dell’infiammazione, con il conseguente ritardo del processo di guarigione dei legamenti danneggiati, era causata da una maggiore sintesi della prostaglandina ad opera degli acidi grassi omega-6, sintesi che non si verifica con gli acidi grassi omega-3. Di conseguenza, gli omega-3 influenzano positivamente la guarigione dei legamenti danneggiati riducendo la produzione dei mediatori (intermediari) infiammatori che, in caso contrario, lo ritarderebbero.
Mentre l’organismo è in grado di trasformare l’acido alfa-linoleico, presente, tra l’altro, nell’olio di lino, in EPA, questa conversione non è altrettanto efficiente. Ai precisi fini terapeutici, come l’effetto di cicatrizzazione dei legamenti evidenziato in questo particolare studio, otterreste dei risultati migliori se ricorrerete ad un integratore preformato di olio di pesce omega-3 o se consumaste delle maggiori quantità di pesci ricchi di questo acido grasso: salmone, sardine, merluzzo e pesce azzurro.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 2“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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