12 marzo 2012

Verità e bugie sugli integratori: le ricerche prese in prestito

di Rehan Jalali


Ultimamente molte aziende produttrici di integratori, utilizzano ricerche finanziate per qualche altro prodotto per avallare gli effetti del proprio prodotto. QUESTA è veramente una porcheria!


Da una parte esistono tante aziende serie che investono denaro per finanziare molte ricerche cliniche di qualità eseguite all'interno di buone università. Dall'altra parte ci sono aziende che prendono semplicemente “in prestito” queste ricerche dicendo che, siccome nei loro prodotti ci sono gli stessi ingredienti, i risultati saranno uguali a quelli mostrati dagli studi.


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È un problema grande e grosso. La qualità e la purezza degli ingredienti è sempre un fattore rilevante. Se un’azienda investe denaro in ricerche cliniche per i suoi prodotti allora secondo me è credibile. I produttori di novità ingannevoli, come la creatina ematica liquida, sono colpevoli di usare nei loro siti web la ricerca sulla creatina in polvere a sostegno dei loro prodotti liquidi.


Molte aziende citano a sostegno dei loro prodotti studi generici su un solo ingrediente. A volte, gli studi citati hanno usato grosse quantità di un ingrediente (addirittura anche in una forma diversa) mentre il prodotto pubblicizzato con questi studi ne utilizza quantità minime.


Molte aziende ad esempio usano uno studio di Welbourne pubblicato nel 1995 e intitolato “Incremento del bicarbonato e dell’ormone della crescita ematici dopo un carico orale di glutammina” a sostegno dell’affermazione che il loro prodotto di glutammina pura aumenta i livelli di GH. Ma lo studio ha usato solo 9 persone ed è stata misurata la risposta a una sola dose. Inoltre, la L-glutammina era mischiata a una bevanda cola contenente bicarbonato di sodio, quindi non era L-glutammina pura. Insomma...avete capito.


È molto importante controllare la ricerca clinica usata a sostegno dei prodotti. Molte aziende pensano che siccome il consumatore non ha una preparazione scientifica resterà impressionato dall’uso di una sezione di riferimenti bibliografici o da termini tipo “dimostrato clinicamente”.


Molti di questi cosiddetti prodotti scientificamente fondati usano a loro sostegno studi pilota “fatti in casa” e non usano studi scientifici indipendenti pubblicati e controllati che sono molto più affidabili.


Chiedete alle aziende quali ricerche usano a sostegno dei loro prodotti e, se possibile, fatevi mandare una copia degli studi completi. Le aziende credibili dovrebbero avere un archivio degli studi oppure possono comunicarvi dove reperirli, per esempio nelle biblioteche mediche o nei siti specializzati delle università e centri di ricerca.



Liberamente tratto dall'articolo "I sette peccati dell'industria degli integratori" di Rehan Jalali, pubblicato su: www.olympian.it 

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