15 aprile 2015

Latte, estrogeni, IGF-1 e insulina

di Jerry Brainum 



Vari anni fa ebbi una conversazione con un uomo che, in seguito, vinse vari titoli al Mr. Olympia. Quando gli chiesi cosa ne pensava del latte, lui mi rispose che, prima delle gare, eliminava sempre i latticini dalla sua dieta perché, a suo parere, il latte era “ricco di estrogeni”, sostanze associate al deposito del grasso immediatamente sotto la pelle che, quindi, oscurano la definizione muscolare. Inoltre, gli estrogeni trattengono l’acqua, riducendo la muscolarità costruita con tanta fatica. Forse vi ricordate quella scena di “Uomo D’Acciaio” in cui, parlando del latte, Arnold Schwarzenegger afferma che è un alimento “buono solo per i bambini”…


Ma il latte contiene davvero ormoni attivi e, in particolare, estrogeni? 

Come il testosterone, gli estrogeni sono degli ormoni steroidei che, se assunti oralmente, sono rapidamente degradati nel fegato... naturalmente a meno che la loro struttura sia stata manipolata in modo da bloccare il metabolismo epatico iniziale (come avviene nel caso delle versioni sintetiche di testosterone per uso orale, cioè gli steroidi anabolizzanti). Fra gli estrogeni attivi per uso orale ci sono le pillole anticoncenzionali per le donne e altre forme di estrogeni usate per trattare i sintomi della menopausa. Tuttavia, uno studio recente sostiene che i prodotti derivanti dal latte in commercio contengono metaboliti attivi degli estrogeni. 

Gli estrogeni sono agenti cancerogeni potenti e alcuni studi mostrano che aumentare l’assunzione di latticini potrebbe essere collegato alla formazione del cancro alle ovaie e ad altri tipi di tumore nelle donne e, forse, anche al cancro alla prostata negli uomini. Questa, però, è una questione molto controversa fra i ricercatori e non abbiamo ancora risposte certe. D’altra parte, il latte e i latticini forniscono il 60-70% degli estrogeni totali derivanti dall’alimentazione.

Negli ultimi anni, l’impiego di particolari pratiche nell’industria casearia ha aumentato la quantità di estrogeni contenuti nel latte. Infatti, oggi la maggior parte del latte è prodotto da mucche negli ultimi stadi della gravidanza, una fase in cui la concentrazione di estrogeni nel latte è massima, tanto che uno studio ha scoperto che il latte prodotto da una mucca prossima al parto conteneva una dose 33 volte superiore di estrone solfato, rispetto a quello ottenuto da una mucca non gravida. 

Lo studio ha analizzato la quantità di metaboliti degli estrogeni contenuta nel latte intero, in quello scremato, in quello con il 2% di grassi e, infine, nel latticello. Il latticello, il latte intero e quello con il 2% di grassi contenevano livelli significativi di metaboliti biologicamente attivi degli estrogeni. Fra queste, la forma più ricca di estrogeni era il latticello, mentre il latte scremato era quello che ne conteneva meno. I ricercatori hanno analizzato anche il latte di soia, ma hanno scoperto che non contiene metaboliti degli estrogeni. Il latte scremato, quindi, era il più povero di metaboliti e, in più, il 98% degli estrogeni in esso contenuti erano di tipo coniugato, cioè la forma meno attiva. Il latticello, invece, conteneva la forma di metaboliti degli estrogeni più attiva. 

Gli autori osservano che, benché la dose di metaboliti degli estrogeni contenuti in queste varietà di latte sia molto inferiore a quelle presenti nei farmaci a base di estrogeni, non ne conosciamo ancora l’effetto a lungo termine. Inoltre, lo studio ha scoperto che il latte contiene anche progesterone, un altro tipo di ormone presente in concentrazioni elevate nelle donne. 

Altri studi suggeriscono che il latte contiene il fattore di crescita insulinosimile 1 (IGF-1), che è considerato l’ingrediente anabolico attivo dell’ormone della crescita. Due varianti dell’IGF-1 partecipano alla riparazione e alla crescita muscolare. Il problema è che l’IGF-1 stimola anche un’accelerazione della divisione cellulare e previene l’autodistruzione delle cellule, due fattori potenzialmente collegati al cancro.

