del Dott. Mauro di Pasquale

Nell’intestino tenue enzimi provenienti da tale tratto intestinale e dal pancreas scindono le proteine alimentari in peptidi (piccoli gruppi di aminoacidi legati) e in aminoacidi singoli. Le proteine devono essere digerite fino a ridurle in aminoacidi o di- e tripeptidi prima che possa aver luogo l’assorbimento, sebbene a volte possano essere assorbiti peptidi di dimensioni maggiori. Nei primissimi giorni di vita e in presenza di certe malattie ad esempio possono essere assorbite tracce di polipeptidi e proteine non digerite.

Per le prime fasi della digestione delle proteine sono importanti quattro tipi di enzimi: pepsine (secrete dalle ghiandole gastriche sierose dello stomaco), la tripsina, l’elastasi e le chimo tripsine (tutte prodotte dagli acini pancreatici). Il prodotto dell’azione di questi enzimi proteolitici è una serie di peptidi di diverse dimensioni. Questi vengono degradati ulteriormente dall’azione di diverse proteasi (esopeptidasi) che rimuovono gli aminoacidi terminali, comprese le carbossipeptidasi A e B che idrolizzano gli aminoacidi in modo sequenziale a partire dall’estremità carbossilica dei peptidi. Le aminopeptidasi, che sono secrete dalle cellule di assorbimento dell’intestino tenue, idrolizzano gli aminoacidi in modo sequenziale a partire dall’estremità amminica dei peptidi. Inoltre, le dipeptidasi, associate strutturalmente al bordo a spazzola delle cellule di assorbimento, idrolizzano i dipeptidi negli aminoacidi che li compongono. La misura in cui questi agiscono come substrati nel lumen, entro la membrana cellulare o all’interno delle cellule stesse non è conosciuta.

In generale, le proteine animali vengono assorbite in modo più completo e veloce di quelle vegetali, probabilmente a causa della cellulosa che ricopre le cellule vegetali e della maggiore quantità di fibra associata alle proteine vegetali.

Delle misurazioni dell’assorbimento netto di aminoacidi dopo un pasto contenente 15 g di proteine del latte mostrano che esso raggiunge il 70-80% del totale in 3 ore.
Il fabbisogno di proteine alimentari implica due componenti:
1. Il bisogno degli aminoacidi essenziali in tutte le situazioni a livello nutrizionale (isoleucina, leucina, lisina, metionina, fenilalanina, treonina, triptofano e valina) e degli aminoacidi essenziali in determinate condizioni (arginina, cisteina, glutammina, glicina, istidina, prolina, taurina e tirosina) in specifiche situazioni fisiologiche e patologiche.
2. Il bisogno di azoto non specifico per la sintesi degli aminoacidi che possono non essere introdotti con la nutrizione (acido aspartico, asparagina, acido glutammico, alanina e serina) e di altre importanti sostanze contenenti azoto come gli acidi nucleici, la creatina e le porfirine.
Per quanto riguarda la prima componente, è generalmente accettato che i valori nutritivi delle diverse fonti alimentari di proteine sono in gran parte determinati dalla concentrazione e dalla disponibilità dei singoli aminoacidi indispensabili. Pertanto, l’efficacia con cui una data fonte alimentare di proteine è utilizzata in sostegno di un adeguato stato di salute nutrizionale dipende sia dai fabbisogni fisiologici di aminoacidi indispensabili e di azoto totale che dalla concentrazione di specifici aminoacidi nella fonte alimentare in questione.
Articolo tratto da “Amminoacidi e proteine per l’atleta” del Dott. Mauro di Pasquale – Pubblicato da Sandro Ciccarelli Editore – All rights Reserved
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