2 agosto 2022
29 luglio 2022
Una pasto al giorno con latticini a può aiutare a combattere l'ipertensione
“Gli scienziati hanno scoperto che le persone che consumano regolarmente prodotti caseari magri sembrano essere meno inclini a sviluppare ipertensione.
I
ricercatori hanno studiato le abitudini alimentari di circa 5.000 persone che
prendevano parte ad uno studio sulla salute cardiaca condotto dal National
Heart, Lung and Blood Institute ed hanno trovato che coloro che erano soliti
assumere due o più porzioni al giorno di latticini magri quali latte, formaggio
e yogurt tendevano ad avere valori più bassi di pressione del sangue.
Questo
studio, pubblicato sul numero di agosto della rivista ‘Hypertension’, ha
indicato che il consumo di latticini è associato ad una minor incidenza
dell'ipertensione e a valori più bassi di pressione sistolica (la lettura più
alta, rilevata quando il cuore batte).
‘Queste
scoperte vanno a sostegno della raccomandazione di ricorrere al consumo di latticini
magri come mezzo per abbassare la pressione sanguigna’ scrivono i ricercatori,
guidati dal dr. Luc Djousse della Harvard Medical School.
Lo
studio, che non ha ricevuto finanziamenti dall'industria casearia, sottolinea
come le raccomandazioni che si danno al giorno d'oggi per abbassare la
pressione prevedano, a parte l'uso di farmaci, l'impegno in attività fisica e
l'adozione di un'alimentazione ricca di frutta, verdura e cereali, nonché di
potassio, manganese e calcio, che sono tutti ben presenti nei prodotti
caseari.......”
16 giugno 2022
NON C'È NIENTE COME LA CREATINA PER AUMENTARE PRESTAZIONI E FORZA
Incrementate del 5% la vostra potenza nel sollevamento pesi in soli sette giorni
Al di là di tutti i paroloni scientifici, la creatina non
solo permette di disporre di maggiore energia (ATP), ma crea un ambiente
cellulare ideale per sprigionare più forza. Dopo tutti questi discorsi,
probabilmente starete dicendo: "Certo, tutta questa roba biochimica è
meravigliosa, ma in che modo, esattamente, l'integrazione di creatina si
traduce in migliori prestazioni nel breve termine?".
Uno studio, pubblicato sul Journal of Strength and Conditioning
Research, ha analizzato i benefici a breve termine dell'assunzione di
creatina. I dati illustrano che assumere creatina ogni giorno,
per una settimana soltanto, ha permesso di aumentare significativamente la
potenza anaerobica. Gli scienziati erano interessati ad analizzare i benefici
ergogenici dell'ingestione di creatina nel breve termine
(per 7 giorni) sulla potenza (usando un test anaerobico Wingate), sul peso
corporeo e sulla forza massimale (1RM) nella leg extension e nelle distensioni
su panca. Al completamento di questo studio randomizzato a doppio cieco
controllato con placebo, i ricercatori hanno denotato un incremento del 5,4%
nella potenza pura, senza però riscontrare alcun cambiamento nella forza
massimale o nel peso corporeo. Questi dati indicano che i benefici ergogenici
della creatina iniziano a manifestarsi prestissimo dopo l'ingestione, cosa che ne
conferma ulteriormente il valore come integratore per il bodybuilding.
LA
SCELTA DEL MEDICO
Pochi studi sull'integrazione di creatina hanno
esplicitamente riportato che è possibile ottenere benefici significativi a
livello di prestazioni durante la fase di carico (entro, quindi, la prima
settimana). La breve durata dello studio spiega come mai la forza massimale non
sia cambiata. Tuttavia, le scoperte supportano fortemente la teoria secondo la
quale la creatina garantisce dei benefici nell'immediato, derivanti molto
probabilmente da una maggiore produzione di ATP e dalla superiore abilità
tampone dei muscoli.
