di Jerry Brainum
Come abbiamo visto
nella prima parte di questo articolo, il meccanismo che sta dietro al chitosano
in termini di perdita di grasso implicherebbe un legame del grasso ingerito che
fa sì che il grasso non venga assorbito. Questo meccanismo, basato sulle accertate
caratteristiche fisiche del chitosano ha perfettamente senso. Il problema è, funziona
altrettanto bene nella realtà – ad esempio in un normale organismo umano?
Diversi studi
coinvolgenti soggetti umani hanno valutato il chitosano ai fini della perdita di
grasso. Gli studi iniziali hanno mostrato che il chitosano sembrava essere una
efficace aggiunta ad una dieta con diminuzione delle quantità totali di cibo
assunte. Qui l’evidente problema è stabilire se l’effetto di perdita di grasso
scaturisse dall’ingestione di chitosano o dalla dieta stessa.
Un altro studio (1) ha
tentato di separare ogni effetto ipocalorico imponendo ai soggetti di ingerire
chitosano come parte della loro normale alimentazione. Se il chitosano agisce
come proclamato per bloccare l’assorbimento di grasso, deve mostrare qualche
effetto con qualunque tipo di programma alimentare, o almeno così ragionarono gli
autori dello studio. La struttura dello studio contemplava un protocollo
randomizzato, in doppio-cieco, lo standard aureo nella scienza: ciò significa che
né i soggetti dello studio, né coloro che gestivano lo studio sapevano inizialmente
chi stesse prendendo il chitosano, chi un placebo inerte. I soggetti dello
studio erano 34 persone sovrappeso, che ingerivano 4 capsule da 250 milligrammi
di chitosano o di un placebo, due volte al giorno per 28 giorni.
Alla fine delle 4
settimane, i risultati dei test su questi soggetti di studio non hanno mostrato
alcun cambiamento negli indici di massa corporea, né alcun effetto su
colesterolo, trigliceridi, o vitamine liposolubili nel gruppo con chitosano
rispetto ai soggetti che ingerivano un placebo. Comunque, la vitamina K, una
vitamina liposolubile, aumentava significativamente nel gruppo con chitosano.
Per quanto riguarda
gli effetti collaterali, 6 persone nel gruppo con chitosano e 2 nel gruppo con
placebo lamentarono stitichezza, il che è curioso dato che il chitosano agisce
nel corpo come una fibra. Questo particolare studio è spesso citato come prova
dell’inefficacia del chitosano ai fini della perdita di grasso. Ma uno sguardo più
attento allo studio rivela diversi fattori che generano confusione. Per
esempio, non è riferito quando i soggetti ingerissero il chitosano. A meno che
non assumessero l’integratore insieme con il pasto stesso, o subito prima, il
chitosano non avrebbe fatto assolutamente nulla. Lo studio non discuteva
neanche il contenuto medio di grasso dei pasti consumati da questi soggetti.
Di nuovo, non ci si
dovrebbe aspettare alcun beneficio dal chitosano, a meno che questi pasti non
fossero ricchi di grassi. Sebbene l’assunzione quotidiana totale di chitosano
da parte dei soggetti di questo studio (2 grammi al giorno) fosse all’interno dell’intervallo
consigliato, impallidisce in confronto alle dosi usate negli studi con animali
che realmente mostravano successo del chitosano nel bloccare grasso. I dosaggi
usati in questi studi su animali erano 15-22 volte più alti di quelli usati in
questo studio sugli uomini.
Ciò è paragonabile
ai primi studi sugli steroidi anabolizzanti, che erano usati per “provare” che
gli steroidi sono inefficaci nel costruire
muscoli. Anni dopo, i ricercatori si resero conto che fornire piccole dosi dei
farmaci non era efficace per costruire un’enorme massa muscolare, un fatto che
gli atleti conoscevano da anni. Infine, le capsule di chitosano usate nello
studio erano mal etichettate, dato che contenevano il 42% di chitosano. Il distributore
dell’integratore aveva affermato che le capsule contenevano il 71% di
chitosano. Questo può non aver fatto una differenza sostanziale nei risultati
di questo studio, ma indirizza a ritenere che la dose di chitosano utilizzata
nello studio fosse inadeguata a fornire alcun significativo effetto sulla
perdita di grasso.
Un
altro indizio era l’assenza di effetti del chitosano sul colesterolo registrata
nello studio. Precedenti studi su soggetti umani avevano mostrato riduzioni del
colesterolo che andavano dal 5,8% al 42,6%, mentre le LDL scendevano di media
del 15,1-35,1% (2, 3). Anche
l’assenza di effetti sulle vitamine liposolubili indica assenza di effetto del
chitosano, che in quantità significative bloccherebbe l’assorbimento di queste
vitamine se ingerite simultaneamente.
