7 gennaio 2015

Il coenzima Q10: cosa dice la ricerca

a cura di Jerry Brainum

Il coenzima Q10 è un composto simile a una vitamina prodotto nell’organismo e, specialmente, nel fegato a partire dall’aminoacido tirosina. Anche vari altri nutrienti partecipano alla produzione del coQ10. Come per molte sostanze, anche il coQ10 declina con l’invecchiamento. Questo composto gioca un ruolo chiave nel processo di trasferimento degli elettroni che ha luogo nei mitocondri e che porta alla produzione di ATP, la fonte energetica immediata delle cellule.

Inoltre, il coQ10 è un antiossidante molto potente che collabora con altri antiossidanti, come le vitamine C ed E. Infatti, il coQ10 può rigenerare la vitamina E ossidata, donandole un elettrone. Questo è un esempio delle sinergia fra i vari nutrienti corporei e mostra perché assumere i nutrienti singolarmente non abbia alcun effetto.

Vari studi mostrano che il coQ10 può offrire benefici considerevoli per la salute. Numerosi studi indicano che chi ha subito un arresto cardiaco congestizio ha livelli bassi di coQ10 e questo può contribuire alla riduzione della funzionalità del cuore. Somministrando coQ10 a questi soggetti è possibile migliorarne la funzione cardiaca e la qualità della vita. Altri studi mostrano che il coQ10 può aiutare a prevenire il morbo di Parkinson, che comporta una perdita selettiva (probabilmente causata da un’ossidazione a lungo termine) dei neuroni che producono dopamina nell’area cerebrale della substantia nigra. Questo processo può essere bloccato assumendo dosi massicce di coQ10. Non tutti gli studi hanno confermato tale effetto, ma, probabilmente, questo è dovuto al fatto che il coQ10 non è facilmente assorbibile. 

Il coQ10 infatti è liposolubile, il che significa che deve essere assunto con alimenti ricchi di grassi. Tuttavia, anche nelle circostanze migliori, il 60% circa di ogni dose è rapidamente eliminato. Una volta assorbito, il coQ10 si lega a vari trasportatori lipidici, quali le lipoproteine ad alta e bassa densità (HDL e LDL). Alcuni studi mostrano che il coQ10 può prevenire l’ossidazione prematura delle LDL, che è associata all’ateriosclerosi e alle malattie cardiovascolari. Il coQ10 è presente in alcuni alimenti, come carne e pesce, ma in quantità minime, quindi per ricavarne 30 mg sarebbe necessario mangiare 500 g di sardine, 1 kg di manzo o 1,20 kg di arachidi (in effetti, il coQ10 è stato scoperto per la prima volta nei mitocondri dei bovini, nel 1957). 

Al momento, è in atto una controversia sul rapporto fra coQ10 e farmaci a base di statina che sono prescritti per trattare i fattori di rischio a livello cardiovascolare, quali i livelli elevati di colesterolo. Le statine inibiscono un enzima epatico che sintetizza il colesterolo a partire da sostanze precursori, come i grassi alimentari saturi. Diminuendo la produzione di colesterolo nel fegato, i recettori cellulari delle LDL si aprono e questo riduce il colesterolo ematico. Dato che il meccanismo biochimico che porta alla produzione di colesterolo nel fegato è usato anche per la formazione del coQ10, assumere farmaci a base di statine può ridurre i livelli del coenzima addirittura del 40%. Alcuni ipotizzano che è proprio la riduzione del coenzima a provocare alcuni effetti collaterali collegati alle statine, come i dolori muscolari ed i crampi.

Per quanto riguarda gli atleti, la ricerca sul coQ10 è piuttosto controversa. Dato che il coenzima è essenziale per la produzione di ATP, il suo valore ergogenico dovrebbe essere evidente, eppure non tutti gli studi hanno confermato i suoi benefici. Ad esempio, paradossalmente, da uno studio è emerso che l’assunzione di coQ10 prima dell’allenamento provocava effetti pro-ossidanti, forse a causa del maggiore assorbimento di ossigeno associato all’attività fisica. 

In molti studi, è possibile che la causa sia stato l’assorbimento inadeguato del coQ10: la sostanza, infatti, impiega varie settimane per accumularsi nel sangue e molti studi sono stati troppo brevi per potere fare scoperte attendibili. Tuttavia, uno studio piuttosto interessante ha scoperto che, negli anziani, l’assunzione per via orale di coQ10 preveniva la conversione delle fibre a contrazione rapida in fibre a contrazione lenta. Si ritiene che tale conversione sia la causa principale della debolezza e della fragilità muscolare legate all’invecchiamento. 