La grande controversia sul latte riguarda l’abituale somministrazione di IGF-1 ricombinante alle mucche per aumentare la produzione di latte. Infatti, alcuni sostengono che il latte ottenuto da queste mucche contiene livelli superiori alla norma di IGF-1, che emergono dopo la pastorizzazione e l’omogeneizzazione. Inoltre, l’IGF-1 bovino e quello umano contengono le stesse sequenze di aminoacidi, il che significa che la versione bovina può interagire con i nostri recettori cellulari dell’IGF-1. 

I critici sostengono che, dato che l’IGF-1 è un ormone a base di aminoacidi, esso è degradato principalmente nell’intestino. Tuttavia, negli adulti che bevono molto latte l’IGF-1 in circolo è circa del 10-20% superiore a quello di chi non ne beve. Ma come fa l’IGF-1 a superare la formidabile barriera digestiva? La proteina principale del latte, la caseina, contiene un inibitore delle proteasi capace di preservare l’IGF-1 dalla disgregazione. Inoltre, l’assunzione di latte aumenta il rapporto fra IGF-1 libero e legato, potenziando l’attività dell’IGF-1 stesso, ma accelerandone anche la disgregazione.

Se il collegamento fra latte e IGF-1 non è ancora stato stabilito con sicurezza, quello fra latte e insulina è molto più certo. Infatti, benché il latte abbia un indice glicemico basso (all’incirca 15-30), paradossalmente il latte e i latticini hanno un potente effetto stimolante sull’insulina, forse a causa di particolari frazioni proteiche contenute nel latte. Così, tutti i latticini, con l’eccezione del formaggio stagionato, stimolano potentemente l’insulina tanto che, aggiungendo 200 ml di latte a un pasto con indice glicemico ridotto, la risposta insulinica aumenta del 300%. 

Ironicamente, molti di questi fattori “negativi” possono favorire i bodybuilder: ad esempio, un aumento dell’IGF-1 può avere un effetto anabolico. Infatti, l’aumento dell’insulina accelera l’accesso degli aminoacidi nei muscoli, elevando la sintesi proteica muscolare ed esercitando un effetto anticatabolico sui muscoli stessi.

Io ritengo che il potente rilascio di insulina abbia una ragione, perché il latte è l’alimento principale nella fase in cui la crescita umana è più rapida e l’assorbimento degli aminoacidi ne è parte integrante. Inoltre, l’insulina favorisce la rigenerazione delle riserve impoverite di glicogeno muscolare, tanto che vari studi mostrano che bere latte dopo l’allenamento migliora il recupero più della maggior parte delle bevande per lo sport in commercio.

Infine, non si può ignorare il fatto che il latte contiene siero (la proteina con valore biologico più elevato), oltre ad altri peptidi attivi che, secondo le ultime ricerche, potrebbero apportare benefici enormi alla salute.

Se siete ancora preoccupati degli effetti degli estrogeni e degli altri ormoni contenuti nel latte, potete godere della maggioranza dei pregi dell’alimento assumendo una miscela di caseina del latte e proteine del siero che forniscono la maggior parte dei fattori salubri del latte, evitandone l’attività ormonale. Tuttavia, il siero stimola il rilascio di insulina e, forse, anche l’attività dell’IGF-1. Inoltre, se pensate che bere latte prima di una gara possa ridurre la vostra definizione perché contiene estrogeni, tenete conto che, in media, un uomo produce 136.000 nanogrammi di estrogeni al giorno, una quantità molto superiore a quella fornita da svariati litri di latte. Quindi state sereni!


Bibliografia
Farlow, D.W., et al. (2009). Quan- titative measurement of endogenous estrogen metabolites, risk factors for development of breast cancer, in commercial milk products by LC-MS/ MS. J Chromto B. 877(13):1327-1334


Articolo tratto da IRONMAN allegato ad OLYMPIAN'S NEWS n° 104, pagg. 20-21. Pubblicato in Italia da Sandro Ciccarelli Editore. Tutti i diritti riservati. Clicca qui per abbonarti!


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