23 marzo 2022
Crampi muscolari e idratazione
Probabilmente è una scena che avete visto molte volte: un atleta sta andando bene e improvvisamente si ferma a causa di un dolore muscolare terribile. Non può andare avanti e deve sedersi per un po’ perché ha un crampo muscolare molto fastidioso. Sono molte le cose che possono causare crampi muscolari negli atleti:
• Disidratazione (specialmente in
caso di temperature elevate)
• Squilibri minerali
• Scarsa elasticità
• Perdita eccessiva
di sodio e liquidi corporei
• Carenze vitaminiche
• Circolazione non ottimale
• Accumulo eccessivo di acido lattico
Soluzioni
Uno dei modi migliori per
risolvere
o prevenire i crampi
muscolari è fare molto stretching prima, durante e dopo l’attività
fisica. Può essere d’aiuto anche massaggiare l’area interessata. Bere
una bevanda sportiva
arricchita con elettroliti, specialmente sodio e potassio, può facilitare il recupero dai crampi muscolari.
È
importante accertarsi
di essere ben idratati e di assumere una buona formula multivitaminico/minerale.
Acqua
L’idratazione è un aspetto molto importante di un programma atletico
e l’acqua è
un nutriente essenziale ma sottovalutato. L’acqua svolge molte funzioni nel corpo, compresa l’eliminazione
delle
tossine, il trasporto dei nutrienti, l’idratazione cellulare (che
può favorire un ambiente anabolico
nelle cellule muscolari) e il sostegno al
funzionamento sano della pelle. Secondo la ricerca, disidratare un muscolo
anche solo del 3% può causare una
riduzione della forza del 12%. Inoltre, le cellule
muscolari sono composte
per circa il 70% da acqua.
Per chi svolge
attività fisica regolarmente è importante bere 4-6
litri d’acqua al giorno. Le urine chiare sono il segno che state assumendo una buona quantità
d’acqua giornalmente. Una dose giornaliera consigliata più precisa per gli atleti è un minimo di 50 ml d’acqua per
chilogrammo di peso corporeo. Perciò,
un atleta di
90 kg dovrebbe bere 4,5 litri d’acqua al giorno distribuiti nel corso della giornata (di più nel corso dell’allenamento, ovviamente).
Integratori
È importante mantenere un equilibrio elettrolitico appropriato (l’equilibrio giusto
dei
minerali
nel corpo), così da ridurre
i crampi muscolari, la disidratazione, lo squilibrio
del pH o altri effetti indesiderati dell’allenamento. Le bevande sportive possono
essere molto utili
in questo caso. Scegliete bevande sportive (come Gatorade o Powerade) che contengono potassio, sodio
e magnesio. Il magnesio e il potassio sono
particolarmente importanti per ridurre i crampi muscolari. Infatti,
tutti quelli che praticano corsa o ciclismo regolarmente dovrebbero assumere 500-750 mg di magnesio (in forma citrata o chelata)
così da ridurre i crampi e aumentare i livelli energetici. ZMA™, una combinazione speciale di zinco, magnesio e
vitamina B6,
può favorire
la riduzione dell’incidenza dei crampi e forse migliorare il
recupero dall’attività di durata. Anche l’aminoacido taurina ha mostrato in alcuni
studi di ridurre
i crampi muscolari proteggendo le cellule muscolari dallo
stress ossidativo e
dal danno indotto dall’attività fisica. Una buona dose sono
1-3 g, in due dosi
distinte (prima e dopo l’allenamento).
Olympian's News per gentile concessione
18 dicembre 2021
SUPERCARICA CON GLI INTEGRATORI PREALLENAMENTO CHE HANNO SENSO
7 ottobre 2021
Il ritorno della glutamina!
Scienza
della nutrizione
Nuovi studi affermano che, dopotutto, stimola la costruzione dei muscoli
La glutamina è considerata un aminoacido
condizionatamente essenziale che, cioè, andrebbe assunto in condizioni
specifiche e, in particolare, in quelle collegate allo stress. Non è
considerata essenziale, perché, normalmente, il corpo ne può sintetizzare
quantità elevate a partire da altri aminoacidi, quali il glutammato e gli
aminoacidi ramificati. Svariati studi, però, mostrano che, in condizioni di
forte stress, l’organismo non può produrre una quantità sufficiente di
glutamina.
