Jerry Brainum
Un’esauriente pubblicazione uscita qualche anno fa ha
esaminato le esigenze nutrizionali delle donne che praticano regolarmente
bodybuilding, powerlifting e/o sollevamento pesi. Molte di queste esigenze sono
simili a quelle maschili, ma ci sono alcune importanti differenze. In un primo
tempo, spesso le donne mostrano guadagni di forza maggiori perché, normalmente,
all’inizio del programma di allenamento sono più deboli degli uomini.
Un’altra ovvia differenza fra i sessi è la dimensione
muscolare finale che è possibile ottenere: differenze strutturali e ormonali
fanno, infatti, sì che, in media, l’uomo riesca a sviluppare muscoli di gran
lunga più grossi delle donne. Normalmente, questo è attribuito al più elevato
livello di testosterone presente negli uomini. Le donne non possono sviluppare un
corpo maschile, a meno che, naturalmente, non facciano uso di farmaci a base di
testosterone e altre sostanze anabolizzanti associate alla crescita muscolare (che
queste sostanze facciano effetto sulle donne è evidente dall’aspetto di alcune
bodybuilder agoniste i cui muscoli superano ampiamente le dimensioni che è possibile
raggiungere con mezzi naturali).
Anche le donne che scelgono di allenarsi in modo naturale,
comunque, possono perdere quantità significative di grasso corporeo e
sviluppare muscoli definiti, benché questa sia certamente una battaglia complessa
in confronto a quella degli uomini, perché il profilo ormonale femminile (con
più estrogeni e meno testosterone) tende a favorire l’aumento del grasso, in particolare
nella parte inferiore del corpo e immediatamente sotto l’epidermide.
Dal punto di vista del metabolismo dell’attività fisica,
nelle donne si osserva una evidente superiorità nell’uso dei grassi rispetto
agli uomini, ancora una volta, probabilmente a causa della maggiore quantità di
estrogeni. Durante l’attività fisica, le donne riescono a sfruttare in modo più
efficace e veloce le riserve di grasso rispetto agli uomini. La differenza fra
le performance maschili e femminili, infatti, è molto meno significativa negli
sport di resistenza che in quelli di forza. Le donne depositano livelli
maggiori di grassi nei muscoli, noti come trigliceridi intramuscolari (IMTG).
Si ritiene che gli IMTG siano collegati con la maggiore percentuale nelle donne
di fibre muscolari a contrazione lenta, note anche come fibre della “durata”,
le quali tendono a bruciare una maggiore quantità di grasso durante l’attività
fisica e a riposo. Gli studi sull’attività di durata mostrano che le donne utilizzano
gli IMTG in proporzione molto maggiore rispetto agli uomini. Il più elevato uso
dei grassi permette di risparmiare il glicogeno muscolare, i carboidrati
depositati, e questo riguarda anche l’allenamento con i pesi, in cui le donne
utilizzano maggiori quantità di grassi e minori quantità di glicogeno.
L’effetto è attribuito a una minore attività degli enzimi glicolitici nei
muscoli che attivano la disgregazione del glicogeno muscolare, che può essere
causata dai più elevati livelli di estrogeni.
Poiché le donne sono attente al loro aspetto fisico, molte
di loro limitano eccessivamente il proprio apporto calorico, ma vari studi
mostrano che questo può rivelarsi negativo per le atlete di alto livello. Una
riduzione eccessiva delle calorie, infatti, porta ad abbassare il ritmo
metabolico e questo paradossalmente aumenta i livelli di grasso corporeo.
Inoltre, una dieta ipocalorica provoca affaticamento e irritazione, oltre ad
abbassare il rendimento sportivo (come accade anche negli uomini).
Le donne che
non mangiano a sufficienza mostrano una riduzione dell’attività degli ormoni
tiroidei e questo non solo diminuisce le perdite di grasso, ma anche la
quantità di energia. Inoltre, questo influenza negativamente anche la massa
ossea, la fertilità e il rifornimento di creatina nei muscoli. Infine, alimentarsi
in modo insufficiente aumenta i rischi di deficit a livello nutritivo.
