di Nutrition Science
a cura di Jerry Brainum
Sono
numerose le spezie che contengono principi attivi in grado di sviluppare
potenti effetti a favore della salute e della condizione di benessere generale.
Lo zenzero, per esempio, non solo previene la stanchezza mattutina nelle donne
in gravidanza, ma, grazie al suo principio attivo “gingerolo”, esplica anche potenti
effetti antiossidanti ed anticancerogeni. La capsaicina, il principio attivo
contenuto nel peperoncino, stimola il metabolismo ed ha effetto antinfiammatorio.
La cannella, oltre ad avere un ottimo sapore, aumenta la sensibilità all’insulina.
Ma la spezia più versatile in assoluto è forse la curcuma.
Coltivata
in India, Cina ed altri Paesi asiatici, la curcuma ha come principio attivo il
curcumino. Secondo la medicina ayurvedica, ovvero la medicina tradizionale indiana,
è un trattamento efficace contro patologie tanto diverse tra loro quali
artrite, infiammazioni, malattie cutanee, febbre, infezioni ed itterizia. Nella
medicina tradizionale cinese la curcuma è impiegata per curare disturbi del
fegato e della cistifellea, per controllare le emorragie e per trattare la
congestione del petto. La moderna medicina occidentale ha confermato l’efficacia
di molti usi tradizionali del curcumino.
Alcuni studi indicano che costituisce
un potente antiossidante ed antinfiammatorio naturale in grado di sviluppare
effetti anticancerogeni ed antibiotici. È, inoltre, d’ausilio nel trattamento
delle ulcere peptiche. Il curcumino aiuta a prevenire la diffusione del cancro
in quanto blocca alcune sostanze di cui il tumore si serve per produrre nuovi
vasi sanguigni senza i quali le cellule neoplastiche avvizziscono e muoiono.
Secondo i risultati della ricerca scientifica, il curcumino sembra contrastare
il cancro della mammella, del colon retto e quello della prostata. La sua
azione di prevenzione della formazione di nuovi vasi sanguigni rende il
curcumino utile anche contro la retinopatia diabetica, la prima causa di cecità
nei diabetici. Altri studi indicano che il curcumino aiuta a proteggere il fegato
contro sostanze tossiche che altrimenti distruggerebbero le cellule epatiche.
Uno dei processi attraverso i quali il curcumino sviluppa
effetti antinfiammatori, nonché anticancerogeni, è l’inibizione di un enzima chiamato
ciclossigenasi di tipo 2 o COX-2. Farmaci che inibiscono questo enzima sono impiegati
nel trattamento di malattie infiammatorie come l’artrite ed hanno recentemente acquisito
notorietà a seguito di relazioni secondo le quali promuoverebbero disturbi cardiovascolari.
L’enzima COX-2 agisce promovendo la sintesi delle prostaglandine, sostanze
ormono-simili prodotte a partire dai grassi alimentari. Quando l’attività della
COX-2 è bloccata, le proprietà infiammatorie di alcune prostaglandine sono
ridotte e si produce un effetto analgesico, ovvero di alleviamento del dolore.
I farmaci per la COX-2 hanno rimpiazzato gli inibitori della COX-1 che davano
problemi perché andavano ad attaccare la barriera mucosa gastrointestinale.
Gli
inibitori della COX-2 avrebbero dovuto prevenire questo effetto collaterale, ma
si è scoperto che inibiscono la sintesi di una prostaglandina protettiva nei
vasi sanguigni: la prostaciclina che previene la coagulazione all’interno dei
vasi stessi, una delle principali cause di attacchi ed arresti cardiaci. E,
quel che è peggio, i farmaci per la COX-2 non contrastano la sintesi del
tromboxano, una prostaglandina che promuove la formazione di coaguli ematici. Ne
risulta che questi medicinali potrebbero favorire attacchi e arresti cardiaci
in alcuni soggetti. Dato che è un inibitore naturale della COX-2, ma non sembra avere effetti negativi sulla prostaciclina, il curcumino aiuta a prevenire il cancro e le infiammazioni in tutto il corpo.
