di Jose Antonio e Jeffrey Stout


Le proteine non sono considerate delle fonti energetiche classiche, come i grassi e i carboidrati, ma in particolari condizioni sono utilizzabili come fonte energetica significativa, per esempio quando i muscoli hanno esaurito il glicogeno o quando il corpo è costretto al digiuno. Spesso gli atleti di durata credono che le proteine non siano importanti quanto i carboidrati ma ciò non è assolutamente vero. Le proteine aiutano a riparare le fibre muscolari danneggiate, favoriscono il recupero e, come detto precedentemente, sono usate per produrre energia quando gli atleti hanno esaurito i carboidrati.
Gli studi: a favore o contro?


È evidente il perché gli atleti di forza e potenza debbano assumere proteine aggiuntive (per guadagnare massa nei muscoli scheletrici), ma non è altrettanto evidente perché dovrebbero farlo gli atleti di durata. Certo, se mangiate bene, cioè mangiate vegetali fibrosi, carboidrati ricchi di amidi e proteine da fonti magre a ogni pasto principale, il bisogno di integrazione con le proteine può essere ingiustificato. Ciò nonostante, sappiamo che l’attività fisica prolungata stimola l’ossidazione degli amminoacidi e che solitamente l’equilibrio proteico è ripristinato dopo l’attività fisica (presumendo un’assunzione adeguata di energia e di proteine).

Istruzioni per l’uso


Precauzioni

Non è dimostrato che negli individui normali e sani l’assunzione di grosse quantità di proteine alimentari sia dannosa. In uno studio Poortmans e Dellalieux (2000) hanno studiato gli effetti di un’assunzione proteica alta e media nei bodybuilder e in altri atleti ben allenati e il consumo di forti dosi di proteine non ha prodotto danni. I soggetti hanno effettuato prelievi di sangue e di urina e hanno registrato l’assunzione alimentare per sette giorni. Nonostante le maggiori concentrazioni ematiche di acido urico e di calcio, la filtrazione renale della creatina, dell’urea e dell’albumina nel gruppo di body builder che seguivano la dieta ricca di proteine era normale. Cosa interessante, il bilancio azotato di entrambi i gruppi è diventato positivo quando l’assunzione proteica giornaliera ha superato gli 1,26 g per chilogrammo di peso corporeo.
Gli scienziati hanno concluso che l’assunzione proteica giornaliera inferiore a 2,8 g/kg di peso corporeo (260 g per una persona di 90 kg) non sembra “danneggiare la funzione renale negli atleti ben allenati, come indicato dalle misurazioni della funzione renale usate in questi studi”.
In uno studio interessante sugli animali, Zaragoza et ali (1987) hanno somministrato alle cavie una dieta composta per l’80% da proteine per oltre metà della loro vita. Non sono stati riscontrati effetti negativi di questa assunzione proteica molto alta. Recentemente, Petzke et ali (2000) hanno cercato di “dimostrare” che seguire diete ricche di proteine era dannoso (almeno nelle cavie). Questi ricercatori hanno confrontato livelli di assunzione adeguati (13,8%), medi (25,7%) e alti (51,3%) di proteine crude. Quello che hanno scoperto è stato che le alte assunzioni di proteine non hanno causato problemi alle cavie. È stato concluso che “seguire diete ricche di proteine nel lungo termine non ha aumentato le variabili dello stress ossidativo, contrariamente alle nostre ipotesi iniziali”.
Pertanto ad oggi nonostante le indicazioni allarmistiche della medicina ufficiale che mettono in guardia dai pericoli di un'eccessiva assunzione di proteine, non esistono nella letteratura medica prove ne' cliniche ne' di laboratorio che dimostrano che la forte assunzione proteica (il doppio dell’RDA) sia deleteria per la salute di atleti sani.
Articolo tratto da "Integratori dietetici per gli atleti di endurance" del Dott. Josè Antonio e Jeffrey Stout. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati.
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