5 giugno 2012

Zinco e cancro della prostata: c'è una relazione?

di Jerry Brainum

Se tutti i minerali essenziali sono vitali per la salute e il progresso nel bodybuilding, lo zinco si distinue come un minerale di particolare importanza per coloro che cercano di guadagnare muscoli e forza.

Come gli altri minerali, lo zinco ha diverse funzioni nell’organismo, soprattutto come coattivatore di enzimi. Ciò significa che certi enzimi semplicemente non funzionano a meno che non sia presente zinco. Lo zinco infatti è coinvolto in più di 200 reazioni enzimatiche nel corpo umano. Tra queste reazioni si annoverano quelle implicate nella sintesi e nel rilascio di tutti gli ormoni anabolici, compresi l’insulina, il testosterone, l’ormone della crescita e il fattore di crescita insulino simile-1 (IGF-1). Senza zinco non funzionerebbero gli enzimi che convertono i pro-ormoni in testosterone. Senza zinco non potreste digerire le proteine. Non potreste elaborare l’acido lattico o diossido di carbonio. Le vostre cellule non potrebbero riprodursi perché lo zinco è necessario per l’attività del DNA. I topi con carenze di zinco presentano in media il 40% di recettori di androgeni in meno, con uguale aumento di recettori di estrogeni.

Questa situazione favorisce la ginecomastia, o sviluppo del seno nei maschi, e altri segni di squilibrio di estrogeni/testosterone. Probabilmente l’assenza di zinco vi farebbe anche ingrassare dato che questo minerale è richiesto per attivare gli enzimi necessari alla produzione dell’ormone tiroideo attivo, o T3.


Dati tutti questi fattori, lo zinco è divenuto un integratore molto popolare tra i bodybuilders. Altre persone assumono zinco per ragioni diverse. Esistono pasticche di zinco per prevenire precoci infreddature, un effetto che si pensa sia legato alla capacità dello zinco di promuovere la risposta immunitaria. Altri ancora prendono zinco nella speranza che possa arrestare l’acne incipiente. Un’altra ragione diffusa per l’utilizzo di integratori di zinco riguarda la ghiandola prostatica. Lo zinco si concentra in misura maggiore nella prostata che in qualunque altro tessuto nel corpo.

Gli uomini con tumore della prostata presentano spesso livelli di zinco più bassi ed altri studi indicano che lo zinco offre effetti protettivi contro l’insorgere del cancro della prostata. D’altra parte lo zinco potenzia anche l’attività della telomerasi, un enzima prodotto dalle cellule cancerose che consente loro di divenire immortali. Ciò a sua volta promuove l’espansione della neoplasia, e quando il tumore della prostata si espande diviene mortale.

Uno studio di recente pubblicazione (1), esamina il ruolo dello zinco nel cancro della prostata. I dati in questo studio erano ricavati da una ricerca in corso su 46.974 uomini arruolati nello Health Professionals Follow-up Study. Lo studio ha evidenziato un’associazione tra gli uomini che usavano 100 milligrammi o più di integratori di zinco al giorno e un aumento nell’incidenza del tumore alla prostata. Più a lungo era assunta questa dose, più alta era l’incidenza. Alcuni avevano assunto grosse dosi per più di 10 anni.

Perché lo zinco, un elemento nutritivo spesso consigliato per la salute della prostata, dovrebbe essere legato al tumore della prostata? Notate che i rischi si presentavano solo con assunzioni di 100 milligrammi giornalieri o più di integratori di zinco per periodi prolungati. Queste dosi sono in contrasto con il fabbisogno giornaliero di zinco per gli uomini, che ammonta a soli 11 milligrammi. Quello che succede è che lo zinco agisce secondo una curva a forma di campana (parabolica); troppo zinco porta paradossalmente a effetti che assomigliano ad una carenza di zinco. Per esempio, lo zinco è un potente stimolante per la risposta immunitaria, ma in larghe dosi menoma il sistema immunitario.


In quantità normali, cioè, meno di 100 milligrammi giornalieri, lo zinco fornisce protezione antiossidante attraverso il suo ruolo come componente del sistema enzimatico presente nell’organismo (superossido dismutase). Ma, di nuovo, in dosi più consistenti indebolisce le difese ossidanti. Altri studi  dimostrano che un altro minerale, il selenio, è un potente protettore contro l’insorgere del cancro della prostata, ma troppo zinco blocca questo ruolo protettivo del selenio. La promozione di testosterone e IGF-1 da parte dello zinco è portata al sovraccarico quando si consuma troppo zinco ed entrambi questi ormoni promuovono il cancro alla prostata, sebbene non lo causino. Lo studio indicava che lo zinco ottenuto da fonti alimentare non aveva effetti sul tumore della prostata.


Questo studio fa sorgere qualche preoccupazione perché lo zinco si ripresenta in numerosi integratori alimentari. Questo minerale è spesso aggiunto a sostituti di pasto, multi-minerali, vitamino-minerali, e così via. Non è quindi difficile consumare 100 milligrammi di zinco al giorno. I migliori e più recenti integratori zinco-magnesio-B6 (ZMA-T con formulazione brevettata SNAC System USA) contengono pochi milligrammi di zinco, e sono stati progettati per garantire i migliori risultati senza rischi di accumulo di zinco.

La morale di questa storia è semplicemente che è importante essere consapevoli delle quantità di zinco che si ingeriscono da fonti alimentari e soprattutto da integratori. Se ammontano a 100 milligrammi o più al giorno, abbattete l’assunzione di zinco fino ad arrivare a consumarne meno di 100 milligrammi giornalieri. Lo zinco offre molti benefici a chi cerca muscoli e salute, ma, come si suol dire, il troppo stroppia.

Un’altra prudente tecnica per coloro che si preoccupano di prevenire il cancro della prostata è consumare altri elementi nutritivi che si sa aiutano a prevenire questa forma di cancro, che è attualmente la seconda causa di morte da tumore nella popolazione maschile. Tra questi altri elementi nutritivi si annoverano il selenio, il tè verde, il resveratrolo (presente nell’uva e nelle arachidi), la vitamina D, il licopene, gli isoflavoni della soia, l’aglio e il gamma-tocoferolo, una forma di vitamina E disponibile in integratori.

(1) Leitzmann MF, et al. Zinc supplement use and risk of prostate cancer. J Nat Cancer Instit 2003;95:1004-07.

Articolo pubblicato sulla rubrica "Nutrition Science" di Jerry Brainum contenuta in Olympian's News numero 76 del 7 Febbraio 2006 - Sandro Ciccarelli Editore - Tutti i diritti riservati

Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!

Nessun commento:

Posta un commento