Il morbo di Alzheimer ha una componente
infiammatoria e gli studi sul curcumino di maggior interesse in assoluto sono
proprio quelli che si focalizzano in questa direzione. Si ritiene che la causa principale
dell’Alzheimer sia un aumento delle concentrazioni cerebrali della proteina
beta-amiloide, che, se presente in quantità eccessive, è una potenziale causa
di infiammazione nel cervello, portando alla distruzione dei neuroni, soprattutto
nella porzione del cervello preposta al controllo delle attività intellettuali.
Alcuni studi pubblicati di recente indicano che il curcumino sembra agire nel
cervello provvedendo non solo a prevenire l’accumulo della tossica
beta-amiloide, ma anche a rimuoverne gli eccessi già presenti. Anche se la
ricerca è ancora ad una fase preliminare, chiunque tema di sviluppare l’Alzheimer
potrebbe prendere in seria considerazione l’idea di assumere una qualche forma
di curcumino, che non è tossico, prima che la malattia si manifesti: ovvero,
come misura preventiva.
In qualità di antiossidante e agente antinfiammatorio,
il curcumino sviluppa effetti benefici anche in riferimento all’attività
fisica. Uno studio recente ha mostrato che la somministrazione di curcumino
portava nei topi ad una diminuzione dei marcatori del danno muscolare, quali la
creatina chinasi e diverse citochine infiammatorie (1). Ai topi veniva dato curcumino
tre giorni prima di sottoporli ad un regime di corsa in discesa, un esercizio
che, essendo fortemente eccentrico, dà luogo a danno muscolare diffuso. Questi
topi recuperavano con maggior rapidità rispetto ad un gruppo di controllo che
non riceveva curcumino.
Il curcumino potrebbe rivelarsi utile per il
trattamento di qualunque patologia associata all’infiammazione, come dolori
articolari e muscolari. Può essere il caso di usarlo in combinazione con altri
rimedi naturali contro i disturbi articolari, quali glucosammina e condroitina,
visto che dovrebbe offrire benefici sinergici. Se tutti i supplementi aiutano a
ridurre l’infiammazione (la causa numero uno del dolore articolare), la glucosammina
aiuta a curare le giunture infortunate, mentre il curcumino riduce l’infiammazione
che ritarda il processo di guarigione a lungo termine nel tessuto connettivo.
L’unico
problema con il curcumino è che risulta di difficile assorbimento per l’organismo.
Detto questo, a giudicare dai numerosi studi che ne attestano i benefici,
sembra comunque che in parte venga assorbito. Alcune ricerche indicano che l’assunzione
congiunta di piperina, una sostanza estratta dal pepe nero (in commercio sotto
il nome di Bioperine), incrementa in modo significativo l’assorbimento del
curcumino e di altri nutrienti, quali il coenzima Q10 ed il beta-carotene.
Potete usare il curcumino come spezia o assumerlo in forma di integratore. Alcuni supplementi di curcumino contengono anche piperina per potenziarne l’assorbimento (del 2.000%!). Un ottimo dosaggio, per beneficiare sia degli effetti protettivi sia di quelli antinfiammatori, è rappresentato da 2.000 milligrammi al giorno in dosi separate. In questo modo potenzierete anche l’azione di altri antiossidanti di cui potreste fare uso, come le vitamine E e C.
Potete usare il curcumino come spezia o assumerlo in forma di integratore. Alcuni supplementi di curcumino contengono anche piperina per potenziarne l’assorbimento (del 2.000%!). Un ottimo dosaggio, per beneficiare sia degli effetti protettivi sia di quelli antinfiammatori, è rappresentato da 2.000 milligrammi al giorno in dosi separate. In questo modo potenzierete anche l’azione di altri antiossidanti di cui potreste fare uso, come le vitamine E e C.
Riferimenti bibliografici
1) Davis, J.M., et al. (2005).
Curcumin enhances performance recovery after exercise-induced muscle damage. Med
Sci Sports Exer. 37:S128.
Articolo tratto da Olympian’s News n° 85, pagg. 30-32. Pubblicato da Sandro Ciccarelli editore. Tutti i diritti sono riservati. Clicca qui per abbonarti!
Steve Holman, caporedattore della rivista IRONMAN, ha raccolto i migliori articoli dei massimi esperti dei settore in un volume d'inestimabile valore con consigli densi di informazione e completamente sinceri.
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