Del dott. Jose Antonio
Internet è contemporaneamente l'ambiente migliore, ma anche il peggiore per chi vuole ottenere informazioni corrette su fitness e salute. Ci potete trovare tante notizie interessanti, ma anche contributi totalmente insensati sotto il profilo scientifico. Visitando siti come
www.rense.com/general26/milk.htm, ad esempio, vi convincerete che bere il latte di mucca
aumenta il rischio di malattie cardiache, cancro, bronchite, diabete, impotenza, suicidio
e probabilmente anche quello di guardare talk show! Cosa dicono in realtà i dati scientifici? Che il
latte uccide? E che il colpevole è proprio quello vaccino? Ecco qualche notizia
interessante da fonti certe e scientificamente affidabili...
Un gruppo di scienziati ha studiato l’efficacia, la
sicurezza e l’accettabilità del latte di cammello come aggiunta alla terapia
insulinica per il diabete di tipo 1. Forse avete sentito dire in giro, “Avete
mai visto uomini che succhiano il latte dalle mammelle delle mucche? Allora non
dovremmo berne il latte!”. Beh, figuriamoci se qualcuno appoggerebbe mai le
labbra sulle mammelle di un cammello! Lo studio ha esaminato 24 malati di
diabete di tipo 1 che sono stati divisi in 2 gruppi, uno ha seguito la terapia
normale (dieta, attività fisica e insulina), mentre l’altro in più ha
ricevuto 500 ml di latte di cammello. I ricercatori hanno scoperto che questo
latte è sicuro e, a lungo termine, migliora il controllo glicemico, con una
riduzione notevole delle dosi di insulina assunte dai pazienti (1).
Un altro studio ha esaminato gli effetti delle proteine del
latte sulla reidratazione dopo l’attività fisica in un ambiente caldo,
confrontando una soluzione proteica di carboidrati da soli e una di carboidrati
e proteine del latte. Le soluzioni avevano uguale valore energetico e dose di
elettroliti. Facendo attività fisica intermittente in un ambiente caldo, gli 8
uomini studiati hanno perso l’1,9% del loro peso corporeo e, poi, hanno
reidratato il 150% della massa persa con una soluzione contenente 65 g di
carboidrati per litro oppure con un cocktail con 40 g di carboidrati e 25 g di
soluzione di proteine del latte per litro. A parità di calorie e grassi (e
anche di sodio e potassio) e assumendo le bevande quando il corpo era
disidratato a causa dell’attività fisica, la miscela di carboidrati e proteine
del latte è stata assorbita meglio dal corpo. Quindi, a parità di grammi, le
proteine del latte migliorano la ritenzione dei fluidi meglio dei carboidrati (2).
Quindi, il latte di cammello fa bene ai diabetici e, per
reidratarsi, le proteine del latte sono un’ottima aggiunta alle bevande per lo
sport. Mmmh, che altre prove ci sono per dimostrare i benefici del latte? Eccone qui un'altra: il latte bovino magro è una bevanda post allenamento sicura ed efficace
per chi non è intollerante al lattosio (3).
Un altro studio non ha scoperto alcun
collegamento fra latticini e cancro al seno nelle donne in menopausa. Per le
donne non in menopausa, l’assunzione di una grande quantità di latticini
poveri di grassi (e soprattutto latte povero o privo di grassi) era addirittura associata a
una riduzione del rischio di cancro al seno. Associazioni inverse di questo
tipo sono state trovate anche con il calcio e la vitamina D (contenuti nei
latticini), ma è difficile riconoscere i loro effetti individuali sul cancro
al seno (4). Inoltre, bere molto latte può, al contrario di quello che vi vogliono far credere, ridurre il rischio di cancro al
colon (5). Altri studi hanno dimostrato che il latte e i latticini sono associati
a una riduzione della sindrome metabolica (6) e possono proteggere chi è ad alto
rischio di avere il primo attacco cardiaco (7,8).
Quindi, se il latte è così pericoloso, perché la scienza
dimostra che può fare così bene?
Riferimenti Bibliografici
1) Agrawal, R.P., et al. (2011). Effect of camel milk on
glycemic control and insulin requirement in patients with type 1 diabetes:
2-years randomized controlled trial. Eur J Clin Nutr. In press.
2) James, L.J., et al. (2011). Effect of milk protein
addition to a carbohydrate-electrolyte rehydration solution ingested after
exercise in the heat. Br J Nutr. 105(3):393-399.
3) Roy, B.D. (2008). Milk: The new sports drink? A Review. J
Int Soc Sports Nutr. 5:15.
4) Shin, M.H., et al. (2002). Intake of dairy products,
calcium, and vitamin D and risk of breast cancer. J Natl Cancer Inst.
94(17):1301-1311.
5) Jarvinen, R., et al. (2001). Prospective study on milk
products, calcium and cancers of the colon and rectum. Eur J Clin Nutr.
55(11):1000-1007.
6) Elwood, P.C., et al. (2007). Milk and dairy consumption,
diabetes and the metabolic syndrome: The Caerphilly prospective study. J
Epidemiol Comm Health. 61(8):695-698.
7) Elwood, P.C., et al. (2004). Milk drinking, ischaemic
heart disease and ischaemic stroke II. Evidence from cohort studies. Eur J Clin
Nutr. 58(5):718-724.
8) Biong, A.S., et al. Intake of milk fat, reflected in adipose tissue fatty acids and risk of myocardial infarction: A casecontrol study. Eur J Clin Nutr. 60(2):236-244.
8) Biong, A.S., et al. Intake of milk fat, reflected in adipose tissue fatty acids and risk of myocardial infarction: A casecontrol study. Eur J Clin Nutr. 60(2):236-244.
Articolo tratto da IRONMAN allegato ad OLYMPIAN'S NEWS n° 126, pagg. 18. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
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