Dato che l’allenamento con i pesi aumenta
il ritmo metabolico a riposo fino a 36 ore, le donne dovrebbero assumere la maggior
parte delle calorie prima e dopo l’allenamento. Questo, infatti, permette di evitare che le calorie
raggiungano le riserve di grasso corporeo. Per fare un esempio pratico, le donne
che si allenano con i pesi devono consumare giornalmente da 39 a 44 calorie per
chilo di peso corporeo. Se il totale delle calorie consumate ogni giorno da una
donna attiva è inferiore a 1.800, possono insorgere problemi energetici e della
salute. Studi confermano che le donne utilizzano i carboidrati diversamente
dagli uomini: non solo usano minori quantità di glicogeno durante l’allenamento,
ma ne sintetizzano anche meno dopo. Per sintetizzare più glicogeno dopo un
allenamento, infatti, una donna deve assumere fino a 8 g di carboidrati per
chilogrammo di peso corporeo, ma tale quantità di carboidrati rappresenterebbe
un’alta percentuale delle sue calorie giornaliere.
Le donne hanno una grande necessità di carboidrati per
consentire il rifornimento di glicogeno dopo un allenamento, ma non hanno
bisogno di mangiare come gli atleti di sport di durata. I carboidrati migliori
sono quelli a basso contenuto glicemico, che, cioè, rilasciano lentamente i
carboidrati nel corpo, favorendo così una minore sintesi lipidica. Gli alimenti
ricchi di fibre (frutta, verdura, riso integrale, pane di farina integrale, farina
d’avena, fagioli, legumi e patate dolci) hanno valori più bassi di indice
glicemico.
Le verdure della famiglia delle crucifere,
come i broccoli, i cavoletti di Bruxelles, il cavolo verde, il cavolo cappuccio
e il cavolo cinese, sono particolarmente buone per le donne, perché contengono
sostanze naturali che riducono i livelli eccessivamente alti di estrogeni,
aiutandole a perdere acqua e grasso superflui.
Gli studi mostrano che
gli uomini utilizzano una maggiore quantità di proteine delle donne durante
l’allenamento. Il maggiore uso dei grassi durante l’attività fisica delle donne,
infatti, può ridurre il consumo delle proteine, tanto quanto del glicogeno. D’altra parte, però, gli studi mostrano anche
che nelle donne la stimolazione della sintesi proteica nei muscoli dopo
l’allenamento è meno efficiente che negli uomini. Questo indica che, in quel
momento critico, hanno bisogno di assumere più proteine. Per costruire massa
magra, le donne dovrebbero assumere piccole quantità di proteine di alta
qualità e rapidamente digeribili insieme a una limitata quantità di carboidrati
prima e dopo l’allenamento e fra i pasti, per mantenere un ambiente metabolico anabolico
ottimale. Inoltre, le donne dovrebbero ignorare i miti delle diete ricche di proteine
e, fra questi, quelli che affermano che consumare molte proteine porta a una
perdita della massa ossea e all’osteoporosi. Gli studi, infatti, mostrano un
effetto opposto: un alto consumo proteico favorisce la massa
ossea. Inoltre, alcuni alimenti ricchi di proteine forniscono anche sostanze nutritive
essenziali per la formazione e il mantenimento delle ossa, quali il calcio, il magnesio
e la vitamina D.
Alcune donne scelgono una dieta vegetariana, credendo
che sia più salutare che mangiare carne e che limiti la formazione di grasso
corporeo. Anche se è effettivamente possibile per alcune persone restare sane senza consumare
proteine animali, questa dieta non è l’ideale per il bodybuilding. Le donne devono
fare particolarmente attenzione alla quantità di ferro assunta, perché sono maggiormente
a rischio di anemia. La carne contiene la fonte più facilmente assorbibile di
ferro, il ferro tipo eme, mentre spesso il ferro contenuto nei vegetali non è
altrettanto disponibile a causa di sostanze che bloccano il ferro presente
nelle piante, come gli ossalati e i fitati. Inoltre, le proteine animali
forniscono sostanze nutritive vitali quali le vitamine del complesso B e i
minerali.