Uno
studio presentato all’11° Congresso Europeo sull’Obesità, avendo notato le
discrepanze nella ricerca esistente sul chitosano, ha cercato di determinare l’efficacia
dell’integratore. Lo studio, di nuovo, prevedeva un disegno randomizzato, in
doppio-cieco, controllato con placebo per assicurare accuratezza scientifica. I
soggetti dello studio erano costituiti da 50 donne obese, assegnate a caso o ad
un gruppo con chitosano o ad un gruppo con placebo. I soggetti nel gruppo con
chitosano ingerivano capsule di chitosano, 2 capsule, tre volte al giorno prima
di ogni pasto; ogni capsula conteneva 750 milligrammi di chitosano. Entrambi i
gruppi seguivano la stessa dieta, contenente solo 1.000 calorie al giorno. Dopo
6 mesi, i soggetti nel gruppo con chitosano avevano perso 12,3 Kg di grasso
corporeo rispetto a 7,4 Kg nel gruppo con placebo.
Le donne nel gruppo con chitosano mostravano anche un significativo calo nella pressione sanguigna, che può essere collegato alla generale perdita di peso, sebbene nel gruppo con placebo l’abbassamento della pressione sanguigna fosse considerevolmente più ridotto. Nessuno dei due gruppi registrava alcun cambiamento nella massa magra. Gli autori di questo studio fanno notare che i risultati ottenibili dal chitosano possono dipendere da fattori come la solubilità del prodotto, il peso molecolare e la viscosità.
Ciò implica che il chitosano a buon mercato può non funzionare!
Le donne nel gruppo con chitosano mostravano anche un significativo calo nella pressione sanguigna, che può essere collegato alla generale perdita di peso, sebbene nel gruppo con placebo l’abbassamento della pressione sanguigna fosse considerevolmente più ridotto. Nessuno dei due gruppi registrava alcun cambiamento nella massa magra. Gli autori di questo studio fanno notare che i risultati ottenibili dal chitosano possono dipendere da fattori come la solubilità del prodotto, il peso molecolare e la viscosità.
Ciò implica che il chitosano a buon mercato può non funzionare!
L’effetto
di blocco del grasso da parte del chitosano è tornato in questione con la
pubblicazione di un altro studio che coinvolgeva 7
uomini obesi (4). In
questo studio, i soggetti seguivano una dieta iperlipidica (120 grammi di
grasso al giorno) per 12 giorni. Dal 6°al 9° giorno, i soggetti ingerivano un
totale di 15 capsule, o 5,25 grammi, di chitosano al giorno prima dei pasti
come comandato. Ingerivano anche un marker di carbonio per determinare l’espulsione
di grasso. I risultati del test non hanno mostrato alcun aumento nell’espulsione
di grasso quando i soggetti ingerivano chitosano rispetto a quando consumavano
l’alto apporto di grasso senza il chitosano.
Gli
autori di questo studio hanno fatto notare che negli studi su animali che
indicavano l’efficacia del chitosano ai fini del blocco di grasso, il chitosano
era in effetti mischiato nel cibo degli animali, consentendo così al chitosano
di interagire con il contenuto di grasso prima che il pasto fosse consumato. In
questo studio su soggetti umani, sebbene il chitosano fosse ingerito prima dei
pasti ad alto apporto di grasso, può non essersi mischiato col grasso
sufficientemente o abbastanza a lungo per indurre un effetto significativo.
Uno
studio più recente sembra aver confermato l’assenza di effetto bloccante sul
grasso ad opera di capsule di chitosano (5).
In
questo studio, 15 uomini consumavano 5 pasti al giorno per 12 settimane, senza
alcuna limitazione energetica: era, cioè, consentito loro mangiare quello che
volevano. Durante un periodo di controllo di 4 giorni, gli uomini non
assumevano integratori. Durante un periodo di altri 4 giorni, i soggetti ingerivano
2 capsule, cinque volte al giorno contenenti in totale 4,5 grammi di chitosano.
Le capsule erano ingerite 30 minuti prima dei pasti.
I
soggetti dello studio consumavano in media 132 grammi di grasso al giorno.
Secondo i proclami che pubblicizzano il chitosano, i soggetti avrebbero dovuto
legare ed espellere 44 grammi di grasso. In realtà, comunque, i soggetti
espulsero solo 1,1 grammi di grasso. In base a ciò, la reale capacità del
chitosano di legare grasso fu stimata essere di 0,25 grammi di grasso per
grammo di chitosano ingerito. Perciò, per ottenere una riduzione del 50% nella digeribilità
di grasso, i soggetti avrebbero dovuto ingerire 264 grammi di chitosano, cioè
587 capsule al giorno.