Le prime ricerche che mostravano i benefici
per la salute collegati a questa sostanza sono state condotte su pazienti
ricoverati in ospedale: molti di loro, e soprattutto quelli con problemi
intestinali, dovevano essere alimentati attraverso le flebo, mentre gli
ustionati perdevano rapidamente le proteine e questo, spesso, risultava fatale;
somministrare loro glutamina, però, sembrava frenare la disgregazione proteica
nei muscoli e, persino, favorire la sintesi proteica.
Fra quelli che hanno notato quello che
stava accadendo c’era un medico della California settentrionale, di nome Scott
Connelly. Connelly era specializzato in anestesiologia, ma il suo interesse
principale era la medicina dei casi critici e, in particolare, i suoi aspetti
nutrizionali. Egli osservò che la somministrazione di glutamina a pazienti che
si trovavano in uno stato catabolico evidente, spesso, invertiva la loro
condizione. Quindi, sviluppò un prodotto, originariamente per alimentare i
pazienti dopo l’operazione, che, poi, denominò Met-Rx.
Il Met-Rx non si differenziava dagli
integratori usati precedentemente solo perché serviva come sostituto di un
pasto nutrizionalmente completo, ma anche perché conteneva grandi quantità di
glutamina, che era l’elemento principale della formula originaria. Nelle
versioni successive, il contenuto di glutamina è stato gradualmente ridotto, ma
chi ha usato la versione iniziale afferma immediatamente che era la migliore.
Il Met-Rx non ha solo lanciato il concetto
di integratore a base di “cibo costruito”, ma ha anche reso popolare la
glutamina. Ecco alcuni benefici di questa sostanza per i bodybuilder:
• La glutamina è l’aminoacido più
abbondante nei muscoli (pari al 60% del contenuto di aminoacidi nei muscoli).
• La glutamina è coinvolta nella sintesi
proteica muscolare.
• La glutamina agisce come donatore di
azoto per la sintesi di varie sostanze chimiche vitali per l’organismo, quali
le purine, le piramidine (necessarie per la sintesi dell’acido nucleico), gli
ammino-zuccheri, come la glucosamina solfato, che protegge la funzionalità
delle articolazioni, e il glutatione, che è uno degli antiossidanti principali
e protegge il fegato.
• La glutamina è essenziale per il
mantenimento dell’equilibrio acido-base nei reni, dove favorisce la
degradazione dei sottoprodotti del metabolismo proteico, come l’ammoniaca.
Questo effetto sull’equilibrio acido-base stimola anche una riduzione del
rilascio dell’ormone della crescita.
• La glutamina è la fonte di energia
principale per le cellule che rivestono il tratto gastrointestinale, che si
disgregano ogni tre giorni. Queste cellule hanno una tale necessità di questa
sostanza che tendono ad appropriarsi di tutta la glutamina assunta oralmente, e
questo spiega perché l’assunzione per via orale di questa sostanza è un po’
limitata.
• La glutamina è la fonte di energia
principale per le cellule immunitarie. Uno dei modi per misurare il
superallenamento è una depressione della funzione immunitaria, che è spesso
preannunciata da una riduzione considerevole dei livelli di glutamina nel
corpo.
• La glutamina favorisce l’idratazione
cellulare, incoraggiando l’attività anabolica nelle cellule: chi è malato o si
trova in stato catabolico mostra una disidratazione a livello cellulare, che
prepara un catabolismo ulteriore.
• La glutamina favorisce la produzione di
glucosio durante un allenamento esteso, prevenendo, così, l’ipoglicemia, o
basso livello di glucosio nel sangue e conseguente affaticamento. La glutamina
può anche agire come un sostrato per il rifornimento delle riserve muscolari di
glicogeno svuotate dall’attività fisica.
Includere la glutamina in un tipico
programma di integrazione per il bodybuilding, quindi, sembra una cosa sensata.
