di Jerry Brainum
Qualche anno fa gli scienziati hanno scoperto che gli acidi grassi omega-3 fanno
bene alla salute confrontando la dieta degli Inuit nativi con quella dei
danesi. Rispetto ai danesi, gli Inuit mangiavano molto più pesce grasso, ricco
di omega-3. I primi studi rivelarono che, in questo popolo, il tasso di
malattie cardiovascolari era molto più basso. Secondo le ricerche la causa era
proprio l’assunzione di un’alta dose di acidi grassi omega-3 derivanti dal
pesce. Studi successivi hanno quindi dimostrato che gli omega-3 riducono i trigliceridi
ematici, che sono un segnale delle malattie cardiovascolari e, cosa più
importante, nel corpo essi esercitano effetti anti infiammatori potenti. Questo
è fondamentale dato che ora sappiamo che l’infiammazione fuori controllo è
alla base della maggior parte delle malattie più gravi, come disturbi
cardiovascolari, cancro, diabete e degenerazione cerebrale.
Uno dei motivi per cui queste malattie sono così diffuse è
che, normalmente, le nostre diete apportano una dose non equilibrata di acidi
grassi, cioè assumiamo troppi acidi grassi omega-6 (quelli contenuti in oli
vegetali e altri cibi comuni) e non abbastanza omega-3, presenti in quantità
significative solo nel pesce grasso. L’acido linoleico, che è un omega-6, è
considerato essenziale nell’alimentazione umana, ma se è in eccesso aumenta
l’infiammazione perché a partire da esso si produce l’acido arachidonico che
è un precursore di molti tipi di prostaglandine infiammatorie. Potete farvi
un’idea di quanto sia potente quest’effetto considerando che l’aspirina e i
farmaci anti infiammatori inibiscono l’enzima che converte l’acido arachidonico
nei suoi sottoprodotti infiammatori che, per la maggior parte, sono fra le
prime cause della reazione del dolore nel corpo.
Qui è importante notare che chi non mangia una certa
quantità di pesce grasso ogni settimana ha un’alta probabilità di avere una
carenza di grassi omega-3 attivi, EPA e DHA. L’alternativa è assumere
integratori di olio di pesce che contengono dosi concentrate di DHA ed EPA. La
controversia principale riguarda la dose esatta: alcuni ipotizzano che maggiore
è l’infiammazione, maggiore deve essere la dose di olio di pesce. Studi
recenti suggeriscono anche che dosi elevate di olio di pesce possono aiutare a
ridurre il grasso corporeo in eccesso, ma di questo ci occuperemo un’altra
volta.
L’olio di pesce è un integratore popolare fra i bodybuilder
non solo per i suoi ben noti benefici per la salute, ma anche perché ha una
serie di proprietà collegate più direttamente a questo sport. Infatti, oltre
a stimolare l’ossidazione dei grassi, aumenta l’attività di enzimi
antiossidanti nel corpo, aiutando a prevenire sia l’affaticamento rapido
durante l’allenamento che un indolenzimento muscolare eccessivo dopo di esso.
Inoltre, stimola la vasodilatazione, cioè allarga i vasi sanguigni e favorisce
la produzione di ossido di azoto, migliorando il trasporto di ossigeno verso i
muscoli attivi e riducendo la pressione ematica.
Durante l’allenamento, l’olio di pesce aiuta a mantenere
basso il battito del cuore, riducendo lo stress cardiaco. Sembra che l’unica
cosa che l’olio di pesce non faccia è esercitare effetti anabolici sui muscoli.
Tuttavia, uno studio sembra indicare che non è così....
Invecchiando, il corpo tende a perdere muscolo e forza. La perdita muscolare ha varie ragioni, fra cui la riduzione degli ormoni anabolici (insulina, testosterone e ormone della crescita) in circolo nel sangue e la minore attività dei neuroni motori. Inoltre, studi più recenti suggeriscono che i muscoli anziani sviluppano una resistenza anabolica, cioè le tecniche che stimolano l’aumento della massa nei giovani sono smorzate negli anziani, più o meno a partire dai 40 anni. Quest’effetto prende il nome di sarcopenia, letteralmente “perdita di muscolo”.
Invecchiando, il corpo tende a perdere muscolo e forza. La perdita muscolare ha varie ragioni, fra cui la riduzione degli ormoni anabolici (insulina, testosterone e ormone della crescita) in circolo nel sangue e la minore attività dei neuroni motori. Inoltre, studi più recenti suggeriscono che i muscoli anziani sviluppano una resistenza anabolica, cioè le tecniche che stimolano l’aumento della massa nei giovani sono smorzate negli anziani, più o meno a partire dai 40 anni. Quest’effetto prende il nome di sarcopenia, letteralmente “perdita di muscolo”.
Nei giovani, somministrando aminoacidi in un ambiente ricco
di insulina si ha sempre un effetto anabolico; negli anziani, invece, l’effetto
è minore e perciò perdono muscolo. A livello molecolare, negli anziani le
sostanze essenziali per la segnalazione della sintesi proteica muscolare non
sono stimolate, neanche quando si somministrano i nutrienti che dovrebbero
attivarle (cioè gli aminoacidi). Sembra che, con gli anni, l’infiammazione
corporea generale aumenti e questo potrebbe interferire con fattori importanti
per la segnalazione della sintesi proteica muscolare. Ha senso, quindi, pensare
che, se si riuscisse ad alleviare l’infiammazione maggiore tipica dei muscoli
non più giovani, si potrebbe dare nuovo vigore alla risposta anabolica, ora
limitata.
