DI MARTA USTYANICH
CHE COS’È IL GLUTINE?
Seth Rogen tenta di rispondere a questa domanda in una scena di
Facciamola finita: “Glutine è un
termine generico. È usato per definire le cose che fanno male… Le calorie sono
glutine. I grassi sono glutine… Il glutine è roba schifosa e io non lo
mangio!”. Negli
ultimi anni il glutine è diventato il bersaglio delle battute nei film hollywoodiani
e oggi è il nuovo termine più in voga nell’industria alimentare. Questa
sostanza spesso criticata è stata al centro di una puntata umiliante del Jimmy Kimmel Live, in cui un gruppo di
ignari seguaci della dieta senza glutine si sforzava di rispondere a questa
stessa domanda. “Forse il glutine non esiste”, ipotizzava Kimmel, in pratica sintetizzando
in una frase la nostra ignoranza sull’argomento. Oggi il glutine è il nuovo
“nemico alimentare” e ha una pessima reputazione, proprio come grassi e carboidrati
in passato.
Beh,
in effetti il glutine esiste, ma dovremmo davvero eliminarlo completamente
dalla dieta? Nuove ricerche stanno aiutando a distinguere ciò che è vero da ciò
che è falso in merito a questa sostanza, facendo luce sui suoi reali effetti
nel corpo.
Il
glutine è una proteina complessa esistente sin dalla nascita dell’agricoltura, avvenuta
all’incirca 10.000 anni fa. Il glutine è contenuto in frumento, segale e orzo e
si trova in alcuni dei nostri cibi preferiti come pane e pasta, nei quali dà
elasticità all’impasto e forma una rete che permette di intrappolare l’aria.
Qual è il problema? Il glutine è l’unica proteina che il corpo umano non è in
grado di digerire completamente. Il motivo è da rintracciare nei 164.000-334.000
geni presenti nel frumento che codificano per le proteine (nel corpo umano ce
ne sono solo 20.000-25.000), ma la questione è molto complessa e solo oggi gli
scienziati stanno cominciando a dipanare questo mistero.
Nella
maggioranza delle persone l’assunzione di glutine (e, in particolare, della
gliadina, una delle proteine che lo compongono) non causa alcun problema;
tuttavia, nell’1% circa della popolazione (ossia più o meno in 70 milioni di
persone) il glutine causa la celiachia e si stima che il 60-90% dei casi non sia
ancora stato diagnosticato. Per i celiaci il glutine è molto pericoloso perché
stimola una risposta autoimmune che distrugge il rivestimento intestinale (i
minuscoli villi fondamentali per l’assorbimento dei nutrienti nel corpo). Se
non è trattata in modo adeguato, la celiachia può portare allo sviluppo di
malattie potenzialmente letali, aumentando quindi il rischio di morte
prematura. Le statistiche, inoltre, indicano che la celiachia è la più diffusa
tra le malattie di origine genetica e che è più comune di diabete di tipo 1,
fibrosi cistica e morbo di Crohn.
Katie
Pounder vive a Toronto e la celiachia le è stata diagnosticata nel 2008, dopo
una biopsia intestinale. “Per anni avevo rimandato gli esami perché la birra
era la mia bevanda alcolica preferita e le analisi erano costose e non coperte dall’assicurazione”,
ricorda. Le è, però, bastato eliminare il glutine dalla dieta per qualche
settimana per sentirsi molto meglio. “Mi sono resa conto di quanto fossi stata
male nei 5 anni precedenti solo quando ho capito cosa significasse stare ‘bene’”,
afferma.
Dopo
aver saputo che la celiachia ha una componente genetica, anche la famiglia di
Katie si è sottoposta agli esami necessari e sua sorella ha scoperto di
soffrire della malattia. “Prima della diagnosi i sintomi di mia sorella erano
meno pronunciati, ma eliminando il glutine dalla dieta il suo corpo ha reagito
positivamente come il mio. Oggi lei è ancora più sensibile di me alle
contaminazioni da glutine”, afferma Katie, la quale sospetta che anche sua
nonna accusasse problemi di digestione associati al glutine.
