di Jerry Brainum
Se c’è una cosa che
dobbiamo riconoscere alle ditte produttrici di integratori per lo sport è che
inventano sempre un prodotto dietro l’altro per attirare nuovi consumatori.
Buona parte di questa innovazione è dovuta alla competizione e i prodotti
apparentemente “rivoluzionari”, che ne sono il risultato, hanno sia aspetti
positivi, che negativi per i consumatori. Il lato positivo è che molti di
questi nuovi integratori (ad esempio creatina e beta-alanina) sono il frutto di
ricerche scientifiche accurate e offrono effettivamente dei benefici. Certo, ci
saranno sempre persone “meno sensibili” sulle quali persino questi prodotti
hanno un effetto minimo o nullo, ma nella maggior parte dei casi essi
funzionano e, senza ombra di dubbio, si fondano su solide basi scientifiche.
Il
lato negativo di questa innovazione costante riguarda la messa in commercio di
prodotti privi di legittimità scientifica, come ad esempio quella sostanza di origine
vegetale ricavata da una pianta nigeriana semi-sconosciuta che, secondo i
produttori, era un potente afrodisiaco. Uno studio su topi aveva scoperto che
la pianta aumentava significativamente i livelli di testosterone, ma nessuna
ricerca successiva ha confermato tale effetto sugli esseri umani. Questo, però,
non ha impedito a qualcuno di continuare a sostenere che la pianta “innalza i
livelli di testosterone del 200%”. È vero, ma solo nei topi...
L’efficacia della
creatina ha portato alla creazione di un vasto numero di integratori “nuovi e
migliorati”, anche se spesso i loro effetti non sono ancora sicuri. Il
meccanismo principale usato dalla creatina è favorire la sintesi di adenosina
trifosfato (ATP) nelle cellule, soprattutto muscolari. L’ATP è la forma di
energia più elementare prodotta dall’organismo nella
quale, alla fine, tutti i nutrienti (siano essi carboidrati, grassi o proteine)
sono convertiti. Strutturalmente, l’ATP è composta da una base di adenosina
arricchita con ribosio (che è uno zucchero con 5 atomi) cui sono attaccati 3
gruppi fosfato. Quando i legami di uno di questi gruppi si rompono, si produce
energia e l’ATP si converte in ADP, che ha solo 2 gruppi fosfato. Tuttavia, l’ATP,
con i suoi 3 gruppi fosfato, è più attiva. Ed è qui che entra in gioco la
creatina. La creatina è immagazzinata nei muscoli in forma libera oppure legata
con il fosfato. Quando l’ATP si converte in ADP, la creatina le dona un gruppo fosfato,
ripristinando la struttura originale.
Quindi, la creatina agisce come una batteria
di riserva della macchina. Mantenendo stabili i livelli di ATP, la sostanza garantisce
la massima produzione di energia e questo offre svariati benefici, ad esempio
vi permette di aumentare l’intensità dell’allenamento. Ma se l’ATP è la forma
più elementare di energia, perché non assumere direttamente integratori di ATP?
In teoria, tutti gli integratori che aumentano l’ATP dovrebbero potenziare l’energia
durante gli allenamenti ad alta intensità, come quelli di bodybuilding.
In uno
studio, i roditori che hanno ricevuto 5 mg di un integratore orale di ATP per
chilogrammo di peso corporeo hanno sperimentato un aumento dell’assorbimento e della
produzione di ATP. Questo ha portato a supporre che tali benefici valessero
anche per gli uomini, ma uno studio successivo su esseri umani che ha
confrontato la somministrazione di una dose alta (225 mg) con una bassa (150
mg) di ATP per via orale per 14 giorni non ha scoperto differenze né nel livello
di ATP ematico, né nella forza o nella durata durante le distensioni su panca.
L’integratore non ha modificato neanche la potenza massima, la potenza media o
il lavoro totale durante una sessione di allenamento anaerobico. Tuttavia, a
differenza del gruppo placebo, dopo 14 giorni chi aveva assunto ATP ha
sperimentato un aumento del 22% del volume dell’allenamento.
Nonostante la
risposta poco entusiasmante del primo studio su esseri umani, alcune aziende
hanno messo sul mercato integratori di ATP in base all’ipotesi che, dato che l’ATP
è la fonte di energia corporea più immediata e la creatina può rifornirla, è
più efficace assumere direttamente ATP.
Uno studio recente ha esaminato gli
effetti di un integratore di ATP in commercio su 24 uomini giovani e sani con
in media 23 anni che praticavano tutti sport, aerobica o allenamento con i pesi
a livello non competitivo (1). I soggetti hanno assunto un placebo oppure un
integratore di ATP in commercio, in dosi variabili a seconda del loro peso. L’integratore
non ha migliorato la forza, la potenza, né la durata muscolare. La dose di ATP
usata era significativamente più alta di quella dello studio precedente.
Secondo gli autori, gli effetti sono stati nulli perché l’ATP per via orale non
ha resistito ai processi di digestione e di assorbimento nell’intestino.
Tuttavia, in mancanza di esami sull’ATP ematico, non sappiamo quanto questo
valore sia effettivamente aumentato. I ricercatori si sono concentrati sui
miglioramenti della prestazione indotti dall’integratore e non ne hanno
rilevato nessuno.
Lo studio è un classico esempio di qualcosa che sembra
plausibile, ma che, nella realtà degli esperimenti, si dimostra falso. È
indubbio che l’aumento di ATP possa migliorare l’intensità dell’allenamento, ma
non sembra che l’uso di integratori orali della sostanza sia la strada giusta.
Il metodo più prudente e sicuro per massimizzare l’ATP muscolare, pertanto, è continuare ad assumere integratori di creatina monoidrato.
(1) Herda, T.J., et al. (2008). Effects of a supplement designed to increase ATP
levels on muscle strength, power, output, and endurance. J Int Soc Sports
Nutr. 29:5:3.
Articolo tratto da Iron Man n° 113, pagg. 18-19. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
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