di Jerry Brainum
Il cortisolo è il principale ormone catabolico presente nell’organismo. Viene prodotto nella corteccia surrenale attraverso l’ACTH, rilasciato dall’ipofisi del cervello in risposta a vari tipi di stress, compreso l’esercizio fisico. Il buon senso (confermato dagli studi effettuati) ci dice che più una sessione di allenamento è intensa e maggiore è il livello di cortisolo. Il cortisolo può, tuttavia, subire modifiche ad opera di farmaci (l’insulina, gli steroidi anabolizzanti, il GH e altri) e la dieta (apporto di carboidrati durante e dopo l’allenamento, integratori di fosfatidilserina con dosaggi da 800 mg al giorno).
Il cortisolo, come altri ormoni nell’organismo, mostra un chiaro ciclo circadiano, ovvero ritmico. Per esempio, i livelli più alti di cortisolo si hanno spesso di mattina presto, proprio prima di svegliarsi. In altri momenti, il cortisolo raggiunge un picco a notte fonda. La consapevolezza di queste punte massime ha portato ad alcuni rimedi “anticatabolici” alquanto forzati, come, per esempio, alzarsi ad intervalli regolari durante la notte per fare un pasto a base di proteine e carboidrati.
Sfortunatamente, la ricerca mostra che la mancanza di sonno che normalmente deriva da tali tecniche determina, paradossalmente, una crescita dei livelli di cortisolo. Uno studio ha esaminato le risposte del cortisolo nell’arco delle 24 ore nei confronti di sessioni di allenamento multiple, con intensità d’esercizio sia alta che moderata (1). Questa ricerca è d’interesse per chi pratica bodybuilding proprio perché i bodybuilder che fanno agonismo si allenano spesso due volte al giorno: una sessione si incentra su esercizi con intensità da moderata a bassa (aerobica) mentre l’altra pone l’accento su un allenamento a più alta intensità, comprendendo anche esercizi con i pesi.
Lo studio in oggetto si concentrò su 17 atleti in tre condizioni sperimentali:
1) un giorno di controllo senza allenamento;
2) due sessioni di allenamento ad alta intensità in un giorno;
3) una giornata di allenamento con due sessioni di allenamento ad intensità moderata.
Come c’era da aspettarsi, l’allenamento ad intensità più elevata produsse un maggiore rilascio di cortisolo rispetto alle sessioni più moderate. Sia il gruppo ad intensità elevata che quello ad intensità moderata evidenziarono dei livelli notturni di cortisolo più bassi rispetto al gruppo che non si esercitava. Particolarmente interessante fu la scoperta che l’esercizio fisico ad alta intensità riportò le minori concentrazioni notturne di cortisolo. Qual è stato il fattore che ha bloccato i valori notturni di cortisolo nei gruppi che si allenavano?
La risposta potrebbe essere un ritardato effetto inibitorio sulla secrezione di ACTH da parte dell’ipofisi, che controlla la produzione di cortisolo da parte delle ghiandole surrenali. L’ACTH è in rapporto reciproco con il sistema nervoso simpatico, i cui principali ormoni sono costituiti da catecolamine come l’adrenalina. e la noradrenalina. Queste catecolamine promuovono la sintesi di ACTH e, quando sono depresse, anche la sintesi dell’ACTH diminuisce.
L’allenamento favorisce il rilascio delle catecolamine, con gli effetti maggiori determinati dai livelli d’intensità più alti. Il maggiore rilascio di catecolamine durante il giorno, ad opera dell’esercizio fisico, determina una minore sintesi notturna che, a sua volta, si riflette su una minore produzione di ACTH e, di seguito, ad un ridotto rilascio di cortisolo. Questo ci spiega perché dei livelli di intensità d’allenamento più elevati determinano delle minori concentrazioni di cortisolo nella notte. Di conseguenza, delle doppie sessioni di allenamento possono rivelarsi, fino ad un certo punto, anticataboliche.
Bibliografia
(1) Hackney, A.C., et al. (1999). Twenty-four hour cortisol response to multiple daily exercise sessions of moderate and high intensity. Clinical Physiology. 19:178-82.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 2“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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