LA NOTORIETÀ DEL GLUTINE
Ma se il glutine è davvero pericoloso come dicono, perché solo
ora si è cominciato a condurre studi su questa sostanza e a parlarne sui mass
media? “Oggi le nostre conoscenze sono aumentate e abbiamo una tecnologia che
fino a qualche anno fa era inimmaginabile”, spiega il dott. Alessio Fasano,
direttore del Center for Celiac Research and Treatment di Boston, esperto di
celiachia di fama mondiale, pioniere nella ricerca su questa malattia negli
Stati Uniti e co-autore di Gluten Freedom.
Anche Katie conferma che le ricerche sul glutine sono iniziate solo di recente. “Dopo che mi era stata diagnosticata la malattia, mia madre trovò per caso un articolo online sui sintomi della celiachia nei bambini e mi chiamò piangendo. Mi disse che era stata un pessima madre perché, da bambina, io avevo tutti i sintomi”, ricorda. “La rassicurai e le dissi che negli anni ’80 la maggior parte delle persone non aveva mai sentito parlare della celiachia”.
Quando fondò il Center for Celiac Research in Massachusetts nel
1996 Fasano aveva già in cura un piccolo gruppo di pazienti, ma la
disponibilità di prodotti senza glutine non era comparabile con quella odierna.
“All’epoca in commercio si trovavano pochi prodotti senza glutine”, scrive.
“Circolava la battuta che era difficile capire se si stesse mangiando il
prodotto o la confezione che lo conteneva perché il sapore era quasi lo
stesso!”. Negli
ultimi 4 anni il settore dei prodotti senza glutine è notevolmente cresciuto e,
secondo la Nielsen (una società che si occupa di indagini di mercato), le sue
entrate sono passate da 11,5 a 23 miliardi di dollari. Basandosi su queste
cifre e sul fatto che molti casi di celiachia non sono ancora stati
diagnosticati, Fasano conclude che "la maggioranza dei consumatori acquista
prodotti senza glutine perché li considera salutari o ritiene che possano favorire
il dimagrimento..."
Solo
pochi anni fa la dieta senza glutine era più diffusa di quella povera di grassi
o di carboidrati. Uno degli errori più grandi è considerare questa dieta come
un’ennesima “moda” (un po’ come sta accadendo con la dieta Paleo, la Vegana o la South Beach) o
una strategia che permette magicamente di dimagrire, invece che la cura per una
malattia, com’è in realtà. “Non è detto che sia più salubre delle diete che
includono alimenti contenenti glutine” afferma Abby Langer, dietologa della
Abby Langer Nutrition di Toronto. “Molti prodotti senza glutine sono tutto
fuorché salutari. I muffin senza glutine sono comunque muffin e spesso contengono più calorie e più antinutrienti di quelli normali. inoltre costano molto di più”.
Anche
secondo Fasano non ci sono dati scientifici che permettono di collegare
l’eliminazione del glutine dalla dieta con una riduzione del peso corporeo. “Se
si mangiano solo alimenti naturalmente privi di glutine, si evitano i sostituti
dei prodotti tradizionali (come pasta o pane senza glutine) e, quindi, si segue
una dieta composta principalmente da frutta, verdura, carne e pesce freschi e cereali integrali senza glutine,
allora sì, è probabile che si dimagrisca. Il motivo, però, non è che il glutine
fa ingrassare, ma che si sta seguendo una dieta più salubre”, spiega.
GLUTINE & INTESTINO
In effetti, oggi gli scienziati stanno cominciando a trovare
prove che confermano la veridicità della famosa dichiarazione di Ippocrate:
“tutte le malattie iniziano dall’intestino”. Il modo in cui ci alimentiamo può
avere un ruolo fondamentale nello sviluppo della celiachia e di altri disturbi
e malattie. Se avete mai mangiato yogurt ricco di probiotici, sappiate che
facendolo avete contribuito al “microbioma”, ossia i batteri benefici della
flora intestinale. I geni del microbioma intestinale sono 100 volte più numerosi
dei geni umani e, nel tempo, questo microbioma può subire dei cambiamenti. “È
risaputo che, insieme all’uso e all’abuso di antibiotici, la dieta è il fattore
ambientale che più influenza il microbioma intestinale”, spiega Fasano. I
ricercatori ritengono che l’equilibrio tra salute e malattia dipenda proprio
dal microbioma individuale.