Le donne preoccupate del contenuto di grassi presente nella carne possono
assumere un integratore proteico di alta qualità come il siero e/o la caseina, privo
di grassi e di carboidrati. Alcune donne, poi, sono eccessivamente preoccupate
per i grassi, perché credono che il loro consumo favorisca la formazione di
grasso corporeo. Una giusta assunzione di grassi, invece, aiuta a rifornire le
riserve intramuscolari di grasso che le donne utilizzano durante l’attività fisica;
questo conserva anche le loro limitate riserve di glicogeno muscolare. Le donne dovrebbero
assumere il 30% del loro fabbisogno calorico giornaliero dai grassi per
rifornire le riserve esaurite di IMTG. Se non assumono grassi alimentari a sufficienza,
le riserve muscolari di grasso possono restare esaurite per due giorni dopo
l’allenamento, influendo negativamente sulla capacità di svolgere attività fisica.
Inoltre, i grassi
alimentari sono necessari per il mantenimento della funzionalità degli ormoni
sessuali nelle donne, così come accade negli uomini. Se una donna non assume
una quantità sufficiente di grassi, probabilmente avrà problemi al ciclo
mestruale. Assumere meno del 15% delle calorie dai grassi, inoltre, aumenta il
rischio di deficit di un acido grasso essenziale, che può causare una riduzione
del grasso bruciato, oltre a seri problemi per la salute.
I grassi alimentari
dovrebbero provenire da alimenti ricchi di proteine magre: frutta secca, semi,
pesce grasso come il salmone (o da integratori di olio di pesce per l’omega-3,
se odiate il pesce), così come dai semi di lino, dal cartamo, dalla canola e
dagli oli extra-vergine di oliva. Evitate, invece, i trans grassi (noti anche
come grassi idrogenati) che favoriscono la formazione di grasso corporeo, del
cancro e di malattie cardiovascolari, oltre alla perdita di aminoacidi nei
muscoli. Il consumo di grassi salubri permette di ridurre l’assunzione di carboidrati,
favorendo una migliore composizione corporea nelle atlete che praticano sport
di forza.
Le donne reagiscono alla maggior parte degli integratori come gli
uomini: la creatina funziona bene, anche se non blocca l’ossidazione proteica
come accade negli uomini. Ad ogni modo, questo è un punto discutibile, perché le
donne bruciano comunque meno proteine degli uomini durante l’attività fisica.
Inoltre, le donne dovrebbero evitare anche tutti i tipi di integratori che aumentano
il testosterone, compresi quelli che bloccano gli estrogeni. Questi
integratori, infatti, sono ottimi per gli uomini, ma nelle donne possono creare
seri problemi ormonali.
Sommate tutto questo e sarà chiaro che le
atlete che praticano sport di forza dovrebbero ridurre i carboidrati a favore di
“buone” fonti di grassi, aumentando, di pari passo, l’apporto proteico,
soprattutto dopo l’allenamento. In questo modo potranno assicurarsi grandi
progressi, rimanendo sane e piene di energia.
Volek, J.S., et al. (2006).
Nutritional aspects of women strength athletes. British J Sports
Med. 40:742-48.
Articolo tratto da IRONMAN/Olympian’s News n° 82, pagg 18-19. Pubblicato da Sandro Ciccarelli editore. Tutti i diritti sono riservati. Clicca qui per abbonarti!
Articolo tratto da IRONMAN/Olympian’s News n° 82, pagg 18-19. Pubblicato da Sandro Ciccarelli editore. Tutti i diritti sono riservati.
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