di Jerry Brainum
La proteina della soia contiene gli isoflavoni, come la genisteina e la daidzeina, con strutture simili a quella dell’estrogeno. Nonostante questa somiglianza, gli isoflavoni tendono ad opporsi agli effetti che gli estrogeni hanno all’interno dell’organismo. La ricerca mostra come gli isoflavoni possano risultare utili nella prevenzione di vari tipi di forme tumorali nella donna e del cancro alla prostata nell’uomo. Sembrano inoltre in grado di inibire l’ossidazione del colesterolo veicolato dalle LDL, svolgendo quindi un’azione di prevenzione nei confronti dell’insorgenza delle malattie cardiovascolari.
Un dibattito attualmente in corso che riguarda sia la proteina della soia che gli isoflavoni è se possano influire negativamente sui livelli ormonali maschili. Non si tratta di un’ipotesi irragionevole, dal momento che la struttura degli isoflavoni è molto simile a quella dell’estrogeno. Tuttavia, come già sottolineato in precedenza, gli isoflavoni tendono ad agire più in qualità di antiestrogeni che in veste di estrogeni attivi, sia nell’uomo che nella donna.
Questa supposizione è stata ulteriormente sottolineata da uno studio presentato da ricercatori dell’Università del Minnesota. Questi scienziati somministrarono a 10 uomini la proteina della soia integrata sia con isoflavoni che con oligosaccaridi (un tipo di carboidrato), per poi procedere a testare gli effetti di queste sostanze sui vari ormoni presenti nell’organismo maschile. Gli isoflavoni fecero diminuire i livelli sia della SHBG (globulina legante gli ormoni del sesso) che quelli dell’androstenedione. La SHBG è il principale vettore di testosterone nel sangue e quando è legata a questo veicolatore ematico, il testosterone viene considerato inattivo. Solo il testosterone libero o non legato è in grado di interagire con i recettori cellulari.
Sia i carboidrati che gli isoflavoni della soia determinarono, se ingeriti da soli, un leggero aumento di una forma debole di estrogeno, l’estrone, ma, se assunti insieme, ne ridussero i livelli. La proteina della soia, gli isoflavoni e i carboidrati della soia non produssero significativi effetti su altri ormoni maschili, includendo tra questi l’estradiolo (estrogeno), il DHEA-S, il testosterone, il progesterone o la prolattina.
In conclusione, questo studio mostra che l’ingestione di isoflavoni o di proteine della soia non ha effetti controproducenti sui valori ormonali maschili né promuove effetti collaterali legati agli estrogeni, come la ginecomastia, ovvero sviluppo di un seno maschile.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 2“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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