di Jerry Brainum
Numerosi studi hanno esaminato la comparsa di disturbi gastrointestinali in chi utilizza la creatina. Resoconti personali indicano che alcuni utilizzatori soffrono di crampi allo stomaco, diarrea e nausea. La domanda è: gli effetti collaterali sono in misura direttamente proporzionale alla dose? Per capirlo i ricercatori hanno suddiviso casualmente 59 calciatori professionisti in un gruppo che assumeva due dosi quotidiane da cinque grammi ciascuna di creatina, un gruppo con una dose da 10 g per un periodo di 28 giorni e un gruppo che prendeva un placebo privo di creatina. In tutti e tre i gruppi gli effetti collaterali più comuni sono stati la diarrea (39%), i disturbi di stomaco (23,8%) e le eruttazioni (16,9%). Non c’era differenza, però, nell’incidenza degli effetti collaterali tra il gruppo con cinque grammi di creatina e quello col placebo. D’altronde, l’incidenza della diarrea era assai superiore (oltre il 20% in più) per il gruppo con 10 g di creatina. Di conseguenza gli autori sostengono che assumere oltre i cinque grammi di creatina in una dose unica può dare alcuni disturbi gastrointestinali come effetto collaterale.
Perché dosi maggiori di creatina causerebbero tali effetti?
La creatina è un aminoacido sintetizzato nel corpo a partire da altri tre (arginina, glicina e metionina) soprattutto nel fegato, nel pancreas e nei reni. Sebbene tutti gli integratori in commercio contengano creatina di sintesi (e ciò la rende più adatta per i vegetariani), le caratteristiche dell’aminoacido rimangono integre. Gli aminoacidi concentrati, se assunti per bocca, attirano l’acqua nelle viscere. Accumulate una certa quantità d’acqua e, in men che non si dica, avrete effetti collaterali a carico dell’apparato gastrointestinale.
Questo problema è più probabile che accada con dosi di creatina soggettivamente elevate perché le particelle di creatina possono dissolversi solo in modo parziale. In altri casi il colpevole può essere una creatina di scarsa purezza, dato che la lavorazione crea svariati sottoprodotti potenzialmente tossici, compresi il sodio sarcosinato, la cianamide, la diciandiamide e la creatinina diidrotriazina. Le tossine dovrebbero essere filtrate e rimosse durante i controlli di qualità, eppure possono essere presenti nelle marche più economiche, soprattutto quelle provenienti dalla Cina (una nazione famosa per controlli di qualità scadenti, come abbiamo scoperto l’anno scorso nell’episodio sull’avvelenamento alimentare). Al contrario, la creatina prodotta sia negli USA che in Germania e in Italia è di solito altamente purificata e priva di contaminanti.
Articolo tratto da "Natural Anabolics" di Jerry Brainum. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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