Non tutti gli studi, però, confermano i molti effetti benefici. Uno di essi ha
esaminato gli effetti di una bevanda a base di aminoacidi e carboidrati e della
stessa bevanda con l’aggiunta di una dose di glutamina pari a 0,3 g per
chilogrammo di peso corporeo1.
Un gruppo di soggetti ha assunto una
bevanda post-allenamento contenente 9,25 g di aminoacidi essenziali e 1 g di
carboidrati per chilogrammo di peso corporeo (cioè la dose considerata efficace
per il bodybuilding). Un altro gruppo, invece, ha assunto la stessa bevanda con
dentro la dose di glutamina. Fra i due gruppi, non si sono osservate differenze
nel ritmo della sintesi proteica muscolare. Gli autori, quindi, suggeriscono
che, forse, la glutamina sopprime la disgregazione in tutto il corpo per
qualche ora dopo l’allenamento (un effetto anticatabolico).
Bisogna, però, considerare il tipo di
attività fisica usato nello studio: i soggetti dovevano pedalare su una
cyclette per 90 minuti con intensità moderata, e non ci si può aspettare che
questo provochi una grande disgregazione proteica nei muscoli. Infatti, alcuni
studi mostrano che la glutamina offre il massimo dei benefici durante
un’attività fisica ad alta intensità che porta, invece, a una disgregazione
muscolare considerevole.
La
ricerca recente mostra effetti precedentemente ignorati della glutamina: ad
esempio, essa favorisce l’attività dei geni che producono le proteine da shock
termico, proteine speciali che proteggono le cellule e intervengono in
condizioni di forte stress. Esse preservano la funzionalità cellulare e
prevengono la distruzione delle cellule provocata da uno stress fuori
controllo. Senza le proteine da shock termico, le cellule morirebbero. Fra le
sostanze che sappiamo interagire con queste proteine a livello muscolare ci
sono gli steroidi anabolici. Gli scienziati credono che una riduzione delle
calorie massimizzi la longevità fornendo la quantità di stress sufficiente a
stimolare un aumento della sintesi delle proteine da shock termico e
prolungando, così, la vita delle cellule, e la vita stessa.
Uno dei modi con cui la glutamina aiuta i
pazienti in stato catabolico è favorire la sintesi delle proteine da shock
termico, che consente loro di guarire e di sopravvivere2. Uno studio recente ha mostrato che
rifornire di glutamina cellule delle articolazioni isolate ne preveniva la
degenerazione. L’effetto è stato ricondotto alla stimolazione delle
proteine da shock termico operata dalla glutamina3. Le cellule delle
articolazioni sono state esposte a uno stress termico e all’ossido di azoto,
entrambi collegati all’infiammazione e alla disgregazione delle articolazioni.
Un effetto secondario di protezione delle articolazioni coinvolge la sintesi
della glucosamina e del glutatione, che sono protettori di questa parte del
corpo.
La
glutamina aiuta gli atleti e i pazienti ricoverati in ospedale anche smorzando
gli effetti catabolici del cortisolo sui muscoli. Il cortisolo è l’ormone
catabolico principale dell’organismo ed è rilasciato in condizioni di forte
stress; esso favorisce l’attività degli enzimi e delle proteine cellulari che
degradano le proteine.
Il motivo per cui il cortisolo previene la
crescita muscolare è stato scoperto solo quando la ricerca ha mostrato che esso
aiuta la sintesi della miostatina (una proteina che interferisce con la sintesi
proteica e la riparazione muscolare). Un
nuovo studio, però, mostra che la glutamina blocca la stimolazione della
miostatina da parte del cortisolo, arrestando, quindi, l’effetto anticatabolico
del cortisolo nei muscoli4.
Questa
scoperta mette la glutamina sotto una nuova luce, mostrando un potenziale
enorme per incoraggiare gli effetti anabolici nei muscoli. Ancora una volta,
però, è probabile che gli effetti siano evidenti solo in condizioni di forte
stress, caratterizzate da un’attività fisica ad alta intensità. La glutamina è,
quindi, ricca di benefici soprattutto per i bodybuilder seri, che disgregano i
muscoli.