Con un’assunzione di 10 capsule di chitosano al giorno, ci vorrebbero 778 giorni per perdere 1 Kg di grasso...
Con un’assunzione di 10 capsule di chitosano al giorno, ci vorrebbero 778 giorni per perdere 1 Kg di grasso...
Un
noto farmaco promosso per la perdita di peso, l’Orlistat (Xenical), inibisce
effettivamente l’assorbimento di grasso attraverso l’inibizione delle lipasi o
enzimi per la digestione del grasso. La dose di Orlistat consigliata è
calcolata per prevenire il 30% della digestione di ogni grasso consumato in un
pasto. Come si raffronta questo farmaco con il chitosano, reputato essere un
altro inibitore di grasso?
In
uno studio (6) che
coinvolgeva 7 uomini e 5 donne, il gruppo era assegnato a caso o ad un gruppo
con orlistat (120 milligrammi) o ad un gruppo con chitosano (890 milligrammi),
tre volte al giorno per una settimana. Tutti i soggetti consumavano una dieta
di 2.500 calorie contenente il 30% di grasso per tutto il periodo di studio di 21
giorni. Dopo una settimana, i gruppi si alternavano. I risultati hanno
dimostrato che, mentre l’Orlistat agiva significativamente come proclamato nel
promuovere l’espulsione di grasso, il chitosano non aveva alcun effetto.
Alcune
prove indicano che combinare chitosano con vitamina C lo fa funzionare meglio.
D’altra parte, il chitosano può bloccare l’assorbimento delle vitamine
liposolubili, come le vitamine A, D, E, e K, così come i carotenoidi quali
beta-carotene e licopene. Il chitosano può anche influenzare negativamente l’assorbimento
di flavonoidi e zinco. Inoltre le
persone con qualsiasi allergia ai crostacei di qualunque tipo devono
assolutamente evitare di assumere integratori di chitosano.
Sommate
tutto questo, e potete concludere che l’effetto di perdita di peso fornito dal
chitosano è, nel migliore dei casi, modesto, così come lo è il suo effetto sull’abbassamento
dei lipidi ematici, come il colesterolo.
Il problema principale con il chitosano non è la sua efficacia, ma il modo in cui la sostanza è stata super-promossa. I proclami pubblicitari asseriscono che la semplice assunzione di chitosano prima di un pasto ad alto apporto di grassi “neutralizza” queste calorie grasse, consentendovi così di mangiare quello che volete impunemente.
Il problema principale con il chitosano non è la sua efficacia, ma il modo in cui la sostanza è stata super-promossa. I proclami pubblicitari asseriscono che la semplice assunzione di chitosano prima di un pasto ad alto apporto di grassi “neutralizza” queste calorie grasse, consentendovi così di mangiare quello che volete impunemente.
Ma
la triste verità è che una simile panacea alimentare non esiste ancora. Non
esiste niente, contrariamente a quanto potreste leggere o sentir dire, che
sostituisca un’alimentazione corretta unita ad esercizio fisico. Forse un
giorno questo tipo di sostanze saranno prodotte, ma nel frattempo l’unico modo
conosciuto per liberarsi del grasso corporeo è metabolizzarlo attraverso il
sangue, il sudore e qualche volta le lacrime di un duro, regolare allenamento ed
un regime dietetico appropriato.
Riferimenti Bibliografici
1) Pittler,
M., et al. (1999). Randomized, double-blind trial of chitosan for body weight
reduction. Eur J Clin Nutr. 53:379-81.
2) Ylitalo,
R., et al. (2002). Cholesterol-lowering properties and safety of chitosan. Arzneimittelforschung.
52:1-7.
3) Bokura, H., et al. (2003). Chitosan decreases total
cholesterol in women: randomized, double- blind, placebo-controlled trial. Eur
J Clin Nutr. 57:721-5.
4) Gades, M.D., et al. (2002). Chitosan supplementation
does not affect fat absorption in healthy males fed a high-fat diet, a pilot
study. Int J Obesity. 26:119-22.
5) Gades, M.D., et al. (2003). Chitosan supplementation
and fecal fat excretion in men. Obesity Res. 11:683-88.
6) Guerciolini, R., et al. (2001). Comparative evaluation
of fecal fat excretion induced by orlistat and chitosan. Obes Res. 9:364-67.
Articolo tratto da OLYMPIAN'S NEWS n° 87 pagg 35-40. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
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