del Dott. Mauro di Pasquale
Sebbene ci siano state delle preoccupazioni circa gli effetti sui
reni esercitati da un’assunzione alta di proteine alimentari, nei soggetti sani
queste preoccupazioni sembrano essere infondate (27,28). In realtà, alcuni
studi sugli animali hanno indicato un effetto positivo delle diete ricche di
proteine sulla funzione renale (29) purchè accompagnate da sufficienti assunzioni di acqua.
Un’analisi recente di alcuni dei problemi
dell’assunzione proteica alimentare elevata negli umani ha indicato che
l’assunzione proteica massima basata sui fabbisogni corporei, sul controllo del
peso e sull’evitare la tossicità proteica, sarebbe pari a circa il 25% dei
fabbisogni energetici, cioè, approssimativamente, 2-2,5 g/kg di peso corrispondente
a 176 g di proteine al giorno per una persona di 80 kg che segue una dieta di
12.000 kJ/giorno o 3.000 cal/giorno (30). Gli autori hanno anche detto che ciò
è ben al di sotto del range teorico sicuro massimo dell’assunzione per una
persona di 80 kg (285-265 g/giorno).
Ci sono state anche delle preoccupazioni circa gli effetti negativi
delle diete ricche di proteine sul profilo lipidico ematico e sulla pressione
ematica. Tuttavia, sembra che anche queste preoccupazioni siano poco fondate. In
uno studio, una dieta più ricca di proteine animali da fonti magre, compreso il
manzo, è stata scoperta produrre livelli più favorevoli di HDL (colesterolo “buono”)
e LDL (colesterolo “cattivo”)(31).
Lo studio ha coinvolto 10 soggetti con ipercolesterolemia moderata (6 donne, 4 uomini). Per quattro settimane sono stati assegnati a caso a diete isocaloriche ricche o povere di proteine, dopo le diete sono state scambiate. Le proteine apportavano o il 23% o l’11% dell’assunzione energetica, i carboidrati apportavano o il 65% o il 53%, i grassi rappresentavano il 24%. Durante la dieta ricca di proteine, il colesterolo ematico totale medio, l’LDL e i trigliceridi erano significativamente più bassi, l’HDL era aumentato del 12% e il rapporto fra LDL e HDL diminuiva costantemente.
Lo studio ha coinvolto 10 soggetti con ipercolesterolemia moderata (6 donne, 4 uomini). Per quattro settimane sono stati assegnati a caso a diete isocaloriche ricche o povere di proteine, dopo le diete sono state scambiate. Le proteine apportavano o il 23% o l’11% dell’assunzione energetica, i carboidrati apportavano o il 65% o il 53%, i grassi rappresentavano il 24%. Durante la dieta ricca di proteine, il colesterolo ematico totale medio, l’LDL e i trigliceridi erano significativamente più bassi, l’HDL era aumentato del 12% e il rapporto fra LDL e HDL diminuiva costantemente.
Altri studi dello stesso gruppo di ricercatori hanno scoperto che
l’aumento dei livelli delle proteine alimentari ha prodotto cambiamenti
positivi nei lipidi ematici nei soggetti sia normolipidici sia affetti da
dislipidemia (32,33). Inoltre, studi recenti hanno scoperto che aumentare le
proteine vegetali e animali abbassa la pressione ematica nelle persone ipertese
(34,35).
Riferimenti Bibliografici
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controlled trial. Ann Intern Med. 2005 Jul 5;143(1):1-9.
Articolo
tratto da Olympian’s News n° 82, pagg 41-48. Pubblicato da Sandro Ciccarelli
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