Jerry Brainum da Applied Metabolics pubblicato in Italia da Olympian's News
25 maggio 2020
La verità sulle proteine - parte 2
La verità sulle proteine è là fuori
e il ricercatore francese Yves Boirie
ve ne svela gran parte
Parte 2
di Brian Batcheldor
Sebbene non sarei mai tanto negativo da dire che il bodybuilding ha fatto i suoi giorni, nessuno può negare che il momento di boom è passato. Ad un certo punto degli anni Ottanta, quando Platinum Everywear e le imitazioni della Met-Rx erano dappertutto, lo splendore cominciò ad affievolirsi. Come proprietario di una palestra hard-core per molti anni, posso ricordare vividamente quando ogni nuovo film di Arnold portava un’orda di giovani reclute a varcare la porta tutte dotate di un apparente entusiasmo illimitato. Quasi tutti avevano il potenziale genetico di Mr. Bean, ma caricavano allegramente i bilancieri per i tipi più grossi – nella speranza di carpire importanti segreti da uno di quei bestioni.
Questo al tempo. Oggi ho gente che mi telefona per sapere se in palestra c’è un angolo bar o se si fa il Pilates. Cosa diavolo è successo? Hanno messo qualcosa nell’acqua?
La verità è che il bodybuilding non ha proprio avuto alcun bisogno per distruggersi. Alcuni ritengono che il doping abbia fatto la sua parte, dicendo che ha promosso scetticismo sull’importanza dell’alimentazione e sul valore di tutto quanto non sia farmaceutico. Questo è un buon argomento ma guardate la direzione in cui si sono incamminati gli stessi bodybuilder. I partecipanti odierni all’Olympia assomigliano a delle caricature. Fisici nei quali pochi possono identificarsi relegano qualsiasi cosa meno che spaventosa al rango di già visto. Poi ci sono quelle tabelle di allenamento, le fatiche di Ercole, con volumi di lavoro inconcepibili e tonnellaggi che logorerebbero i tendini e vi lascerebbero con le surrenali grosse come meloni. E che dire dell’alimentazione? Che dire di una dieta basata sull’apporto quotidiano pari a quello di un Paese del Terzo Mondo? In breve, l’irraggiungibile raggiunto facendo l’impossibile e consumando l’indigeribile.
Quale importanza hanno le pratiche estremamente esagerate degli atleti che ricorrono alla chimica e che sono geneticamente dotati per gli obiettivi di un principiante di media genetica? Lottare con un tale stile di vita spartano e trovare gli errori al termine di ogni prova prosciugherebbe l’entusiasmo anche dell’irriducibile più motivato.
Molte delle scoperte della scienza dello sport hanno più importanza per il bodybuilding che forse per ogni altro sport, tuttavia ben poca di quella tecnologia è stata applicata fin ora. Svariati anni fa IRONMAN prese l’iniziativa adattando al bodybuilding principi come quello della periodizzazione. Per mezzo di tabelle, percentuali, micro-, meso- e macrocicli, un nuovo approccio scientifico ha offerto muscoli in base a cifre precise. L’impiego della risonanza magnetica (MRI) ha eliminato ulteriormente le congetture mostrandoci quali esercizi sono i più efficaci per avere risultati. Purtroppo pochi hanno continuato a seguire tale strada ma come minimo le informazioni si trovano, se le si vogliono cercare.
Quale
importanza hanno le pratiche
estremamente esagerate degli atleti che ricorrono alla chimica e che sono geneticamente dotati per gli obiettivi di un principiante di media genetica? Lottare con un tale stile di vita spartano e trovare gli errori al termine di ogni prova prosciugherebbe l’entusiasmo anche dell’irriducibile più motivato. |
• Il tasso di digestione delle proteine apportate da una particolare fonte – ossia siero, caseina, pollo – è un fattore indipendente che influenza la quantità di proteine che il corpo ritiene effettivamente.