Negli
ultimi 50 anni si è registrato un aumento delle malattie auto-immuni e oggi i
ricercatori iniziano a confermare l’esistenza di un collegamento tra questo
fenomeno e il maggior consumo di alimenti industriali e da fast food. “Mi è
difficile credere che questi cambiamenti drastici e improvvisi nelle nostre
abitudini alimentari non abbiano conseguenze sulla composizione del microbioma
e, quindi, sulla nostra salute e sul benessere”, scrive Fasano. È per questo
che, in assenza di allergie al glutine, sia Fasano sia la Langer insistono che,
per stare bene, la cosa più importante è seguire una dieta basata su alimenti
naturali e non processati industrialmente.
“A
mio parere, se non si è allergici al glutine, è meglio seguire una dieta
salubre e bilanciata basata su alimenti naturali, piuttosto che eliminare il
glutine dalla dieta”, afferma la Langer. Inoltre, come spiega Fasano, l’uso di
antibiotici e il consumo eccessivo di alimenti industriali e altamente lavorati
pieni di conservanti e additivi può effettivamente disturbare il delicato
equilibrio della flora intestinale e portare chi è geneticamente predisposto a
sviluppare la celiachia.
LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE NON CELIACA
LA SENSIBILITÀ AL GLUTINE NON CELIACA
Per diagnosticare con sicurezza la celiachia ci si basa sulla
presenza di biomarcatori genetici e di numerosi sintomi gastrointestinali e di
altro tipo; bisogna poi risultare positivi nelle analisi del sangue e
sottoporsi a un’endoscopia che confermi i danni intestinali. Infine, i sintomi
devono scomparire una volta eliminato il glutine dalla dieta. Non è, però,
altrettanto certa la diagnosi della sensibilità al glutine, una patologia
vicina alla celiachia. La diagnosi si basa semplicemente sull’esclusione della
celiachia e dell’allergia al frumento e per risolverne i sintomi si elimina il
glutine dalla dieta. Pur non essendo certi che la sensibilità al glutine abbia
una componente genetica, gli scienziati sono vicini a trovare dei biomarcatori
nel sangue o nei tessuti che potranno essere usati per la diagnosi. I
ricercatori ipotizzano che questa patologia potrebbe interessare il 6% della
popolazione statunitense.
Fin
quando gli scienziati non riusciranno a dimostrare con certezza l’esistenza
della sensibilità al glutine, forse la cosa più importante è sapere che, a
differenza della celiachia, questa condizione non causa danni a livello
intestinale. In base a quanto sappiamo finora, nelle persone intolleranti
l’assunzione di glutine causa i sintomi normalmente associati a questa
sostanza, ma non ha conseguenze a lungo termine, cioè complicazioni sul lungo
periodo. Come spiega Fasano, questo è molto diverso da ciò che avviene con la
celiachia. Di conseguenza, benché non sia assolutamente necessario seguire una
dieta priva di glutine, smettere di assumere questa sostanza può aiutare a
risolvere i sintomi.
GLUTINE: UNA MALATTIA CAMALEONTICA
GLUTINE: UNA MALATTIA CAMALEONTICA
Per le persone cui è stata diagnosticata la celiachia, invece, l’unica
soluzione è eliminare completamente il glutine dalla dieta. Prima che Katie
trovasse finalmente il coraggio di fare le analisi, i suoi sintomi erano
diventati intollerabili. Facendo due lavori acquistava spesso il cibo in fast
food e ristoranti take-away e il suo apparato digerente “andò in panne per
protesta”, ricorda. “Per quasi un mese soffrii a causa di un’occlusione del
colon, che mi costrinse ad andare al pronto soccorso. Mi dissero che, se mi
fossi presentata solo pochi giorni dopo, avrei dovuto subire un intervento
perché l’occlusione era molto grave”. I suoi sintomi erano molteplici: mal di
stomaco, emicrania, costipazione e gonfiore. “Mi è capitato più volte che in
metropolitana degli sconosciuti mi offrissero il loro posto a sedere perché
pensavano che fossi incinta”, racconta Katie.