Sono state ideate varie nuove forme di integratori per migliorare l’assorbimento del coQ10 nel corpo. Una sono le capsule a scioglimento rapido di ubiquinolo, la forma elementare di coQ10. Un’altra forma, invece, è altamente emulsionata, cioè il nutriente è convertito in particelle molto piccole che sono assorbite tre volte più rapidamente delle forme comuni. Sembra che anche l’aggiunta di piperina, un composto presente nel pepe nero, possa migliorare l’assorbimento.

Queste forme innovative possono, infine, permettere al coQ10 di provare il suo valore; infatti, tre studi collegati all’attività fisica hanno già dimostrato i benefici della sostanza. Il primo ha esaminato gli effetti acuti e quelli a lungo termine dell’assunzione di integratori di coQ10; lo studio ha esaminato 22 soggetti che praticavano allenamenti aerobici e 19 soggetti non allenati che sono stati assegnati casualmente a un gruppo che ha assunto coQ10 o a uno che ha ricevuto un placebo. La dose somministrata era pari a 200 mg e i soggetti sono stati sottoposti a vari test per la capacità anaerobica. Nella fase successiva, i soggetti hanno ricevuto 100 mg di coQ10 per 14 giorni. Dopo 2 settimane, e persino dopo ogni singola dose, il livello ematico di coQ10 era aumentato. Nel gruppo coQ10, gli indici di ossidazione si sono ridotti, mentre la quantità di coenzima presente nei muscoli è aumentata. Inoltre, dopo 2 settimane, questi soggetti hanno sperimentato anche un aumento del tempo necessario per raggiungere l’esaurimento. Gli autori ritengono che la causa sia una produzione più efficiente di ATP e un miglioramento dell’attività antiossidante. 

Nel secondo studio, 17 soggetti hanno assunto 100 oppure 300 mg di coQ10 per 8 giorni, mentre altri hanno ricevuto un placebo. I test sulla cyclette hanno mostrato che chi aveva ricevuto il coQ10 si affaticava meno rispetto a chi aveva assunto il placebo. È stato interessante osservare che i benefici si sono registrati solo con la dose di 300 mg, mentre l’assunzione di 100 mg non ha avuto alcun effetto.

Infine, il terzo studio ha esaminato gli effetti del coQ10 sugli indicatori del danno muscolare. L’attività scelta è stato il kendo, uno sport tradizionale giapponese in cui si combatte con spade di bamboo. Normalmente, un duello dura 5 minuti e vince chi segna per primo 2 punti su 3. I punti sono assegnati quando si riesce a colpire la testa, il tronco, l’avambraccio o la gola. Il kendo aumenta il danno ossidativo e cellulare. Alcuni soggetti hanno assunto 300 mg di coQ10 per 20 giorni, mentre gli altri hanno ricevuto un placebo. Entrambi i gruppi hanno praticato il kendo per 5,5 ore al giorno, per 6 giorni a settimana (wow!). 

Ebbene, i soggetti che avevano assunto l’integratore avevano meno marcatori del danno muscolare!

Da questi studi emergono vari fattori: per prima cosa, è meglio assumere una forma di coQ10 che sia più facilmente assorbibile, e varie forme presenti sul mercato dovrebbero vantare tale prerogativa. Inoltre, è probabile che i risultati migliori si ottengano con un uso a lungo termine perché servono alcune settimane prima che la sostanza si accumuli nei tessuti.

Bibliografia

1. "Effects of acute and 14-day coenzyme Q10 supplementation on exercise performance in both trained and untrained individuals." - Cooke M1, Iosia M, Buford T, Shelmadine B, Hudson G, Kerksick C, Rasmussen C, Greenwood M, Leutholtz B, Willoughby D, Kreider R.J - Int Soc Sports Nutr. 2008 Mar 4;5:8. doi: 10.1186/1550-2783-5-8.

2. "Antifatigue effects of coenzyme Q10 during physical fatigue." - Mizuno K1, Tanaka M, Nozaki S, Mizuma H, Ataka S, Tahara T, Sugino T, Shirai T, Kajimoto Y, Kuratsune H, Kajimoto O, Watanabe Y. - Nutrition. 2008 Apr;24(4):293-9. doi: 10.1016/j.nut.2007.12.007. Epub 2008 Feb 13.

3. "Reducing exercise-induced muscular injury in kendo athletes with supplementation of coenzyme Q10." Kon M1, Tanabe K, Akimoto T, Kimura F, Tanimura Y, Shimizu K, Okamoto T, Kono I. - Br J Nutr. 2008 Oct;100(4):903-9.

Articolo pubblicato su IRONMAN allegato ad OLYMPIAN'S NEWS n° 99, pagg 32-34, da Sandro Ciccarelli Editore Srl. Tutti i diritti riservati. Powered by Olympian’s News - Clicca qui per abbonarti!


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