• Mentre le proteine “veloci” possono stimolare drasticamente la sintesi proteica, se non cambiate il catabolismo proteico, potete pur sempre ritrovarvi con un bilancio negativo. Pertanto il fattore più importante per migliorare il bilancio proteico è un aumento prolungato degli aminoacidi, in quanto quella è la strada per inibire il catabolismo proteico.
• Perciò, nei giovani adulti le proteine “lente” sono assai meglio per i risultati netti.
Yves Boirie è stato impegnato in tre studi sulla sintesi proteica. Tutto iniziò con uno studio volto all’analisi del modo in cui si valutava come migliorare l’utilizzazione proteica negli anziani.1 La perdita proteica negli anziani può avere serie implicazioni, soprattutto in relazione ai traumi e al sistema immunitario. Il miglioramento della ritenzione proteica limiterebbe la perdita di muscolatura e migliorerebbe l’anabolismo. Il solo aumento della quota proteica si era già dimostrato inefficace per migliorare la ritenzione. In quel primo studio 15 donne anziane in buona salute sono state suddivise in due gruppi, ognuno ha seguito un diverso protocollo alimentare. I soggetti del primo gruppo seguivano una dieta nella quale la quantità giornaliera di proteine era equamente suddivisa in quattro pasti nell’arco di 12 ore. Il secondo gruppo seguiva quello che è stato chiamato un modello di alimentazione “pulsatile”, nel quale l’80% circa della quota proteica giornaliera era consumata a mezzogiorno, la parte rimanente suddivisa tra i pasti della mattina (7%) e della sera (14%).
Lo studio ha concluso che il bilancio azotato era molto più positivo con il modello pulsatile che con la suddivisione dei pasti nel corso della giornata. Questi risultati si sono verificati tramite un maggiore aumento della sintesi proteica e una minor degradazione proteica. È interessante che pur se entrambi i gruppi avevano le stesse precise quote proteiche, il gruppo che suddivideva le proteine accusava una riduzione nella massa magra. La conclusione è stata che il modello di alimentazione pulsatile era più efficiente nel migliorare la ritenzione proteica negli anziani.
Dal momento che tale informazione deve avere qualche applicazione nel bodybuilding, ho posto svariate domande sul protocollo di alimentazione proteica pulsatile a Boirie.
Brian Batcheldor: Nella ricerca di maggio 2000 indicava che tanto nelle donne giovani quanto nelle anziane un modello di alimentazione pulsatile può essere superiore in termini di cinetica della leucina rispetto ad una suddivisione nel corso della giornata.3 Le differenze nella ritenzione proteica erano piuttosto significative nelle giovani donne dello studio. Questo è molto interessante perché nell’alimentazione sportiva ci è stato detto per molti anni che è meglio consumare dai sei agli otto pasti proteici al giorno per migliorare la ritenzione proteica. Tuttavia tale consiglio sembra non avere alcuna base scientifica. Anzi, le ricerche indicano che il modello pulsatile può essere di gran lunga superiore per migliorare l’anabolismo. È d’accordo?
Yves Boirie: Penso che un fatto importante di questo studio sia che i soggetti erano preparati prima del vero studio. Per due settimane hanno preso una quantità minore di proteine, circa 1,2 g per ogni chilogrammo di massa magra. Questo per aggiustare tutti i soggetti su una quota proteica simile. Ecco un punto basilare: questa preparazione, soprattutto negli anziani. Un secondo fatto è che si è potuta riscontrare una maggiore differenza negli anziani rispetto ai giovani. Ciò potrebbe essere interpretato come se i giovani possano adattarsi a modelli di alimentazione proteica diversi meglio degli anziani.
|
|||||
Il
modello di alimentazione pulsatile ha portato ad un miglioramento della risposta ad un pasto della sintesi proteica e ad un migliore effetto di risparmio proteico nel periodo post assorbimento. |
BB: Qual è stata la dose di proteine alla quale siete arrivati per lo studio?
