Può succedere, praticando sollevamento pesi, che tra una serie di panca, una di squat, un clean & jerk ed uno stacco da terra, improvvisamente o gradualmente emerga un problema articolare. Inizialmente si presenta come un fastidio in alcune, precise situazioni; poi diventa un piccolo dolore ed infine un male tale da costringere a sospendere o interrompere anche per lunghi periodi di tempo l’allenamento.
Molti arrivano al punto da dovere eliminare tutta una serie di esercizi. Alcuni sono addirittura costretti ad interrompere definitivamente ogni forma di attività fisica.
Non volendo volutamente entrare nell’argomento “traumi" dove le variabili sono infinite, ci soffermeremo sulla componente legata all’usura articolare e all’osteoartrosi, situazioni che, per motivi diversi, spesso interessano le articolazioni maggiormente sollecitate degli atleti: ginocchio, spalla, anca, gomito, caviglia.
L’articolazione è un meccanismo meraviglioso in grado di sopportare stress enormi, adattarsi alle diverse situazioni e accontentarci nelle nostre esose richieste di sportivi; è di solito l’incontro tra due o più ossa tenute assieme da muscoli e legamenti. Per evitare che le superfici ossee grattino e si consumino, sono ricoperte da “cartilagine” ed immerse in un liquido lubrificante, un po’ come succede per il cilindro di un motore immerso nell’olio lubrificante. Il lubrificante si chiama “liquido sinoviale” e tra i suoi costituenti l’acido ialuronico è uno dei principali.
Con il passare degli anni - e dei chilometri - la cartilagine tende ad assottigliarsi ed il liquido sinoviale perde la sua densità e capacità di lubrificare e ammortizzare le sollecitazioni a cui i capi ossei sono sottoposti. Questo comporta un progressivo aumento della sintomatologia dolorosa legata a traumi anche di piccola entità , che possono portare danni superficiali della cartilagine e a processi infiammatori che seguono queste situazioni. In situazioni come queste, a volte gli atleti smettono di allenarsi con tutto quello che questo comporta.
Ma se i segnali che lasciano prevedere un problema di questo tipo fossero noti agli atleti, allora con l’aiuto di un medico, si potrebbe intervenire già ai primi stadi della problematica agendo in prevenzione ed allungando di molto la carriera sportiva, sia essa agonistica che amatoriale, o semplicemente consentendo di continuare ad allenarsi anche a chi è convinto di non poterlo più fare.
Non volendo volutamente entrare nell’argomento “traumi" dove le variabili sono infinite, ci soffermeremo sulla componente legata all’usura articolare e all’osteoartrosi, situazioni che, per motivi diversi, spesso interessano le articolazioni maggiormente sollecitate degli atleti: ginocchio, spalla, anca, gomito, caviglia.
L’articolazione è un meccanismo meraviglioso in grado di sopportare stress enormi, adattarsi alle diverse situazioni e accontentarci nelle nostre esose richieste di sportivi; è di solito l’incontro tra due o più ossa tenute assieme da muscoli e legamenti. Per evitare che le superfici ossee grattino e si consumino, sono ricoperte da “cartilagine” ed immerse in un liquido lubrificante, un po’ come succede per il cilindro di un motore immerso nell’olio lubrificante. Il lubrificante si chiama “liquido sinoviale” e tra i suoi costituenti l’acido ialuronico è uno dei principali.
Con il passare degli anni - e dei chilometri - la cartilagine tende ad assottigliarsi ed il liquido sinoviale perde la sua densità e capacità di lubrificare e ammortizzare le sollecitazioni a cui i capi ossei sono sottoposti. Questo comporta un progressivo aumento della sintomatologia dolorosa legata a traumi anche di piccola entità , che possono portare danni superficiali della cartilagine e a processi infiammatori che seguono queste situazioni. In situazioni come queste, a volte gli atleti smettono di allenarsi con tutto quello che questo comporta.
Ma se i segnali che lasciano prevedere un problema di questo tipo fossero noti agli atleti, allora con l’aiuto di un medico, si potrebbe intervenire già ai primi stadi della problematica agendo in prevenzione ed allungando di molto la carriera sportiva, sia essa agonistica che amatoriale, o semplicemente consentendo di continuare ad allenarsi anche a chi è convinto di non poterlo più fare.
Immaginate ora di immergere la vostra articolazione in un ‘nuovo’ liquido sinoviale, di nuovo in grado di svolgere appieno le sue funzioni lubrificanti e di ammortizzazione; in grado di stimolare la sintesi di nuovo acido ialuronico, di alleviare velocemente la sintomatologia dolorosa e di placare l’infiammazione che da tempo vi attanaglia. Questo è quello che accade in seguito ad un’infiltrazione di acido ialuronico e se qualche amico o conoscente ha già goduto di questo approccio terapeutico, ve lo potrà confermare.
Ma come si fa a rifornire il ginocchio, l’anca o la spalla di acido ialuronico?Tecnicamente è semplice, si tratta di praticare un’iniezione. La differenza sta nel luogo dove l’iniezione viene praticata, ovvero: invece che disturbare il vostro … fondoschiena, si andrà ad intervenire direttamente nell’articolazione interessata dal problema, rifornendola di acido ialuronico e lasciando che svolga correttamente il suo lavoro. Un dato importante: l’infiltrazione deve essere effettuata da uno specialista infiltratore.
Attenzione, però: GLI ACIDI IALURONICI NON SONO TUTTI UGUALI
esistono diversi tipi di acido ialuronico con diverse attività, iniziamo dalle diverse azioni che l’acido ialuronico svolge:
-attività biologica di stimolo della riparazione delle lesioni cartilaginee e della produzione di nuovo acido ialuronico per il liquido sinoviale all’interno dell’articolazione
-attività lubrificante permette uno scorrimento facile e privo di attrito tra le parti che costituiscono l’articolazione rendendo libero e scorrevole il movimento
-attività di ammortizzazione che permette di attutire i colpi i traumi e i carichi che vanno a sollecitare le articolazioni in caso di attività, pensate al ginocchio quando si cade dopo un salto ad esempio.
Dal punto di vista della loro struttura li possiamo dividere in quattro classi:
-PRIMA GENERAZIONE: acidi ialuronici a MEDIO BASSO PESO MOLECOLARE
-SECONDA GENERAZIONE: acidi ialuronici a MEDIO ALTO PESO MOLECOLARE
-TERZA GENERAZIONE: acidi ialuronici CROSSLINKATI
Come è normale aspettarsi l’attività dei vari tipi di acidi ialuronici è diversa a seconda della loro struttura:
Gli acidi ialuronici a MEDIO BASSO PESO MOLECOLARE hanno prevalentemente attività biologica stimolano cioè la sintesi di nuovo acido ialuronico ma l’attività lubrificante e ammortizzante è modesta.
Glia acidi ialuronici a MEDIO ALTO PESO MOLECOLARE hanno una scarsa azione biologica ma hanno una buona attività lubrificante e ammortizzante.
Gli acidi ialuronici CROSSLINKATI non hanno attività biologica ma solo una buona attività lubrificante e ammortizzate.
Lo HYADD 4, il primo acido ialuronico di quarta generazione, riesce grazie alle sue peculiari caratteristiche ad avere una efficace attività biologica, una capacità lubrificante e ammortizzante ottima e una capacità di assorbire gli urti senza precedenti. Questo fa dello HYADD 4 la molecola più adatta agli atleti.
Proviamo a riassumere quanto detto in una semplice tabella:
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