
Lo studio era composto da 18 soggetti, con un’età media di 22 anni, che effettuarono delle brevi corse di un minuto su un tapis roulant, intervallate da una pausa di 30 secondi, in 2 condizioni: 1) dopo aver assunto per 7 giorni 4 grammi di piruvato al giorno; 2) dopo aver ingerito per 7 giorni una sostanza placebo (4 grammi di maltodestrina, un carboidrato). I risultati non mostrarono differenze, in termini dei vari valori fisiologici legati alla performance, tra il gruppo a piruvato e quello a placebo, compreso la produzione di lattato e l’assorbimento del glucosio durante l’allenamento.
Sebbene questo studio avesse utilizzato un protocollo di corsa piuttosto che uno di allenamento con i pesi, la tipologia seguita, più specificatamente, le brevi corse ad intensità elevata, simula in effetti lo stesso modello energetico usato in gran parte delle sessioni di allenamento con i pesi, relativamente all’assorbimento di glucosio nei muscoli e alla produzione di lattato.

Il modo più efficiente per aumentare i livelli di piruvato resta in ogni caso l'assunzione di integratori contenenti l'aminoacido alanina. L’Alanina è infatti utilizzata dall’organismo, oltre che a scopo plastico, anche come trasportatore di residui azotati e viene convertita nel fegato, durante lo sforzo atletico, in piruvato (tramite la gluconeogenesi) ed in ammoniaca che sono incanalate nel ciclo dell’urea (si parla infatti di ciclo glucosio-alanina). L'assunzione di alanina può dunque permettere una più veloce resintesi del glucosio e, di conseguenza, fornire durante l'attività atletica una maggiore riserva energetica.
Articolo tratto da “Applied Metabolics Volume 4“, pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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