YB: È stata 1,7 g di proteine per ogni chilogrammo di massa magra, quindi quasi 1,4 g per ogni chilogrammo di peso corporeo.
BB: Quindi una dose piuttosto moderata. Non era bassa?
YB: Sì, piuttosto moderata. Ma solo giocando con la distribuzione dei pasti nel corso della giornata, abbiamo trovato una enorme differenza negli anziani, non nei soggetti più giovani. In ogni caso quegli studi non sono stati eseguiti con l’abbinamento dell’attività fisica, pertanto non sappiamo nulla dell’impatto che avrebbe l’attività fisica con quel tipo di modello di alimentazione proteica. Ma penso che potrebbe essere un buon argomento.
BB: Sì, pare molto significativo perché è contrario a tutto quanto viene detto tradizionalmente nell’alimentazione sportiva.
YB: Non conosco alcun dato scientifico su quei modelli di alimentazione in riferimento all’attività fisica.
BB: Giusto ed è questo che rende la cosa tanto affascinante.
“Ci
sono motivi
per pensare che l’effetto del modello di alimentazione pulsatile è forse dovuto anche ai pasti non proteici.” |
BB: Quindi sta dicendo che forse i carboidrati e la frazione dei pasti possono avere contribuito in misura più significativa a quei risultati?
YB: Sì, soprattutto dopo un lauto pasto ricco di proteine. Potrebbe significare che la combinazione o di carboidrati o lipidi con le proteine possa essere molto importante – non nel medesimo pasto, ma in pasti differenti. Possono comportarsi diversamente quando sono presi separatamente.
Siamo stati molto sorpresi di vedere che dopo 14 giorni di quel regime avevamo ancora i cambiamenti un giorno dopo che il modello di alimentazione proteico era ridotto, ma non sappiamo quanto a lungo dura. Ci sono alcune prove che la differenza nelle persone anziane scompare dopo 30 giorni ma al momento non lo sappiamo di sicuro.
BB: Prima abbiamo brevemente discusso l’assunzione eccessiva di proteine in alcuni atleti, circa 400-500 g al giorno. Se un atleta consumasse una grossa quantità proteica al giorno senza l’aiuto di qualche influenza esterna, come gli steroidi anabolizzanti e l’ormone della crescita, allora qualsiasi cosa che induca una regolazione cronica del metabolismo proteico sarebbe senz’altro positiva, no?
YB: Questo è quanto stiamo cercando di determinare. Forse siamo riusciti a dimostrare che ci sono altri modi per migliorare il bilancio proteico.
YB: Negli studi abbiamo impiegato alimenti tipici di una normale dieta francese: carne, formaggio, ecc. Al momento non sappiamo quale è il comportamento di tutte quelle diverse proteine. È un settore sconfinato aperto ad ulteriori studi. Quello che posso dire è, ad esempio, che i peptidi sono assimilati in maniera diversa come anche gli aminoacidi in forma libera, quindi stiamo parlando non soltanto degli alimenti ma della forma molecolare delle proteine date.
BB: È possibile che se i primi studi si fossero concentrati sull’impiego delle proteine lente, allora il modello di alimentazione pulsatile avrebbe dato risultati migliori perché
ci sarebbe stato un minor catabolismo proteico?
YB: Sì, esattamente. Inoltre abbiamo svolto altri studi sull’area splancnica e siamo stati sorpresi nel vedere che in alcune condizioni si può avere un’estrazione splancnica altissima degli aminoacidi apportati dalla dieta. Come potete immaginare, proteine lente o veloci e un modello di alimentazione pulsatile o frazionata può avere anche effetti sull’utilizzazione splancnica degli aminoacidi e potrebbe pertanto, alla fine, determinare la disponibilità di aminoacidi nei tessuti periferici della muscolatura. Questo è quanto abbiamo dimostrato in precedenza. Ci sono molte considerazioni da fare.
