di Ron Noreman
Essendo un bodybuilder della vecchia scuola, ho visto tutte le mode
che hanno interessato il mondo del bodybuilding, del fitness,
dell’alimentazione e della salute a partire dal 1977. A quei tempi era più
difficile trovare informazioni sul bodybuilding. C’erano poche riviste da cui
imparare e la mia preferita era Iron Man,
pubblicata da Peary e Mabel Rader.
Le palestre erano
piccole e scarse. Fino alla fine degli anni ‘80 e ai primi anni ’90 il
bodybuilding era un’attività non molto nota, praticata da pochi eletti. Buona
parte delle informazioni sulla preparazione per le gare e sui relativi
programmi nutrizionali era trasmessa da una generazione all’altra, un po’ come
accadeva nei villaggi preistorici in cui gli anziani insegnavano ai giovani a
cacciare e a raccogliere piante commestibili.
Negli ultimi 10 o 15
anni ha cominciato a emergere la figura del guru del bodybuilding. Guru è un termine onnicomprensivo, usato
con un certo sarcasmo per descrivere alcuni esperti di alimentazione e
allenamento che, talvolta, offrono anche consulenze in materia di pose,
presentazione sul palco per le gare di Bikini e così via. Spinti da un bisogno
innato di essere riconosciuti per le loro conoscenze soprannaturali e per la
loro mistica capacità di comprendere gli esercizi e la fisiologia nutrizionale,
spesso i guru scrivono per riviste o siti Internet.
Attenti a non
confonderli con i semplici nutrizionisti o preparatori atletici. I guru
aspirano a possedere un’aura di saggezza universale. Essi convincono i loro
seguaci di conoscere il segreto di altri allenatori o persino di guru meno
dotati di loro. Il gioco funziona così: un guru si fa strada allenando alcuni
bodybuilder dotati di un’ottima genetica, destinati a diventare professionisti
di alto livello – atleti che vincerebbero le gare anche se fossero allenati
dalle loro nonne defunte.
A quel punto, innumerevoli
bodybuilder meno dotati si accalcano intorno al guru, nella speranza di
sviluppare un fisico simile a quello degli atleti di élite. È così che il guru
si guadagna da vivere, grazie alla grande maggioranza di bodybuilder comuni. In
realtà, spesso i guru allenano gratuitamente i bodybuilder famosi perché quello
è il modo più efficace per attirare un’infinità di atleti nella media.
Ho visto con i miei
occhi uno dei guru più famosi nel mondo del bodybuilding somministrare a un
professionista di alto livello precisamente 11 mandorle, 12 minuti esatti prima
che questi salisse sul palco. La specificità dello spuntino prescritto suggeriva
implicitamente che mangiare 13 mandorle, 2 minuti prima avrebbe potuto mettere
a repentaglio l’intera preparazione per la gara, una cosa che, naturalmente, è
del tutto assurda.
Ai Nationals del 2001
mia moglie Nancy, che s’intende di bodybuilding, vide uno dei guru più famosi
al mondo consigliare a un atleta di strofinarsi del vino rosso sugli addominali
non molto tonici per stimolarne la ‘definizione’. L’atleta, ora defunto,
avrebbe fatto meglio a saltare qualche pasto e a bere quel vino durante la cena
dopo la gara.
Ora parliamo degli
scritti dei guru: sono sempre generici e non specifici. I guru non possono
certo svelare i loro segreti al grande pubblico non pagante. È come se le loro
conoscenze avessero origine divina, come i 10 Comandamenti ricevuti sulla cima
di una montagna. Spesso negli scritti dei guru concetti semplici appaiono
estremamente complessi. Un articolo sull’alimentazione per il bodybuilding completo
di grafico è un buon esempio di questo fenomeno. È simile a ciò che fanno le
ditte produttrici di integratori, nelle cui pubblicità appaiono tizi in camice
da laboratorio, che sembrano impegnati in qualche ricerca scientifica. La gente
non può sapere che, in realtà, si tratta di Herman, lo zio disoccupato del
proprietario con indosso un camice bianco.
Nel bodybuilding l’abitudine
ad affidarsi a preparatori atletici è in parte dovuta a cambiamenti nei trend
socio-economici avvenuti da una generazione all’altra. Quando ero piccolo, i
bambini non fissavano appuntamenti per passare del tempo insieme, si limitavano
a uscire e a giocare con gli altri ragazzi del vicinato. A meno che non
provenissero da famiglie relativamente benestanti, era raro che seguissero corsi
o attività a pagamento. Io appartengo alla generazione del baby boom e,
generalmente, i ragazzi della mia età erano degli autodidatti: formavamo delle
squadre, imparavamo le cose a scuola e leggevamo libri. Chi appartiene alle
Generazioni X e Y ha spesso avuto esperienze diverse. I genitori organizzavano
per loro appuntamenti con gruppi di amici attentamente selezionati, spesso
impegnandoli in attività specifiche, orchestrate con la precisione del New York
City Ballet. Da bambini seguivano corsi di ginnastica, danza, arti marziali,
pittura, tennis e così via. Alcuni genitori cedevano ad altri persino il
compito di insegnare ai figli ad andare in bicicletta, rivolgendosi a “istruttori
di ciclismo”.
Con questo non voglio
dire che le vecchie abitudini fossero intrinsecamente migliori, ma solo che c’è
stato un cambiamento nelle regole della società. È più probabile che, diventato
adulto, chi è cresciuto seguendo lezioni tenute da specialisti si rivolga a degli
“esperti” per raggiungere i propri obiettivi. Rivolgersi alla persona giusta
permette di risparmiarsi mesi o persino anni di errori e fatiche inutili.
Questa mentalità, però, rende più facile cadere preda del fascino dei guru.
È raro che i guru
diano ai loro clienti l’attenzione o i programmi individualizzati di cui hanno
bisogno. A meno che non siate uno di quei bodybuilder dotati di una genetica
straordinaria, che possono portare fama e ricchezza al guru, non aspettatevi
che lui (o lei) s’impegni a fondo per voi. Inoltre, fin troppo spesso anche
quando s’impegnano a fondo i guru risultano incredibilmente disinformati. Ecco
il profondo e oscuro segreto: quando si ha a che fare con un autentico guru, tutto
ruota intorno a lui. Voi dovete solo pagare il conto.
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