Bene, alcuni studi hanno mostrato che questa strategia funziona! Somministrando farmaci
anti infiammatori come l’ibuprofene agli anziani, la loro resistenza anabolica
normale si è ridotta, tanto che sono nuovamente riusciti a costruire muscolo.
Ironicamente, il processo di crescita muscolare normale richiede una breve fase
di infiammazione elevata nei muscoli dopo l’attività fisica. Questa
infiammazione, controllata dalle prostaglandine prodotte a partire dall’acido
arachidonico, serve a ripulire i muscoli dai detriti che potrebbero impedire il
processo. Poi, nei giovani essa recede, mentre negli anziani rimane cronica,
inducendo la perdita, invece che la costruzione di muscolo.
Dato che, usando farmaci anti infiammatori, sembra che gli
anziani possano risolvere il problema, cosa accadrebbe somministrando loro un
anti infiammatorio naturale come l’olio di pesce? Proprio di questo si è
occupato uno studio di qualche anno fa (1). L’effetto era già stato dimostrato in precedenti studi su
animali: fornendo olio di menhaden a vitelli in crescita che assumevano anche
insulina e aminoacidi, l’attivazione della sintesi proteica muscolare è
aumentata e somministrando olio di pesce a porcellini d’india ustionati (per
indurre un forte catabolismo muscolare che causa una grave perdita di proteine corporee),
gli animali non hanno perso muscolo.
Il nuovo studio ha esaminato 10 uomini e 6 donne, tutti con
più di 60 anni, in buona salute e non obesi, che non facevano attività fisica
regolare e non avevano mai assunto integratori di olio di pesce prima
dell’esperimento. I soggetti sono stati divisi casualmente in 2 gruppi di cui uno ha assunto capsule di olio di mais (fonte di omega-6) e l’altro un
integratore di olio di pesce con1,86g di EPA e 1,50 g di DHA. Le dosi sono state scelte
perché erano state usate in studi precedenti per ridurre i trigliceridi
ematici ed erano simili a quelle che avevano indotto una risposta anabolica
negli animali.
I soggetti anziani sono stati sottoposti a un clamp per
aumentare l’insulina e hanno ricevuto glucosio, aminoacidi e aminoacidi marcati
radioattivamente in modo che i ricercatori potessero studiare gli effetti sul
metabolismo delle proteine muscolari. Le dosi di insulina e aminoacidi erano
simili a quelle che si rilevano nel corpo dopo l’aumento indotto dai pasti. Il gruppo dell’olio di mais non ha sperimentato nessun
effetto. L’integratore di olio di pesce non ha modificato la sintesi proteica
muscolare a riposo, ma con l’aumento di insulina e aminoacidi l’ha incrementata
notevolmente e si è scoperto che l’effetto non dipendeva solo dallo stimolo dei fattori di segnalazione operato
dall’insulina e dagli aminoacidi.
Lo studio pertanto suggerisce che l’olio di pesce può
limitare la riduzione dell’effetto anabolico causata dall’invecchiamento e
anche alleviare la sarcopenia. È interessante osservare che la dose di olio di
pesce usata non ha avuto alcun effetto sui marcatori infiammatori, quindi forse
l’effetto anabolico finale non era collegato alla riduzione dell’infiammazione.
Normalmente le dosi consigliate per ridurre l’infiammazione sono molto più
alte.
Dato che l’olio di pesce può stimolare la sintesi proteica
muscolare negli anziani, viene da chiedersi che effetto potrebbe avere su chi
ha meno di 40 anni. La risposta è stata data da uno studio pubblicato dallo stesso team di
ricercatori dello studio sugli anziani (2): 9 soggetti di 25-45 anni hanno
ricevuto 4 g di olio di pesce al giorno. Lo studio ha scoperto che
l’integrazione con olio di pesce ha potenziato la risposta anabolica del corpo
alla somministrazione di insulina e aminoacidi. Con l’olio di pesce, alcuni
fattori della sintesi proteica muscolare sono aumentati addirittura del 50%.
Bibliografia
1 Smith, G.I., et al. (2010). Dietary omega-3 fatty acid supplementation
increases the rate of muscle protein synthesis in older adults: A randomized,
controlled trial. Am J Clin Nutr. 93(2):402-32.
2 Smith, G., et al. (2011). Omega-3 polyunsaturated fatty acids augment the muscle protein anabolic response to hyperaminoacidemia-hyperinsulinemia in healthy young and middle-aged men and women. Clin Sci. 121(6):267-78.
2 Smith, G., et al. (2011). Omega-3 polyunsaturated fatty acids augment the muscle protein anabolic response to hyperaminoacidemia-hyperinsulinemia in healthy young and middle-aged men and women. Clin Sci. 121(6):267-78.
Articolo tratto da IRONMAN allegato ad OLYMPIAN'S NEWS n° 126, pagg. 14-15. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!
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