Bibliografia
1 Arnal, M.A.; Mosoni, L.; Boirie, Y.; Houlier, M.L.; Morin, L.; Verdier, E.; Ritz, P.; Antoine, J.M.; Prugnaud, J.; Beaufrere, B.; Mirand, P.P. (1999). Protein pulse feeding improves protein retention in elderly women. American Journal of Clinical Nutrition. 69(6):1202-8.
2 Arnal, M.A.; Mosoni, L.; Boirie, Y.; Houlier, M.L.; Morin, L.; Verdier, E.; Ritz, P.; Antoine, J.M.; Prugnaud, J.; Beaufrere, B.; Mirand, P.P. (2000). Protein feeding pattern does not affect protein retention in young women. Journal of Nutrition. 130(7):1700-4.
3 Arnal, M.A.; Mosoni, L.; Boirie, Y.; Gachon, P.; Genest, M.; Bayle, G.; Grizard, J.; Arnal, M.; Antoine, J.M.; Beaufrere, B.; Mirand, P.P. (2000). Protein turnover modifications induced by the protein feeding pattern still persist after the end of the diets. American Journal of Physiology Endocrinology and Metabolism. 278(5):E902-9.
Altri
dati importanti sulle proteine Le seguenti citazioni sono state fornite da un ricercatore americano, esperto sulle proteine, che è stato intervistato su IRONMAN di aprile ’99. Ha scelto di non svelare la sua identità perché collabora nella produzione di proteine con un certo numero di ditte tra loro rivali. • Il latte umano [una sostanza eccezionalmente anabolica] contiene un rapporto equilibrato pari a 50-60% di proteine del siero e 40-50% di caseina. • Contrariamente a quanto dicono le imperversanti pubblicità, il tipo di processo al quale è sottoposto il siero, che sia la filtrazione o lo scambio ionico, ha poco a che fare con la qualità dell’integratore. • La glutamina legata è superiore alla L-glutamina, ossia la glutamina libera, perché la forma libera dell’aminoacido è molto instabile in presenza dell’acqua, del calore e delle variazioni del pH. Gli aminoacidi legati coi peptidi sono sempre meglio della forma libera, perché gli aminoacidi in forma libera competono l’uno con l’altro per l’assorbimento da parte del corpo. • Il caseinato è una fonte proteica di elevata qualità. Sono solamente stupidaggini affermare che dà flatulenza o indigestione in misura maggiore del siero o di altre proteine infatti le proteine del siero sono generalmente considerate più allergeniche nell’uomo rispetto ai caseinati. • Lo studio citato in molte inserzioni pubblicitari attuali sulle proteine del siero afferma che quando si consuma il siero, viene assimilato tanto rapidamente che molto è veicolato subito al fegato, dove gli aminoacidi sono ossidati per ricavarne energia invece che per la sintesi del tessuto muscolare. • Il medesimo studio ha visto che il consumo di caseina portava ad un rilascio più lento ma più prolungato di aminoacidi nel sangue. Gli autori hanno perfino affermato che la più lenta comparizione degli aminoacidi dalla caseina portava ad una risposta metabolica diversa rispetto a quella indotta dal siero. • Il punto importante è che gli autori hanno detto chiaramente che la caseina inibisce in maniera significativa il catabolismo proteico nel corpo. Ancora più importante, hanno concluso che il consumo di caseina dava un risultato netto nell’equilibrio proteico pari a quello ottenuto con il siero. • Ogni ditta che prova a convincervi che consumare solamente proteine del siero o solamente caseina è il miglior approccio non sta altro che vendendo fumo. Contrariamente a quello che dicono le pubblicità, non ci sono basi scientifiche a sostegno di quelle affermazioni. Certo, possono citare molti studi, ma uno sguardo più ravvicinato rivela che gli studi hanno poca se non alcuna applicabilità al mondo reale. • Sia le proteine del siero sia quelle della caseina danno effetti positivi. Sono assimilate secondo tempi diversi e suscitano risposte metaboliche diverse. In realtà, si completano le une con le altre e per il massimo dei benefici dovrebbero essere consumate insieme. Pubblicato su Olympian's News / Iron Man edizione italiana |