Del Dott. Mauro Di Pasquale
L’integrazione di glutammina negli atleti può rivelarsi utile per aumentare lo stimolo anabolico. Durante l’allenamento le cellule dei muscoli scheletrici vengono danneggiate in parecchi modi. Fattori di carattere chimico o meccanico (per es. tramite la mediazione degli enzimi) possono svolgere un ruolo importante nell’eziologia di questi microtraumi che, in ultima analisi, devono essere riparati. Di conseguenza, proprio per poter permettere questo processo riparativo dei tessuti, è necessario aumentare i glucocorticoidi e, in questo modo, si contribuisce al catabolismo delle proteine miofibrillari. Inoltre, mentre gli altri aminoacidi vengono spinti nella produzione di glutammina, la sintesi delle proteine miofibrillari diminuisce, a causa della ridotta disponibilità degli aminoacidi.
Oltre agli effetti diretti della glutammina sulla sintesi e sul catabolismo muscolari, altre sue funzioni, quali i suoi effetti potenziali sull’ormone della crescita e sul testosterone e le sue proprietà antiossidanti ed epatoprotettive, sono di grande interesse per gli atleti. I risultati di un recente studio suggeriscono che la maggiore disponibilità di glutammina, come conseguenza dell’esercizio fisico, promuove l’accumulo di glicogeno nei muscoli attraverso dei meccanismi che, probabilmente, comprendono la diversione del carbonio glutamminico in glicogeno. Oltre a tutto questo, sappiamo benissimo che la glutammina è il principale precursore della gluconeogenesi, oltre che un veicolo per il trasporto del carbonio negli esseri umani. Questi fatti ci potrebbero essere d’aiuto per aumentare l’intensità dell’allenamento e per favorire il recupero dopo le sessioni di allenamento.
La glutammina è il precursore del glutatione e, come tale, possiede degli effetti antiossidanti, facendo aumentare il contenuto di glutatione intracellulare. Ultimamente, una ricerca ha dimostrato che la glutammina ha un effetto terapeutico, insieme alla vitamina E, nei confronti delle disfunzioni epatiche.
La glutammina può inoltre costituire un importante modulatore della secrezione di GH, di prolattina e di ACTH nell’uomo. Un recente studio ha trovato che una dose orale di glutammina peptidica, pari a solo 2 grammi, ha determinato un netto aumento nel rilascio dell’ormone della crescita, a conferma del fatto che delle significative quantità di glutammina presa per via orale hanno in effetti raggiunto le zone periferiche. Degli apporti più elevati di questo aminoacido, mentre riescono ad aumentare ulteriormente la glutammina presente nel plasma, provocano anche un’accelerata depurazione (clearance) glutamminica, coerente con l’attivazione del processo di rimozione della glutammina da parte del fegato. Chiamare in causa il formidabile meccanismo epatico per rispondere ad un forte aumento della glutammina nel plasma, può pertanto rivelarsi controproducente.
D’altra parte, con dei carichi inferiori ad 1 grammo si corre il rischio di non riuscire ad elevare in maniera determinante i livelli di glutammina in circolazione nel plasma. Gli autori di questo studio sono dell’opinione che i risultati da loro ottenuti mostrano chiaramente come un carico di glutammina per via orale, approssimativamente dello stesso livello di quello usato nella loro ricerca, sembra aprire una “finestra” di buone possibilità di raggiungere l’aumento prefissato, in termini di rilascio sistemico di GH e di glutammina.
Come un carico di glutammina per via orale possa stimolare la secrezione basale dell’ormone della crescita, non viene spiegato. Comunque, la glutammina dà il segnale d’inizio ai flussi aminoacidici secondari, che potrebbero influenzare la secrezione dell’ormone della crescita. Per esempio, la conversione di glutammina in citrullina, a livello di intestino tenue, sostiene la sintesi renale di arginina, un ben noto stimolatore della secrezione del GH. Inoltre, la conversione della glutammina in glutammato costituisce uno stimolo diretto per l’attivazione del rilascio dell’ormone liberante la somatotropina. Di conseguenza, sia uno che tutti e due gli effettori potrebbero svolgere una funzione nello stimolare la secrezione del GH, come reazione al carico di glutammina per via orale.
La glutammina, insieme al glutammato, aumenta il rilascio dell’ormone liberante le gonadotropine (GnRH) e, quindi, indirettamente, potrebbe influenzare una maggiore secrezione del testosterone. Non dobbiamo inoltre dimenticare che gli effetti della glutammina nei muscoli scheletrici includono la stimolazione della sintesi proteica, che ha luogo sia in presenza che in assenza dell’insulina. Questa risposta è chiaramente maggiore in presenza di insulina.
Articolo tratto da “Aminoacidi e proteine per l’atleta” del Dott. Mauro Di Pasquale, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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