In effetti, la celiachia può avere anche molti altri sintomi. “Io la definisco una malattia camaleontica” spiega Fasano, affermando che i possibili sintomi includono diarrea cronica, perdita di peso, nausea, vomito, anemia, dolori articolari, eruzioni cutanee e persino cambiamenti neurologici e comportamentali, aborto spontaneo e infertilità.
Finché
la ricerca non farà dei passi avanti, la dieta senza glutine è l’unica speranza
per alleviare questi sintomi debilitanti. “Per i celiaci la dieta senza glutine
è come l’insulina per i diabetici; è una dieta, ma è anche una cura”, afferma
Fasano. La buona notizia? Seguendo una dieta senza glutine adeguata, la qualità
e la speranza di vita dei celiaci sono comparabili con quelle di chi non soffre
di questa malattia.
IL COSTO DELLA DIETA SENZA GLUTINE
Dopo la diagnosi Katie ha dovuto fare i conti con la realtà
anche in un altro senso: entrando nel supermercato locale per acquistare
prodotti senza glutine “sono scoppiata in lacrime, vedendo quanto fossero
costosi”, ricorda. Oggi,
dopo 7 anni di dieta senza glutine, è diventata più ottimista: “Sono fortunata
ad aver scoperto di soffrire di questa malattia in un’epoca in cui i prodotti
disponibili e le conoscenze aumentano ogni giorno”, afferma. “Su Internet è possibile
trovare informazioni e scambiarsi consigli. Questo mi aiuta molto a gestire
meglio la malattia e a non sentire la mancanza di molte delle cose che non
posso più mangiare”
Anche Fasano è ottimista: “La maggior parte dei miei pazienti è felice perché, anche se la celiachia è una malattia cronica incurabile, oggi il trattamento necessario è semplicemente una dieta. All’inizio è difficile. Non è facile abituarsi, ma è comunque una semplice dieta: non ci sono complicazioni, né effetti collaterali”, spiega. Se i risultati delle ricerche preliminari saranno confermati, Fasano arriva persino a ipotizzare che, nei prossimi anni, sarà possibile passare dal trattamento alla prevenzione della malattia.
La
notizia più bella? La celiachia non impedisce di mangiare i dolci! Basta
controllare che sulla confezione sia riportato il simbolo che garantisce
l’assenza di glutine. Se, invece, non vi è stata diagnosticata la celiachia, potete
semplicemente mangiare la pasta che vi ha preparato la mamma senza farvi troppi problemi!
ALIMENTI NATURALMENTE PRIVI DI GLUTINE
Non è necessario spendere una fortuna per seguire una dieta
senza glutine, come ha scoperto Katie Pounder dopo aver seguito questo tipo di
dieta per 7 anni. “Cercare di mangiare soprattutto alimenti naturalmente privi
di glutine (concedendomi solo di tanto in tanto qualche prodotto industriale
senza glutine) mi ha aiutato molto a risparmiare e a migliorare il mio stato di
salute generale”, afferma.
Abby Langer, dietologa della Abby Langer Nutrition di Toronto, ricorda anche ai suoi clienti che non è necessario seguire una dieta completamente diversa da quella di chi non soffre di celiachia. “Provate a mangiare altri tipi di cereali e alimenti naturali salubri”, consiglia. “Cercate di mettere da parte i preconcetti”.
Se
avete la necessità di eliminare il glutine dalla dieta, ecco alcuni deliziosi
alimenti naturali che faranno felici le vostre papille gustative e terranno a
freno i sintomi spiacevoli.
CEREALI
Riso bianco/integrale, quinoa, miglio, amaranto, grano
saraceno, fiocchi d’avena senza glutine, semi di lino
FARINE
Fecola di patate, maizena, farina di granturco, polenta, farina
di mandorle e di altri tipi di frutta secca, farina di soia e altre farine
vegetali (a parte quelle di frumento, segale e orzo)
FRUTTA E VERDURA
Va bene qualunque tipo!
LATTICINI
ALIMENTI PROTEICI
Uova, petto/cosce di pollo, tacchino intero, carne macinata di manzo, bistecca, carne di bufalo, tutti i tipi di pesce, ecc.
Uova, petto/cosce di pollo, tacchino intero, carne macinata di manzo, bistecca, carne di bufalo, tutti i tipi di pesce, ecc.
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